OGGI VI DICO CHE…LA REPUBBLICA SUL TRENO DERAGLIATO

“In bilico come la Concordia, nessuno rimuove l’Intercity. A 12 giorni dalla frana in Liguria.” (“La Repubblica”, titolo e foto in prima pagina, articolo di Arturo Calandri) 

ATTUALIZZANDO…RINGRAZIO EZIO MAURO


La mia stima per Ezio Mauro è profonda, e l’ho scritto molte volte. Non ho nessun motivo di essergli grato di alcunchè (anzi), presumo – ma non escludo di sbagliare – che abbia un pizzico di simpatia per me. Comunque sia, è educatissimo, corretto. Fatto sta che prendere l’eredità di Scalfarone alla guida de “La Repubblica”, mantenerla per lustri, consolidare il giornale, non far rimpiangere il fondatore (anzi!) a cui Mauro riserva il massimo rispetto lasciandogli puntualmente il privilegio di firmare la predica della domenica (in termini di copie questo fu un importante successo, oggi temo proprio di no)…beh, tutto questo è un biglietto da visita che parla da solo. Aggiungo che gli addetti ai lavori ricordano che, alla radice, Ezio è stato un eccellente cronista, requisito fondamentale a mio discutibile parere, per la formazione di un giornalista. Ebbene, qualche giorno fa vi ho raccontato come il Direttore avesse risposto a un mio sms in cui gli chiedevo un parere sul treno: “Nulla so e quindi nulla posso dire”. Di fronte a ciò (calabrese puntiglioso e a volte permaloso, sono) gli risposi che ovviamente aveva ogni diritto di non rispondermi, ma come direttore di un grandissimo quotidiano, e in passato eccellente cronista, non poteva dire di non sapere, e dunque davanti ai lettori – mi ci metto anch’io – avrebbe potuto/dovuto intervenire. Che si sia d’accordo o no su quanto scrive “La Repubblica”, non si può sostenere mai, o raramente, che si tratti di pubblicazioni prive di rilievo. Bene, oggi Mauro ha deciso di puntare l’attenzione, in prima pagina, su questa storia scandalosa del treno deragliato ad Andora e lasciato lì come una cartaccia sul binario (l’unico!) della linea ferroviaria. E sono contento. Non ce l’ho, come qualche amico (non mio…) ha insinuato con Mauro Moretti, leader delle Ferrovie. E non vado a leggere, prima di scrivere questa nota (lo farò subito dopo) il pezzo di Calandri, che potrebbe dire cose diverse o opposte rispetto alla mia opinione. Desidero solo sottolineare che la mancata rimozione del treno è un fatto scandaloso, sia per l’indifferenza verso le esigenze della gente privata di un servizio insostituibile, sia come manifestazione di una sciatteria nazionale dilagante: Quel treno abbandonato, come la Concordia, è un simbolo mondiale, come immagine e come sostanza, della nostra disfatta, nazionale. E “La Repubblica”, come tutti i mass media, a cominciare dal “Corriere della Sera” e da tutti i telegiornali, a mio parere dovrebbero alzare la voce e alzare l’asticella, quanto meno, dell’attenzione.
Tutto qui. Quanto a Moretti (ma non solo lui, l’osservazione riguarda tutti coloro che potrebbero o dovrebbero prendere decisioni), ho scritto e confermo che un personaggio come Enrico Mattei avrebbe tolto di mezzo quel treno, e ripristinato la linea ferroviaria, in 24 ore. Grazie, Ezio. Ho scritto che per la prima volta da quando ti seguo mi avevi deluso, ritiro la critica e aspetto però che il tuo giornale vada avanti. 

IL DECODER TIVU DI CESARE LANZA. ANCHE IL TIGIDUE VA SUL TRENO

Mi segnala Donato Moscati, che sarà un mio collaboratore nella rubrica “Il decoder”, dedicata alla televisione: “Anche il tigidue si è appena occupato del treno di Andora con un’intervista al sindaco. Per il sindaco, Franco Floris, si rischia un effetto Concordia, il relitto starà lì non si sa per quanto anche se si potrebbe cominciare subito l’operazione di rimozione. Gli arrivano email di ditte che sarebbero pronte con mezzi, persone e tecnologie adeguate a rimuovere il treno, ma non si può perchè l’area è sotto sequestro. Si aspetta il via libera dei giudici e che la terra si asciughi per l’ancoraggio. La media per i lavori è di sei settimane, ma non si sa quando si comincerà. Ieri sopralluogo di due periti del Tribunale, oggi quello dei vigili del fuoco e dell’Arpal (agenzia regionale per la sicurezza ambientale)” Bene!, dico al tigidue. E’ positivo – dovrebbe essere normale, doveroso – che i telegiornali aprano le cronache a questo deprimente argomento. Di più: con i mezzi che hanno i telegiornali, dovrebbe essere semplice fare una inchiesta (come alla Rai una volta si faceva) su tutta la vicenda, partendo dal binario unico e dalle selvaggia speculazione edilizia. Potrebbero farla, questa inchiesta, Tg24Sky, sempre agile e puntuale, potrebbe farla Mediaset e potrebbero occuparsene i molti (troppi) talk-show che si impegnano in modo ormai esasperante solo dell’attualità, quasi sempre in politichese.

