“Con rare e ben note eccezioni, nel dopoguerra Roma non sempre è stata guidata da personalità di spessore adeguato. Sulla poltrona di sindaco si sono seduti anche palazzinari, piccoli funzionari di partito, autentiche macchiette dei potentati locali… Il risultato è che il Comune di Roma oggi paga oltre 60mila stipendi, più del doppio dei dipendenti italiani del gruppo Fiat, offrendo ai cittadini servizi scadenti.” (Paolo Conti e Sergio Rizzo, Corriere della sera, venerdì 28 febbraio 2014).
ATTUALIZZANDO… L’ANALISI DI RICCARDO RUGGERI
Lascio la parola, oggi, a Riccardo Ruggeri – citando un passo di un suo eccellente articolo, pubblicato su “Italia Oggi”. La tragedia italiana non ha radici diverse da quelle del dramma romano. “L’establishment ripete fino alla noia: teniamoci questo premier, se del caso turiamoci il naso, ma lo si sappia “dopo Renzi non c’è nulla, solo becero populismo”. Teniamoci pure Renzi, ci mancherebbe altro, specie se lo vuole la maggioranza, ma da vecchio signore che ne ha viste e sentite tante, non condivido questo modo ricattatorio di ragionare. Quando le élite europee imposero a Napolitano di sostituire Berlusconi con un podestà forestiero, dal nome curiosamente italiano, dissero che eravamo sull’orlo del precipizio, e dopo di lui ci sarebbe stato solo del “becero populismo”. Era falso. Oltretutto il podestà ne combinò di tutti i colori, nel precipizio ci cacciò lui, per uscirne pagammo un prezzo altissimo. Finalmente, grazie al voto (benedetto!), ce ne liberammo. Bersani non volle fare le larghe intese (nel mondo occidentale, ormai le fanno tutti, sono connaturate con la Grande Crisi, persino Obama non governerebbe senza l’aiuto dei repubblicani), seguì Letta: l’ultima chance, si disse. Travaglio ha ricordato i commenti di prestigiosi personaggi di un anno fa, che in sintesi ci dicevano: “se cade Letta, dopo ci sarà solo il “populismo becero” (l’unico cambiamento è stato lessicale, ora il sostantivo precede l’aggettivo). Adesso si ricomincia, dimenticando che la Francia sopravvisse a De Gaulle, UK alla Thatcher, gli Stati Uniti a Reagan, il popolo ebraico a Mosè, figuriamo se noi non possiamo sopravvivere a Renzi. Nessuno però si pone il vero problema di quest’epoca. Perché non ci chiediamo se non siano politicamente “becere” le élite che ci governano da oltre 60 anni? Siamo sicuri che questa Classe Dominante euro-americana, liberal, giacobina, calvinista, abbia ancora la dignità morale di governare? Sono campati bene (loro), dilapidando le ricchezze altrui, solo grazie alla cortina di ferro, caduto il muro, il vero collante di una struttura marcia, subito si palesò la nudità del Re, altro che “Fine della Storia”. Per avere un futuro, dobbiamo liberarci di tre generazioni della Classe Dominante attuale, la mia; quella dei “baby boomer” (1946-64), oggi al potere, di gran lunga la peggiore, infine quella detta “X” (1965-83). Questi, tecnicamente “falliti” da anni, pur di rimanere al potere stanno distruggendo la classe media, impoverendola in modo drammatico. La logica vorrebbe che semmai fosse questa classe ad andare al potere, portando energie nuove, anche un po’ “becere”.
TELEFONATA NOTTURNA DI RENZI A MARINO
Il sindaco di Roma aveva minacciato di bloccare la città, lunedì, sospendendo tutti i servizi, se dal governo non fossero arrivati i fondi promessi e indispensabili per salvare l’amministrazione comunale dal fallimento. Mi hanno detto che Renzi gli ha telefonato, di notte, e – come si dice a Roma – “se l’è mangiato vivo”.
