OGGI VI DICO CHE… IL CORPO GRIDA QUELLO CHE LA BOCCA TACE

“Il raffreddore “cola” quando il corpo non piange. Il dolore di gola “tampona” quando non è possibile comunicare le afflizioni. Lo stomaco “arde” quando le rabbie non riescono ad uscire. Il diabete “invade” quando la solitudine duole. Il corpo “ingrassa” quando l’insoddisfazione stringe. Il mal di testa “deprime” quando i dubbi aumentano. Il cuore “allenta” quando il senso della vita sembra finire. Il petto “stringe” quando l’orgoglio schiavizza. La pressione “sale” quando la paura imprigiona. Le nevrosi “paralizza” quando il bambino interno tiranneggia. La febbre “scalda” quando le difese sfruttano le frontiere dell’immunità. Le ginocchia “dolgono” quando il tuo orgoglio non si piega. Il cancro “ammazza” quando ti stanchi di vivere. Ed i tuoi dolori silenziosi? Come ti parlano attraverso il tuo corpo?La malattia non è cattiva, and ti avvisa che stai sbagliando cammino.” (Alejandro Jodorowsky, advice scrittore, fumettista, saggista, drammaturgo, regista teatrale, cineasta e poeta cileno naturalizzato francese.)

ATTUALIZZANDO…. GIANNI BRERA, VERDONE E UN LIBRINO SU ANSIA E SAGGEZZA

introduzione alla vita saggia

La malattia è un conflitto tra la personalità è l’anima: cito sempre Alejandro Jodorowsky. Vi consiglio di cercare in libreria o di richiederlo all’editore, l’esemplare Mulino, un intrigante pamphlet di Gianni Brera: “Introduzione alla vita saggia”. Non ne conoscevo l’esistenza, è un librino pubblicato a suo tempo dalla casa farmaceutica Sigurtà e recuperato oggi, per un’ottima iniziativa del Mulino. Il volumetto è impreziosito da una irresistibile e colta (per la sua scienza nel settore farmaceutico!) prefazione di Carlo Verdone, e da una postfazione di Paolo Brera, figlio di Gioann. Vi assicuro che è una lettura deliziosa. Di solito le prefazioni si scrivono per obbligo, o per soldi o per fare un piacere a qualcuno… Verdone, qui, si impegna ed è molto divertente. Insinua che probabilmente Sigurtà, a suo tempo, avrà supplicato Brera, per utilizzare il libro come lancio di un nuovo ansiolitico. Poi ricorda le sue pene e la sua soddisfazione per l’uso di alcuni farmaci, per controllare l’ansia: ricorda che il medico di famiglia, il professore Gerardo D’Agostino, grande diagnostico, cominciò a prescrivergli il Serpax quando aveva vent’anni, dopo una visita molto originale. Le cose andarono così: D’Agostino chiese di leggere le poesie, che il giovane Carlo all’epoca scriveva. I titoli delle prime quattro erano: “Ombre”, “Autunno”, “Anonimo sepolcro”, “Affanno”. Il prof non ebbe bisogno di altre indagini, strappò un foglio dal ricettario e sbrigativamente ordinò la cura, una compressa al bisogno. Per quanto tempo? Per tutta la vita! Verdone aggiunge che la sofferenza da ansia è anche un beneficio che ti regala la vita. “Io sono stato un campione di benzodiazepine e non mi vergogno affatto di dirlo… Sono state delle compagne in giornate particolari o in alcuni periodo difficili, molto affidabili ed efficienti. Ma ora le ho abbandonate con un filo di tristezza.” Insomma, nulla di male se per arrivare all’equilibrio e alla saggezza stabile sia anche necessaria ogni tanto una pillola, beninteso senza mai arrivare alla dipendenza. Nella postfazione, Paolo Brera scrive che per il papà “la saggezza era vistosamente assente dalla sue scelte di vita. Ai bivi dell’esistenza spesso sceglieva da sconsiderato…”. Ed ecco un piccolo giallo, affido la soluzione ai lettori più curiosi. Verdone scrive che Sigurtà era famosa per un farmaco eutanasico per i veterinari. Paolo ricorda che davvero Sigurtà fu l’editore del libro per sostenere un ansiolitico, e però aggiunge di aver controllato sul web senza trovare tracce di Sigurtà farmaceutici, “se non come editore, collegato in modo imprecisato con il sublime agente Eric Linder, che era anche l’agente di Gianni.” Mi fermo qui, sennò rischio di trascrivere tutto. Leggete e mi ringrazierete.

