“Le dimissioni della ministra Nunzia De Girolamo dimostrano intanto che l’istituto delle dimissioni esiste ancora. Dopo il caso di Angelino Alfano e Annamaria Cancellieri, in molti cominciavano a dubitarne…. E’ interessante notare come fra i molti motivi elencati dalla loquace De Girolamo non vi sia il più normale e ovvio. Nei paesi democratici i ministri si dimettono per poter difendersi da accuse, giuste o sbagliate, senza coinvolgere le istituzioni. Ci si dimette insomma davanti ai cittadini e nell’interesse del bene comune. In Italia dove i cittadini e il bene comune non contano nulla, mentre i partiti occupano tutto, ci si dimette invece solo per ragioni interne alla politica. Se il governo l’avesse difesa, De Girolamo non si sarebbe dimessa… La stessa logica della polemica interna aveva determinato le dimissioni precedenti del ministro Fassina, pure non indagato e non sospettato di nulla. Non si è dimesso perchè non condivideva la politica economica del governo, che sarebbe un argomento serio, ma perchè il segretario del partito aveva fatto una battuta irriguardosa nei suoi confronti. Beati loro che si prendono tanto sul serio.” ( Curzio Maltese, “La Repubblica”, 27 gennaio 2014).
ATTUALIZZANDO… LA MINISTRA NON E’ PERMALOSA…
… ma realista. Nunzia De Girolamo si è dimessa perchè non è stata sostenuta, dimissioni o no il governo non avrebbe avuto alcun contraccolpo (a differenza delle invocate e mai ottenute dimissioni di Alfano e Cancellieri). Mentre lei pronunciava la sua arringa in Parlamento, l’aula era quasi vuota, Enrico Letta non era al suo fianco, neanche presente.
Nunzia non è sciocca e ha fatto bene a dimettersi. Meglio sarebbe stato se si fosse dimessa subito, almeno quando è stato evidente che il governo non la sosteneva. L’articolo di Curzio Maltese, come d’abitudine, è ineccepibile. Ma la De Girolamo, che non è permalosa come Fassina, ha mangiato finalmente la foglia e ha preso una buona decisione politica. Non è indagata, non ha commesso – a quel che si sa finora – niente di rilevante penalmente. Era una questione di opportunità, mai rispettata – come scrive Maltese. Comunque oggi sappiamo che lei ha saputo fare, come si dice, un passo indietro: a differenza di tanti altri personaggi e personaggini che, con le dovute contorsioni e l’assistenza dei partiti o del governo, continuano impavidamente a scaldare le importanti poltrone su cui sono seduti (con merito, ma molto spesso senza alcun merito). Che delle sue dimissioni tutti quelli che contano s’infischiassero, in futuro nessuno se lo ricorderà. Dunque Nunzia, su col morale: meglio tardi che mai, e la vita continua. L’esperienza è stata utile: errare è umano; e domani chissà.
A PROPOSITO DI DIMISSIONI, COSA CI DICE MASTRAPASQUA?
