“Caro Cesare, ho le idee parecchio chiare, in questo periodo, mai state così chiare, e mai mi sono sentita così pronta a parlarne e a fare in modo che almeno in parte si realizzino. Il tuo progetto mi persuade, te lo ripeto. Piccola provocazione: credo che in questo momento costituire un movimento di opinione significativo, e quindi un valido e vincente progetto politico, sia facilissimo. A patto di avere nette in mente le necessità (non i capricci, non le piccole petulanze) del Paese e di depurarsi le pupille di tutto il fumo che si leva quando si comincia a scomodare certi paroloni (ormai pure sulla letteratura è calata questa coltre e la via dell’arte, infatti, non la trova quasi nessuno). Forse è perché è da tredici anni che lavoro per le Edizioni di Ar (dove, a dispetto di quello che vorrebbero i detrattori per partito preso, si respira libertà e grande passione) che certi paroloni, su di me, non fanno la minima presa e non riescono a intossicarmi. Forse è per quello che ritengo sia facilissimo, oggi, distinguere il necessario dall’accessorio. E quindi andare dritti alla meta, lasciandosi alle spalle gli intorpiditi.” (Lettera di Anna K. Valerio, che ha aderito a “Socrate”, movimento di opinione a sostegno del merito, contro la rassegnazione e tutti i pregiudizi.)
ATTUALIZZANDO… CHIEDO, SE POSSIBILE, UN IMPEGNO POSITIVO
Ho scelto di pubblicare ampi stralci, sopra e qui sotto, della lettera di Anna K. Valerio perché, tra le moltissime adesioni che ho ricevuto, esprime e sintetizza la passione che sarà necessaria affinché il movimento trovi la strada per aggregare persone libere di mente. Le riflessioni di Anna, se volete, aprono anche un dibattito concreto su ciò che vorremo e potremo fare con la partecipazione, con la partecipazione (proposte e critiche, spero sempre positive) di tutti.
CORAGGIO, FIEREZZA, MAGNANIMITA’. COSA DARE ALLA POLITICA?
La lettera prosegue così: “Credo che molta gente, esasperata dalla morsa di una crisi che è andata in metastasi, non aspetti altro che di essere raggiunta da qualche verità, da un po’ di sincerità, da manifestazioni di coraggio, di fierezza. Coraggio e fierezza devono tornare a essere in cima alla scala dei valori; non solo l’umiltà o l’atto di sottomissione. Non credi? Sono le virtù classiche, le qualità che hanno fatto il ‘vir’ che ci ha dato le migliori pagine di letteratura, di filosofia, della storia. Coraggio, fierezza; magnanimità. Magnanimità, cioè grandezza d’animo, non la tolleranza. Tolleranza significa spesso permettere che il meglio e il peggio gozzoviglino e si confondano. La politica dovrebbe invece incoraggiare ognuno a riconoscere il proprio meglio e a soffocare il proprio peggio. Ma torno alla premessa. E’ facile trovare qualcosa di buono da dire e da dare alla politica. Ci si deve solo guardare dagli individualisti meschini, da certi ego ipertrofici che vorrebbero farsi terra bruciata intorno per giganteggiare, da quelli che ripetono, incantati, le solite tiritere vacue, dagli ‘inkazzati’ per invidia. La precarietà del guizzo di Grillo è dovuta al fatto che per come si è proposto ha attirato tutti i risentiti d’Italia, che sono volati alla sua corte come le mosche al miele – e lì, poi, hanno continuato a fare le mosche, cioè i cattivi. Be’, farsi governare proprio dai platealmente cattivi sarebbe il massimo. Almeno le nullità moderate sono meno nocive…” Rispondo: una precisazione importante riguarda il rapporto con la politica. Prima di tutto: non sono neanche sfiorato dall’idea di fondare un partito, già troppi ce ne sono! Certamente il movimento di opinione assumerà, se riuscirà a ottenere un numero significativo di consensi, un valore sociale e politico. Per ora, è un’utopia, e penso che le utopie siano indispensabili, per vivere bene e stare in pace con la propria coscienza, nutrendo la speranza di migliorare qualcosa. Il progetto è di seguire le attività dei partiti e di chi ci governa, stimolandoli ad agire nell’interesse della comunità e non per il potere a fine di lucro e sconcezze. Dovremo essere coerenti con ciò che affermiamo (largo ha chi ha merito, basta con la rassegnazione, nessun pregiudizio), essere severi nelle critiche e propositivi nel cercare e indicare soluzioni.
