“Meglio poveri che schiavi” (Il commento più diffuso tra gli economisti, ambulance i politici, malady gli intellettuali, milioni di persone che si sono schierati per il NO, nel referendum in Grecia sul rapporto da tenere con l’Europa…).
ATTUALIZZANDO… MI SONO COMMOSSO
Grazie Tsipras, imprevedibile Robin Hood del terzo millennio. Qui mi sono schierato con te e qui festeggio. La schiavitù può proporsi in tanti modi, ci fu quella dei neri e dello zio Tom pretesa dagli americani sudisti, oggi si profilava quella che l’alta e feroce finanza e un’orrida politica volevano imporre alla Grecia, culla della civiltà e dei più nobili pensatori. Caro Robin Hood, ho accolto la tua vittoria prima con incredulità, poi con le lacrime agli occhi. E vi spiego perché.
GRECIA, L’INCREDULITÀ / IL PESSIMO GIORNALISMO (NON SOLO) ITALIANO.
L’incredulità? Conoscevo e miei polli, e tuttavia ero intimorito e influenzato dal coro dei sudditi: tutto si sarebbe giocato sul filo di poche migliaia di voti, comunque il successo del SÌ era considerato sicuro. La massa dei commentatori e reporter erano sugli attenti e i poteri forti, a prescindere. Per citarne una, eloquente che il Corriere abbia raccolto anche la fondamentale opinione di Federico Moccia, una volta (quando aveva bisogno di me) mio amico, astuto autore e scrittore, irresistibile cazzaro in tivù. Un altro esempio dimenticabile? Antonio Ferrari, inviato e opinionista del Corriere. Perché lui, tra mille nomi possibili? Perché lo conosco, lo svezzai quando ero al Secolo XIX, nei primi anni settanta. Aveva molto talento, estro e – sembrava – anche coraggio. Poi Piero Ottone, forse per snobismo, lo portó in via Solferino, e lì cominciò la fine di Antonio. Annegò intelligenza e talento nella carriera (comunque rispettabile) e nelle buone e corrette maniere. Dopo più di quarant’anni, faccio fatica a ricordare una sua idea, un guizzo, un lampo, un segno della sua qualità. No! Sempre un compitino educato, corretto, mai irriverente. Nel caso della Grecia non poteva non sostenere e prevedere la vittoria del SÌ, e il bello è che ieri sera, a risultato acquisito, non accettava il voto, opinava (sempre garbato é ammodino), disquisiva… Eppure vive in Grecia, ha amici greci, la moglie greca… Della ribellione popolare non ha avvertito nulla. Uno tra mille e mille, il buon Ferrari. Ma purtroppo per loro (nessuno si scuserà per la brutta figura) il NO ha vinto 61-39. Mica un’inezia! Mica nespole, avrebbe detto mio nonno.
GRECIA , L’EMOZIONE / HANNO VINTO ORGOGLIO E DIGNITÀ
E perché mi sono emozionato e commosso? Perché il referendum ci ha regalato qualcosa di meraviglioso e di insolito. Sulla paura, sulla ferocia dei numeri, su qualsiasi riflessione fondata su opportunità e convenienze ha prevalso la reazione, orgogliosa e dignitosa di un popolo, di fronte all’oppressione. Sono con la Grecia, virtuale patria della mia cultura ed educazione, madre della nostra civiltà. Non sono con la Grecia delle dittature, dei politici inetti e incapaci che (come in Italia) hanno devastato il loro Paese. Sono con Tsipras, senza alcuna colpa per i debiti e la disfatta che ha ereditato… Alexis ha fatto ciò che ogni buon padre di famiglia avrebbe fatto per salvare i suoi cari: ha tergiversato, ha chiesto tagli e dilazioni, compromessi, ha chiesto il tempo necessario per uscire da una situazione altrimenti irrimediabile. Ha giocato una complicata e disperata partita di poker, e l’ha vinta, rischiando anche una possibile e cocente sconfitta (per poter vincere bisogna poter perdere!). Non so, credo che nessuno sappia come andrà a finire. Sono tra i pochi che pensano che due più due in situazioni di emergenza non può fare quattro, ma DEVE fare cinque. Non credo che la Germania, accudita da tanti scudieri, possa e voglia insistere con l’ottusa determinazione a non cedere nulla, a non trattare, a non capire che un accordo, se si vuole salvare l’unità europea, è indispensabile. Del resto, il punto cruciale è proprio questo: val la pena di salvare questa miserabile Europa?
IL CORRIERE DELLO SPORT E HIGUAIN. MA PER FAVORE…
Titolo del mio adorato CorSport, in prima pagina in alto: “Higuain, basta tirare i rigori, ne hai sbagliato davvero troppi”. Sempre in prima pagina, in basso, nella mitica rubrica “L’angolo acuto” (che di acuto non ha proprio niente): “Sbaglia tanto dagli undici metri. E allora? Non è da un rigore che si giudica un giocatore. Higuain resta un formidabile attaccante.” Caro direttore Paolo De Paola, tu sei quello che è riuscito a far adirare il tuo editore, e non c’entravo nulla! Questo, vabbè, puoi anche dimenticarlo (io, no). Però non dovresti dimenticare che il Corriere dello Sport è stato diretto da fior di campioni di giornalismo, tra gli ultimi Antonio Ghirelli e Giorgio Tosatti . La smetti, per favore, di trascinare tanto in basso il nostro malcapitato giornale, che ti hanno inopinatamente affidato?
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06.07.15