ANDORA, RFI: INTERVENTO PRIMA DEL DISSEQUESTRO, ATTO ILLECITO E PERICOLOSO

Le Ferrovie oggi hanno emesso un comunicato con il titolo sopra citato: in breve si sostiene che le operazioni di rimozione sono subordinate a dissequestro, agibilità area e rispetto delle condizioni della sicurezza dei lavorato. E che è già predisposto il piano di intervento di rimozione del locomotore, carrozze e sistemazione della linea ferroviaria. Ne diamo notizia subito per correttezza (pubblicheremo integralmente). E aggiungo che nel comunicato c’è, ripetuta due volte, anche una bella diffida, con riserva di azioni giudiziarie, a chiunque “fornisca rappresentazioni diverse dalla realtà”. Non credo che la toccatina sia rivolta a me, forse a qualche giornale, forse al Sindaco sopra citato: non so.
Per quanto mi riguarda, insisto: stimo Moretti, perciò lo sollecito a far sentire con forza la sua voce e a fare tutto il possibile, e anche l’impossibile, districandosi fra i lacci burocratici e giudiziari noti a tutti. Credo che questo sia un diritto di opinione. Se ci sono informazioni da dare, le abbiamo date e le daremo. Ma il punto cruciale resta quello: non è possibile lasciar lì quel treno, immagine di una vergogna nazionale. 

QUI CI VORREBBE UN MATTEI… E MI RIVOLGO ALL’ENI

Ilaria Ammirati, collaboratrice puntigliosa, incalza a rilancia. “Non ho detto solo che Enrico Mattei avrebbe risolto in 24 ore il problema della rimozione del treno deragliato. Ho detto che Mattei avrebbe risolto anche il problema del binario unico e dell’efficienza dei treni, dei comfort dei vagoni, altro che la Freccia Bianca!… Giusto, concordo e spiego le radici di questo tormentone, l’unico in positivo, che andiamo facendo sul Mattei, fondatore dell’Eni. . Qui, “Alle 5 della sera”, io e i miei compagni di lavoro consideriamo Mattei come un cult, il miglior manager italiano di sempre. Penso anch’io che Mattei, se ai suoi tempi fosse stato alle Ferrovie (ma chissà, forse anche nel suo ruolo di leader dell’Eni, come patriota e sponsor) avrebbe risolto il problema scandaloso del binario unico della linea ferroviaria nella Liguria di ponente. Ma vado oltre: a mio parere, se ieri e oggi ci fosse stato e ci fosse un Mattei nel Sistema Italia (nella politica o nel grande management, non ci troveremmo in queste condizioni miserevoli. Ordunque, mi è venuta voglia di scrivere un “pamphlettino” con il titolo, “Qui ci vorrebbe un Mattei”, che dice tutto. E da questa modesta postazione chiedo a Scaroni o, senza scomodarlo, al formidabile Lucchini di autorizzarmi a consultare gli archivi dell’Eni. Ringrazio anticipatamente, per l’attenzione. Di recente, ci sono state importanti commemorazioni nell’anniversario della sua tragica morte. Mi ricavai uno spazio per un libello, “Il cuore di Mattei”, sulla sua riservatissima vita privata. Ma oggi penso che sarebbe interessante un librino sulla qualità e – insisto – il patriottismo (eroico, espresso fino a farsi uccidere da coloro a cui aveva pestato i piedi) di Enrico Mattei, come riferimento esemplare su ciò che si potrebbe fare, ispirandosi alla sua efficienza e rapidità di decisioni, nonchè al suo orgoglio e alla sua non flessibile spina dorsale. I tempi sono cambiati, eppure ci sono anche alcuni politici e anche alcuni manager (a cominciare, ripeto anche questo, dal responsabile delle Ferrovie) che potrebbero e saprebbero fare, e a tutti gioverebbe ispirarsi alla storia di Mattei. Il quale contribuì in maniera determinante al risanamento dell’Italia nel secondo dopoguerra: non voglio e non posso credere che non ci siano possibilità di reagire alla crisi italiana, comunque spaventosa, di oggi. Escludo che potremo risolverla con le improvvisazioni e con lo stile nazionale dei compromessi in salsa dorotea, dei rinvii, della mancanza di autorevolezza.

PICCOLI PIACERI. MOLIERE E IL MIGLIOR BIGNE’ DI ROMA…

Nel mio diario, spesso, mi concedo qualche pausa per indicazioni lievi e spero utili. Di solito raccomando libri: rileggete o scoprite, se volete, alcuni pezzi teatrali di Moliere, “La scuola delle mogli”, “La critica alla scuola delle mogli”, “Le femmine saccenti”. Io li ho trovati in un mercatino, in una edizione Gulliver del 1993. *** Quanto alla gola, avendolo appena assaggiato, vi segnalo quello che definirei il miglior bignè alla crema di Roma, alla gelateria Duse in piazza Duse. Mi dicono che fa anche crostate straordinarie e che il popolare Giovanni, proprietario della pasticceria, è un gran lavoratore settuagenario – un tipo simpatico che a volte regala perfino i suoi gelati ai bambini. Andrò a conoscerlo, prima o poi, Ma se pensate che io sia stato troppo enfatico, e avete indicazioni anche migliori, siate i benvenuti! “Chi vuol esser lieto sia, del diman non v’è certezza,,,”

29-01-2014 

* Scrivetemi, consigliatemi, rimproveratemi, esternate liberamente le vostre opinioni… però indirizzate a cesare@lamescolanza.com così sarò sicuro di leggervi.