GRILLO, BERLUSCONI, MONTI, DESTRA, ESTREMISMI…
Scrive ancora Anna K. Valerio: “Quindi, riepilogando: Grillo ha fallito perché ha raccattato i suoi con la rete a strascico, sulla base delle passioni più turpi; Berlusconi perché non ha usato l’immenso potere per circondarsi di cervelli ma solo di lingue (non intendo le signorine del Bunga Bunga; intendo i lusingatori, i lacchè, capaci solo di sospirare e salivare una devozione ad personam che si è visto poi quanto è durata); i vecchi neofascisti perché sono stati di una viltà e ipocrisia perfino funamboliche, perfino irreali; i neofascisti estremi (diciamo così) perché… poverini, la natura non sempre li ha dotati del consueto numero di neuroni; Monti perché, a dispetto di una decenza estetica notevole, anche lui non ha dato niente. Resta Salvini, che, non so come, molte ne sta azzeccando ma avrebbe bisogno di così tanto di più per essere scelto per costruire qualcosa e non solo come rapper della politica.” Rispondo: penso anch’io che Salvini esprima con apprezzabile chiarezza i sentimenti di disgusto verso la politica di tanta gente. Ma dovremo verificarne la sincerità e la concretezza. Nessun sostegno a nessuno, alla vigilia delle elezioni regionali. Aspettiamo, aspettiamo anche Grillo – che potrebbe aver molto da dire – e chiunque altro. Io, disgustato, non voto dal ’92 e non voterò neanche questa volta: presto vi spiegherò diffusamente perché, e perché dal ’92. Dunque aspettiamo e nessun sostegno. Mi interessa verificare anche la percentuale dei non votanti: a quelli, per ora, siamo vicini. Sono i non votanti, che dobbiamo recuperare al voto, con la nostra iniziativa, con il “movimento”…
GOMEZ DAVILA SUI GIORNALISTI E SUL SENSO DELL’ETERNO E DELLA QUOTIDIANITA’
La lettera si conclude così: “Dell’ex sinistra non parlo. Parliamo invece un istante ancora di Gòmez Dàvila. Ti farò spedire il libro dall’Adel Libreria Ar (che ora ha una bella sede ad Avellino). Non sconcertarti per i rilevi che fa il nostro hidalgo sui giornalisti. Credo si riferisse agli esemplari più scadenti della categoria, che un certo sarcasmo te lo strappano proprio. Ho fatto anch’io la giornalista per tre anni e ho amato a dismisura quel ritmo rapido, quello scendere continuamente nel reale e poi tornare nel mondo delle parole a prendere le migliori per raccontarlo. Dice ancora Gòmez Dàvila: “Per parlare dell’eterno, basta parlare con proprietà delle cose del giorno.” Un caro saluto. Anna.” Rispondo: credo di essere consapevole dei limiti esistenziali e professionali del mestiere che amo e svolgo da quando avevo quattordici anni (ora, tra poco più di un mese, saranno 73). Quando qualcuno, non conoscendomi e riconoscendomi, mi chiede: “Ma lei è il giornalista…?), io rispondo: “Nessuno é perfetto…” Perciò leggerò con interesse anche Dàvila, sull’argomento. L’aforisma citato da Anna, invece, rientra di diritto nei nostri valori, siete d’accordo? Che il dibattito cominci…
POST SCRIPTUM, QUALCHE IDEA CONCRETA. E MARINO CHE NON RISPONDE…
Pubblico anche una parte della lettera, avendone avuto il consenso, con riferimenti personali: perché mi piacciono le proposte concrete, anche minime, “basta parlare con proprietà delle cose del giorno…” E dunque: “Ti aggiorno subito sul mio impegno. Per quanto riguarda la questione della scuola (anzi: della squola), posso confrontarmi con una zia che fa da anni la preside e può illuminarmi soprattutto sulle questioni burocratiche, con un paio di professori di liceo e collaboratori di Ar di notevole intelligenza, con un autore di Ar che è stato Provveditore agli studi, con vari steineriani, con l’ex maestra di mio figlio primogenito, che è poetessa e traduttrice di Tagore per Guanda, con altri conoscenti di buona volontà che vedono senz’altro con favore un ritorno alla meritocrazia. Intanto si potrebbe fare un po’ il punto della situazione scolastica con degli scritti che la raccontino in modo antiretorico, per preparare il terreno e orientare la sensibilità. Per l’altra questione, quella dell’eugenetica, i miei riferimenti sono una giovane laureata in biologia che ha fatto la tesi proprio su questo argomento – non il solito compitino copia-incolla: uno studio eccezionale per coraggio e lucidità -, una pediatra omeopata friulana esperta di ayurveda, un’amica ginecologa-ecografista esperta in diagnostica prenatale e, se si vuole andare bene a fondo, molti amici che lavorano nel campo della medicina. Anche qui: si potrebbe cominciare a lavorarci, raccontando.” Rispondo e concludo: trovo meraviglioso questo entusiasmo, questo senso della partecipazione. Se vogliamo riuscire a diventare una moltitudine attiva, unendo alla protesta la propositività, non c’è altro modo per lavorare e cercare aggregazioni, con fatica, mettendoci in gioco, rischiando amarezze e delusioni. Intanto, segnalo che passano i giorni e Marino, sindaco di Roma, ha sempre il suo sorriso sulla sua faccia, ma non ha ancora risposto all’appello per fare qualcosa di concreto, per ripulire le strade e le piazze, i parchi e i monumenti di Roma da una sporcizia sempre più indecente e intollerabile. Forse lo farà, più probabilmente – non avendo risposte – non lo farà. Certo, per ora non ci ha detto niente. Forse è impegnato su altri problemi, ma l’impegno non mi sembra visibile. Aspettiamo. In attesa di elogiarlo, se farà qualcosa, o di continuare a sollecitarlo, o di pensare all’avvento di un altro sindaco, meno sorridente e più concreto. Ditemi sempre, amiche e amici, ciò che pensate.
29.05.15