Cazzeggiamo? Non mi dilungo sulla vicenda del responsabile dell’Inps. Credo che sappia quello che dovrebbe fare. A parte la vicenda dei conti (fondamentale), ho letto che ricopre venticinque incarichi… E’ troppo aspettarsi che si dimetta dall’Inps e da ventiquattro di quelle poltrone? Se ne tenga una, diamine, quella meno retribuita e meno influente sugli interessi di noialtri, che poltrone, poltroncine e divanetti non ne abbiamo…
SCIATTERIE E AUTOSTRADE. SE VOLETE INFORMARVI SUL TRAFFICO…
…dal sito di Anas, l’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade (www.stradeanas.it/index.php?/content/index/arg/esodo_2013 ) Saprete tutto su come vanno le cose: non oggi, ma d’estate (l’estate scorsa, naturalmente). Non lo aggiornano, quel povero sito. Una sciatteria che dimostra molte cose: la prima è che i responsabili di quel servizio (pubblico) non ci leggono. Oppure, se ci leggono, se ne infischiano della segnalazione. Possiamo consolarci: è evidente che anche gli utenti se ne infischiano, non consultano il sito, probabilmente non gli attribuiscono importanza, se lo consultassero si incazzerebbero come si è incazzato un nostro collaboratore, e forse qualcuno si spingerebbe a muovere un ditino sul mouse e a digitare qualche aggiornamento. Altra dimostrazione/ osservazione: il sito potrebbe essere eliminato, con una buona pace di tutti (anche nostra); e i pigri addetti, secondo regole non scritte nelle aziende pubbliche, potrebbero essere promossi. Se avete voglia di riflettere sulla grande bellezza italiana – la sciatteria – certamente troverete altre riflessioni interessanti. Non vogliamo tuttavia colpevolizzare nessuno. Nel Bel Paese quasi tutto è sciatto. Le piccole cose sono le più significative sul nostro trend. Per molti anni alla Rai (non so adesso) sulle previsioni del tempo nelle varie città, puntualmente c’era un Aosta, dico a caso, o Bari o Palermo “non pervenuto”. Ma come, non pervenuto? Non bastava agli uffici di corrispondenza una telefonata? Quisquilie e pinzillacchere, direbbe il grande Totò. Sono un brontolone? Se volete divertirvi per queste cose in tivu, basta sintonizzarsi dovunque: ad esempio, troverete gli spot promozionali di programmi già andati in onda. Vi ho già riferito come nei giornali, l’ultimo dell’anno (esperienza personale) le pagine di informazione erano quelle di sempre: nessuno segnalava che gli orari erano mutati, a causa del veglione di San Silvestro – che fa gola a tutti, o quasi (a me no). E le inserzioni pubblicitarie erano numerose: per promuovere cosa?
IL TRENO DERAGLIATO AD ANDORA. SE NON E’ UNA SCIATTERIA, COS’E’?…
E’ un dramma nazionale, in cui la sciatteria delle varie autorità si sublima in una pentolaccia (siamo a Carnevale, no) con l’inefficienza, il calcolo, l’incapacità di prendere decisioni, gli eccessi della burocrazia, la mancanza di coraggio di chi dovrebbe agire, i problemi politici, l’assenza di buon senso, e soprattutto l’indifferenza verso i diritti e le esigenze dei cittadini. E chissà quante altre cose ancora. Quel treno è una sintesi implacabile della disfatta italiana. Avevo interpellato, inutilmente, il leader delle Ferrovie Mauro Moretti, all’unanimità riconosciuto come un manager di prim’ordine. Dai suoi comunicatori ho avuto risposte corrette, ovvie, formali. Insoddisfacenti. Ho anche chiesto un parere, con un sms, a Ezio Mauro: perchè lo stimo, prima di essere direttore (e anche dopo, pensate al suo reportage sulla tomba di Priebke) è stato un grande cronista, della cronaca – fondamentale nei giornali – non ha perso il gusto. Ebbene, Mauro mi ha risposto così: “Del treno non so nulla e dunque non dico nulla”. Gli ho risposto che, in un quarto di secolo, era la prima volta che restavo deluso. Non per la decisione, ci mancherebbe, di non rispondermi. Ma perchè del treno sa quello che tutti sanno e non sa quello che tutti, credo, vorrebbero sapere: se sia proprio impossibile la rimozione e il ripristino della linea ferroviaria. E’ un grande direttore e un grande giornalista, Mauro: se si muovesse come mi sono mosso io dal mio angolino, questo ennesimo episodio dello sfacelo italiano verrebbe risolto. Non escludo di esagerare, di guardare la luna, di desiderare un Paese diverso, efficiente – senza tener conto della cruda realtà che abbiamo intorno a noi. Però, una cosuccia la so. So ciò che avrebbe fatto Enrico Mattei, mio idolo, uno che amava l’Italia e non aveva paura di nulla (neanche, come poi successe) di essere ammazzato. Infischiandosi di qualsiasi laccio e impedimento, avrebbe fatto rimuovere il treno in poche ore e avrebbe restituito alla sua gente la linea ferroviaria (un solo binario) di cui ogni giorno ha bisogno.
27-01-2014
* Scrivetemi, qualora lo vogliate, indirizzando a cesare@lamescolanza.com Cercherò di rispondere a tutti, qui, o privatamente.