“Bisogna essere santi/ per essere anche poeti:/dal grembo caldo d’ogni nostro gesto, / d’ogni nostra parola che sia sobria, / procederà la lirica perfetta/ in modo necessario ed istintivo./ Noi ci perdiamo, a volte, ed affanniamo/ per i vicoli ciechi del cervello,/ sbriciolati in miriadi di esseri/ senza vita durevole e completa;/ noi ci perdiamo, a volte, nel peccato/ della disconoscenza di noi stessi./ Ma con un gesto calmo della mano,/ con un guardar “volutamente” buono,/ noi ci possiamo sempre ricondurre/ sulla strada maestra che lasciammo,/ e nulla è più fecondo e più stupendo/ di questo momento di conciliazione.” (Alda Merini, “Santi e poeti”, 2 dicembre 1948).
ATTUALIZZANDO… ALLA RADICE DEL MOVIMENTO CONTRO LA RASSEGNAZIONE
Mi sia consentita questa indulgenza affettiva verso la poesia. Utilizzo i versi della eccelsa Alda Merini per spiegare cosa ci sia, tra tanti altri impulsi, alla radice del nostro movimento contro la rassegnazione. E’ una debolezza umana giustificabile e diffusa quella di cadere un peccato della disconoscenza di noi stessi, ma con un guardar “volutamente” buono ci possiamo ricondurre alla riflessione e alla strada maestra. E posso testimoniare che niente è più fecondo di questo momento di conciliazione, come Alda ha scritto sessantasette anni fa.
LETTERE 1./ SOCRATE INTERVENGA SUL CAOS DELLE PENSIONI
Mi scrive, da Venezia, Franco Bellino (franco.bellino@francobellino.it) “Caro Cesare, una domanda ingenua nella speranza che tu o uno di “Alle cinque della sera” mi sappia rispondere. Dovendo scontare la colpa di avere versato per circa 40 anni faraonici contributi, non mi verranno restituiti i soldi indebitamente trattenuti. Chi invece non versava contributi o ne versava pochissimi, verrà rimborsato. Va bene. Ma almeno la mia attuale pensione non dovrebbe dal prossimo mese tornare alla cifra che sarebbe stata giusta se non ci fosse stato anni fa l’ingiusto blocco delle indicizzazioni ? Nessuno ne parla. Non ci sono soldi, si sa. Non mi restituiranno il maltolto, ma almeno l’errore si dovrebbe correggere, o no ? Che ne dice Socrate ? Tuo Candide.” Rispondo: capisco il tuo malcontento e quello di milioni di italiani, ma non voglio e non posso risponderti nel merito. “Socrate” funzionerà così: sul territorio, gli amici che hanno dato adesione faranno ciò che è loro possibile per sostenere il movimento a sostegno del merito (e dei diritti dei cittadini), contro la rassegnazione e tutti i pregiudizi. E tu, caro Bellino, sei invitato ad agire su Venezia. Quanto alla competenza sui problemi specifici – tu metti il dito nella piaga delle pensioni – individueremo via via dei personaggi che abbiano qualcosa da chiarire, senza retorica e senza superficialità. In questo caso, mi rivolgo a tutti e a qualcuno, qui, pubblicamente: a Riccardo Ruggeri, tra gli opinionisti più colti e indipendenti nel mare magnum (pochi sono apprezzabili!) che si esprimono oggi in Italia, sui giornali – lui scrive su Italia Oggi. Mi rivolgerò anche ad altri, ovviamente.
LETTERE 2. / SOCRATE RESTRINGA I TEMI: MEGLIO UN ASILO NIDO O L’UNIVERSITA’?
Un amico di Milano, un manager molto intelligente e ben documentato (purtroppo non vuole firmarsi, e ricordo che rispetto sempre la privacy di coloro che lo desiderino) mi consiglia di restringere i temi delle battaglie di “Socrate” e di concentrarsi su pochi e chiari argomenti, che riguardino i problemi reali della gente. Questo mio amico è molto ottimista sul futuro italiano, ma riconosce che ci sono grossolane contraddizioni e sprechi che tormentano gli italiani. Mi ha fatto un esempio: si fanno pochi figli anche perché niente favorisce lo sviluppo delle famiglie e mi dice: dovresti batterti per un maggior numero di asili, scuole materne e picchiare duro sull’eccessivo numero di università, di facoltà e di sedi periferiche delle università. Rispondo: a me – mi considero un disperato ribelle, utopista e idealista, un liberale assoluto con tentazioni e indulgenze anarcoidi – a me sinceramente piacerebbe segnalare e spendere energie, tutti uniti, contro ogni malessere, contro ogni ingiustizia. Ma il suggerimento dell’amico manager (lui sostiene, a ragione, che se in Italia si ricomincerà a fare figli, la fiducia – sentimento positivo – e lo sviluppo economico ne trarrebbero beneficio e impulsi produttivi) va raccolto e rilanciato. Dibattito aperto, e anche in questo caso confido in interventi di esperti e tecnici.
