OGGI VI DICO CHE… LA SINISTRA NON È DIVERSA

“Quella italiana é una sinistra di ladri e imbroglioni come altri, spesso più di altri,  forti di un paravento etico, culturale e mediatico che li voleva diversi, geneticamente immuni da umane debolezze e tentazioni” (Alessandro Sallusti, il Giornale, 4 dicembre 2014)

ATTUALIZZANDO… MAFIA CAPITALE É SOLO L’ULTIMO EPISODIO

gianni alemanno

Sallusti ha ragione: con i suoi abituali toni forti e chiari dice una sacrosanta verità, che purtroppo non entra nella capoccia (e se ci entra, é rifiutata per amor di partito) dei dirigenti vecchi e nuovi della sinistra italiana. La corruzione prima e la mafia poi si sono infiltrate nella vita civile del Paese, nel Palazzo e nei quartieri alti, per colossali business, così come in strada e in ogni piccola attività, per la gestione di imbrogli, truffe e ricatti di ordinaria quotidianità. Si tratta di una invasione talmente estesa e ramificata da rendere – si vede a occhio nudo – del tutto ridicola quella vecchia e insostenibile, arrogante affermazione: a destra delinquenti e corrotti; a sinistra i puri e gli onesti.
Nossignori: questo é un Paese mal governato e marcio (mi auguro non irrecuperabile) e la sporcizia è dovunque, com’é logico che sia. Personalmente, sono convinto, dai tempi di Tangentopoli, che la sinistra, salvo qualche episodio, fu risparmiata e tutelata, nel terremoto che devastò i politici della prima Repubblica e scalfì appena i potentati industriali e finanziari. E questa disuguaglianza di trattamento, una ferita mai sanata, ha influito in misura pesante sulla nostra successiva e ulteriore decadenza, esasperando i conflitti, l’odio tra le parti, turbando il lavoro dei magistrati.
Ora si presenta un’occasione magnifica ai politici di oggi. Se a destra come a sinistra c’è sporcizia, è anche vero che a destra e sinistra ci sono fior di gentiluomini, persone oneste, per bene. É arrivato il momento di mettere da parte i pregiudizi?
Metto il punto interrogativo perché non sono un babbione che si imbocca tutto e si consola con la retorica della speranza. Non mi è piaciuto che Alemanno, nella comunicazione sullo scandalo di Mafia Capitale sia finito sotto i fari e che la sinistra, dentro fino al collo nella vicenda, sia tenuta sotto traccia… Cos’è, psicologicamente? Coazione a ripetere?

IL GOVERNO DEI GIORNALISTI, NON È SOLO DIVERTISSEMENT

mauro della porta raffo

Mi sto affezionando alla mia ideuzza, provocatoria, di immaginare un governo dei giornalisti e di indicare i nomi che mi sembravano più adatti. Ho ricevuto varie repliche, sia dagli interessati sia dai visitatori del mio blog. Mi ha scritto Mauro della Porta Raffo per protestare, definendo “incredibile” che non lo abbia designato alla Presidenza della Repubblica. Sapendo quanto sia onesto, colto e perfettino, ve lo propongo come responsabile della spending rewiew. E qui sotto troverete la deliziosa lettera che mi ha inviato Stefano Lorenzetto, ministro virtuale dell’Agricoltura. C’é anche chi mi ha rimproverato di aver affidato la giustizia a Marco Travaglio anziché , ad esempio, a Marcello Veneziani o a Giorgio Mulé e, così, di aver esposto pubblicamente la mia presunta propensione per la sinistra…
Cari ragazzi, non avete ancora capito che Travaglio é sempre stato (lo é e lo sarà) di destra?

SCRIVE LORENZETTO, IL “MIO” MINISTRO DELL’AGRICOLTURA

stefano lorenzetto

Stefano Lorenzetto mi ha scritto, a proposito del suo incarico nel governo dei giornalisti:

“Caro Cesare, parlo, scrivo e ragiono in dialetto; sono nato e vivo nella «capitale verde d’Europa», sede della più importante Fiera dell’agricoltura; abito in mezzo alle vigne; nottetempo i ricci mi sventrano i sacchetti della spazzatura; da anni non trovo uno straccio di contadino che tiri giù i frutti dalla ventina di cachi che circondano il giardino (1.300 chili di poltiglia arancione nell’erba); gli olivi quest’anno non hanno fruttificato; un fagiano mi si è infilato in garage; l’oca che mia figlia vinse 18 anni fa a una pesca di beneficenza se la mangiò la volpe dopo tre notti; a seconda della stagione, allocchi e cuculi cullano il mio sonno; i carbonassi (Coluber viridiflavus) hanno nidificato fra i sassi degli impluvi dell’acqua piovana; abbiamo dovuto tagliare un mandorlo, un pesco e tre ciliegi malati, nonché, per insopprimibili ragioni estetiche, un’araucaria e una palma, quest’ultima invisa anche a Gianni Agnelli, che, come mi ha raccontato Paolo Pejrone, dava la seguente spiegazione a tale ostilità botanica: «Là dove alligna la palma, finisce la civiltà»; dopo due tentativi abortiti, ho rinunciato al folle progetto di far crescere una sequoia – evidente delirio di possanza e di eternità – davanti alla finestra del mio studio. Pertanto, appreso dell’incarico ministeriale che troppo generosamente hai voluto attribuirmi nel tuo nuovo governo, ne ho concluso che alle doti da direttore e da talent scout aggiungi quelle da divinatore. Spero di essere all’altezza del compito affidatomi e attendo fiducioso la chiamata dei presidenti Gianni Letta e Vittorio Feltri per il giuramento al Quirinale. Presumo che passerà del tempo. Ma non mi scoraggio: come diceva Riccardo Bacchelli, l’agricoltura è l’arte di saper aspettare. Un abbraccio. Stefano”

 cesare@lamescolanza.com

 04.12.14