BRITTANY. SELVAGGIA LUCARELLI HA SCRITTO… 

selvaggia lucarelli

“Il Vaticano afferma che Brittany, decidendo di porre fine alla sua vita, è morta senza dignità. Caro Monsignor Carrasco, immagino che il suo concetto di morte con dignità sia un’interminabile, lenta, dolorosa fine tra convulsioni, paresi, cecità, confusione mentale, perdita di memoria, cefalee e mille altre piacevoli e dignitose conseguenze del tumore al cervello. Spero non debba provarla sulla sua pelle, una fine così dignitosa. Io preferirei lasciare questo mondo risparmiando a me il dolore fisico e ai miei cari quello emotivo, nel vedermi abbrutita e sfigurata dalla malattia. Non è solo un fatto di dignità. E’ amore. Per se stessi, per gli altri e per la vita, che è una cosa meravigliosa e che quando si può, quando si ha il lusso di poter scegliere per se stessi, va lasciata con dignità e consapevolezza, non con la bava alla bocca. Non quando non riesci più a distinguere neanche più tua madre dal pappagallo ai piedi del letto.” Grandissima, la Lucarelli: la stimo, l’adoro per la sua libertà di mente anche quando (raramente) non sono d’accordo con lei.

NON CI SONO PIU’ I COMUNISTI DI UNA VOLTA

comunismo

 A chi non piacesse, chiedo scusa per il tormentone: lo chiudo (forse) oggi. Nei giorni scorsi ho chiesto ai miei lettori di darmi qualche consiglio: ho acquistato a Sofia, per pochi euro, due quadretti con due immagini di Lenin. Non so a chi regalarli: non ci sono più i comunisti di una volta! E ho chiesto aiuto ad amici e visitatori. Scelgo, tra le altre, tre risposte: La prima è del giovane Tiziano Rapanà:  “Caro Cesare, ecco chi proporrei: 1) Salvini, perché si professa più a sinistra del PD, autonominandosi “Comunista Padano”. 2) Silvio Berlusconi… tuttavia per il presidente del Milan, suggerisco una modifica. Non ci sono più i comunisti di una volta…puoi rilassarti.”  La seconda è del vecchio amico Gianìn Bonelli, ex memorabile dominus della vita politica in Liguria, oggi ultra ottuagenario ma di mente sempre fresca e autorevole: “Se proprio vuoi regalare le immagini di Lenin, suggerirei di attenerti alle regole (tanto in voga) della parità dei sessi. Dunque una dovrebbe andare ad una donna. I nomi non mancano. Dalla Finocchiaro alla Boldrini passando per Boschi, Madia ecc.  Senza escludere la …Bindi. Io, però,  suggerirei Alessandra Moretti. Per il suo bel viso rinascimentale, per le sue ottime prospettive  e per la sua….ascendenza (lei sì che se ne intende).” L’ultima è di un amico genoano, Edoardo Bus: “Io Lenin lo regalerei a due belle signore “rosse” come la Boschi e la Madia (o Lorenzin).Ottimo. Rifletterò e (non) vi farò sapere, a meno che non ci siano sviluppi divertenti.

MATTEO SALVINI CRESCE, NON SOLO IN TELEVISIONE

matteo salvini

Da segnalare – ne parlerò anche su ILDECODER.COM – l’ascesa del segretario della Lega. In televisione, ma anche negli indici dei consensi. Salvini dice cose di buon senso e le dice con energia e chiarezza. Sta demistificando la Lega come sinonimo di anti meridionalismo, per non dire razzismo. E a me piace perché, mentre tutti si riempiono la bocca di critiche tortuose e confuse alla burocrazia, lui ha annunciato una proposta concreta e precisa, per semplificare i problemi in maniera drastica, in un settore cruciale, quello fiscale: una tassazione unica ed esaustiva per tutti, intorno al 15% dell’imponibile.

cesare@lamescolanza.com

05.11.14