MEDITATE, AMICI, MEDITATE. I POVERI SEMPRE PIU’ POVERI…
Da un articolo di Enzo Bianchi su “La Repubblica” di stamattina: titolo, “La vergogna del cibo che rifiutiamo di condividere. Così abbiamo perduto il senso del bene comune”. Ecco un passo significativo: “Il cibo, che ci dà la vita e senza il quale muoriamo, è la prima realtà che va necessariamente condivisa… Ma meno del 20% della popolazione possiede l’86% della ricchezza mondiale. La diseguaglianza planetaria, a partire dell’ingiusta ripartizione del cibo, dovrebbe farci provare vergogna”.
LETTURE 1. / CLAUDIO CERASA MOLTO SEVERO VERSO IL GOVERNO RENZI
“I numeri sulla crescita dicono che sull’economia non esiste nessun effetto Renzi”, questo è il titolo, sul Foglio del lunedì, di un articolo di Claudio Cerasa, il giovane direttore che ha preso il posto di Giuliano Ferrara, al timone del piccolo (ma indispensabile) quotidiano di opinione. Cerasa era stato individuato come un colto e ispirato, informato, sostenitore del premier. L’articolo si rivela educatamente crudo e oggettivo, esclude riconoscimenti – per quanto riguarda la linea economica – al governo. Con un ammonimento inesorabile conclusivo, alla fine delle esposizioni dei numeri. “… il capo del governo dovrebbe sap che alla lunga spacciare gli aiutini europei come frutto del proprio lavoro rischia di portare il Paese su una strada pericolosa… quando gli aiutini non ci saranno più. A finire il crisi non sarebbe soltanto il Paese, ma sarebbe anche chi lo guida.” Concordo…
LETTURE 2./ E GIULIANO FERRARA SOSTIENE I PRESIDI
Sempre sul Foglio del lunedì, Ferrara, polemico e appuntito come d’abitudine, scrive: “… sono stato istruito dal gramscismo e crocianesimo di Togliatti, da un partito che evocava lo studio come fatica e duro tirocinio, non come fessa creatività spontaneista. Ma anche la buona scuola mi va bene, l’importante è la simbolica restaurazione del latino predicata dal Grande Boy Scout, e tutto il resto.” E ancora, quanto alle manifestazioni e ai manifestanti: “Non sopporto l’automatismo sciocco delle loro menti. La sintonia con cui si ritrovano con il mondo dei talk show e delle inchieste andanti… Non sopporto il loro fronte comune, corporazione e movimento insieme, e tutti contro il signor o la signora preside, con argomenti veramente primitivi.” Ottimo. Siamo o non siamo contro gli odiosi pregiudizi. A-riconcordo!
ANAS, CIUCCI ADDIO. ARMANI PRESIDENTE E AD
Finalmente, dopo nove anni, sono state formalizzate le dimissioni dell’ultimo (forse) boiardo di Stato, Pietro Ciucci, ex dominus di Anas. Immediate le nuove nomine: presidente e amministratore delegato Gianni Armani, nel consiglio di amministrazione due figure femminili: Cristiana Alicata, ex Fiat, e Francesca Moraci, architetto ed esperta di urbanistica a Reggio Calabria. Un ciclo si è chiuso, ha dichiarato lo stesso Ciucci, al momento del suo congedo, rivendicando risultati di bilancio eccellenti, ma senza una parola di riferimento alle infinite contestazioni e critiche. Alla guida di Anas arriva Armani, già amministratore delegato di Terna Rete Italia: ha superato altre valide opzioni possibili (Mario Virano e Domenico Arcuri). Si spera che per Anas si apra un nuovo capitolo, a cominciare dalla ultimazione dei lavori sulla Salerno – Reggio Calabria… Ma La Repubblica di questa mattina spiega che l’autostrada, “nata storta”, non sarà finita entro il 2016. Quando mai arriverà un’indagine, giudiziaria o giornalistica, sulle malefatte che hanno provocato questo scempio? Secondo l’inviato Fabio Tonacci, il viaggio lungo l’autostrada infinita tra promesse e cantieri, mancheranno 43 chilometri di corsie di emergenza. Al minimo.
PICCOLI PIACERI/ UN RISTORANTINO DI PESCE IN VIALE MAZZINI
Si chiama “Sette gradi a nord. Spuntino pesce e vino”, in viale Mazzini 7, in una posizione strategica ottimale, a due passi dalla Rai e da Finmeccanica. Come faccio ogni tanto, vi segnalo qualche buon indirizzo. In questo caso, il nome del ristorantino è complicato, ma sul cibo e la cucina tutto è semplice ed elogiabile. Si tratta di un ex bar, trasformato in ristorante dal solerte Claudio, ai tavoli la fidanzata. Il pesce è eccellente, l’accoglienza cordiale e amichevole. Qualche osservazione critica? I tavolini e le sedie un po’ “alla buona”, da sostituire con il prevedibile e crescente successo del locale, un po’ lento il servizio ai tavoli. Ma la sostanza è ciò che conta, a pranzo “Sette gradi a nord” è affollatissimo, la sera – al fresco – andrò a verificare.
cesare@lamescolanza.com Si pregano tutti i lettori, in particolare quelli desiderosi di aderire al movimento di opinione “Socrate”a sostegno del merito e contro la rassegnazione i pregiudizi, di scrivere a questo indirizzo: Lanza risponderà privatamente o pubblicamente, qui. Con le adesioni aggiungete nome e cognome, città di abitazione, se possibile età e lavoro, ogni riferimento utile per le comunicazioni. La privacy sarà rispettata per tutti.
19.05.15