TELEFONATA DI SGARBI E SABRINA COLLE
Io sono stato più fortunato. Dormivo tranquillamente godendomi il sonno dell’ingiusto, mi ha svegliato dopo mezzanotte una telefonata di Vittorio Sgarbi, che mi ha passato al volo la fidanzata Sabrina Colle. Questa donna deliziosa, sempre garbata (dolce stil novo, o esagero?), stava dicendo a Vittorio che i miei interventi al Festival di Sanremo erano, bontà sua, apprezzabili e condivisibili. La coppia era a cena, a Siviglia, chissà se per vacanza o per lavoro. E Sgarbi mi ha chiamato per dire alla fidanzata di parlarmi direttamente. Una gioia per lo spirito e per la mia vanagloria. Purtroppo ero assonnato. Colgo l’occasione per stigmatizzare che Sgarbi non sia stato invitato a Sanremo. Non ci sarebbe stato bisogno del mio piccolo contributo, per aggredire la melassa insopportabile del Festival, la noia, i necrologi, i finti suicidi, il massacro di Faber da parte dell’irrispettoso figliolo e di Ligabue, i sermoni ipocriti, eccetera. Vittorio avrebbe travolto tutti e tutto. Lui è il simbolo del talento sciupato, in un’Italia che va a pezzi. E sapete perchè? Perchè il suo senso dell’umorismo alla fine prevale su tutto. E a Sgarbi, più che aggredire, piace irridere. Alla fine butta tutto in coglionella. Uno spasso, un sublime regalo per gli intelletti che sanno capirlo, perle per i porci che non riescono a intendere. Se riuscisse a contenere il gusto per lo sberleffo e per il paradosso, sarebbe il più meritevole capo o, quanto meno, portavoce della destra italiana. E’ colto, è un affabulatore convincente, non ha paura di nulla… Comunque, a me piace così. Quanto a Sabrina, ringrazio e, sperando di rivederla presto, torno a dormire.
DOMANDE REALISTICHE, RISPOSTE DIFFICILI
Suscitano più scandalo, e vergogna per il nostro Paese, le ragazzine di Ventimiglia che si vendono per 30 euro, o lo show ribaldo di Schettino su quel che resta della Concordia? Le due notizie sono in prima pagine sui giornali di oggi. Non mi sono mai negato a risposte difficili. A mio parere, è più riprovevole Schettino: perchè non è stato all’altezza delle responsabilità che gli erano attribuite, perchè ha tentato di smantellare il valore di due riferimenti meravigliosi, il primo è che siamo un Paese di grandi navigatori, il secondo è che il comandante è l’ultimo a lasciare – se decide di lasciarla – la nave. Le ragazzine sono quattordicenni che mi procurano compassione, stordite e mal educate non posso dire dalle loro famiglie (tradizionali e ignare, non davano neanche il permesso a quelle bambine di uscire la sera), ma certamente dalla bieca società in cui viviamo – in cui l’infanzia certo non è protetta come si dovrebbe. Per Schettino ci auguriamo una condanna esemplare, per le due ragazze la rieducazione e il recupero sono traguardi possibili e auspicabili.
MODESTA PROPOSTA PER GARANTIRE L’ONESTA’ DI CHI CI GOVERNA
Prima di assumere l’incarico, i designati ministri, sindaci, assessori, tutti coloro che sono chiamati a svolgere un lavoro pubblico nell’interesse della comunità, dovrebbero sottoporsi all’esame della macchina della verità. Ho confidato questa mia idea a uno dei miei amici che considera (purtroppo) la politica come orribile spazzatura e mi sono sentito rispondere: “Perchè usare la macchina della verità solo prima? Anche dopo, alla fine dell’incarico. Per recuperare il mal tolto. E’ l’occasione che fa l’uomo ladro… Anche se entri in politica vergine e onesto, alla fine ne esci farabutto!” Riferisco (senza condividere) solo per dare un’idea della sfiducia con cui è considerata la nostra classe governante, o la Casta, o lor signori – chiamatela come volete, tutta l’erba è diventata un unico fascio.
28-02-2014
* Se volete scrivetemi a cesare@lamescolanza.com : tutto ciò che volete, leggerò e – se è utile al dibattito sempre aperto in questo diario – pubblicherò.