I cantanti più bravi secondo Caterina Caselli:
1 Andrea Bocelli
2 Bono
3 James Brown
4 Ray Charles
5 John Lennon
6 Freddy Mercury
7 George Michael
8 Luciano Pavarotti
9 Frank Sinatra
10 Sting
*N.B. E’ stato preferito l’ordine alfabetico a quello di merito
Le cantanti più brave secondo Gino Paoli:
1 Barbara
2 Maria Betanha
3 Maria Callas
4 Ella Fitzgerald
5 Juliette Greco
6 Billie Holliday
7 Edith Piaf
8 Elis Regina
9 Ornella Vanoni
10 Sara Vaughan
**
Le canzoni più belle secondo Renzo Arbore:
1 Stardust
2 Les Feuilles Mortes
3 Our Love is here to stay
4 O Sole mio
5 Yesterday
6 Round Midnight
7 Nel blu dipinto di blu
8 Era de’ maggio
9 Solamente una vez
10 Corcovado
(Federico Bini e Alberto Tonti, “Il Libro delle classifiche”, Garzanti 2000)
ATTUALIZZANDO.. ALLA VIGILIA DI SANREMO
La prossima settimana sarò al Festival di Sanremo, per “La vita in diretta”. Conoscete il mio amore, ovvero una vera e propria fissazione, per le classifiche. Mi è capitato tra le mani un librino pieno di classifiche divertenti, dell’anno di grazia 2000. Sono passati quattordici anni ma penso che le tre testimonianze di Caterina Caselli, Gino Paoli e Renzo Arbore – tutti e tre presenti all’Ariston -, la prima come grande discografica, Gino e Renzo come ospiti di Fazio – siano tutt’ora interessanti. Non credo che le canzoni che ascolteremo a Sanremo saranno meritevoli di entrare in questo tipo di classifica di merito, ma non si sa mai. Negli ultimi quattordici anni qualche novità c’è stata: per esempio, “L’emozione non ha voce”, di Gianni Bella e Mogol, cantata da Adriano Celentano, mi fa (quasi) impazzire. E mi dispiace che Caterina Caselli abbia dimenticato non solo Adriano, ma anche Lucio Battisti, e soprattutto i Beatles: Arbore, a “Yesterday” avrei preferito “Hey Jude”. In assoluto, gli Abba (due maschi e due femmine) sono il mio cult, insostituibile.
LETTA, RENZI E LA POLITICA CHE FU
“L’ipotesi di Matteo Renzi a Palazzo Chigi al posto di Enrico Letta è stata definita nell’ordine: fantascientifica (sette giorni orsono), impossibile (sei giorni fa), improbabile (cinque), complicata (quattro), non del tutto peregrina (tre), forse praticabile (due), imminente (ieri), quasi certa (stamattina all’ora di colazione)”, ha scritto Alessandro Robecchi sul neonato quotidiano “Pagina99” (da ieri in edicola, Auguri di cuore!). Folgorante. Questa altalena della staffetta, o come diavolo volete chiamarla, mi ha stufato già da tanti giorni. E mi deprime pensare come l’elite della politica (mentre mezza Italia ha problemi di fame e di estremi bisogni), continua a masturbarsi, atti osceni in luoghi istituzionali, con questo nuovo interrogativo. Ma che ci frega? Si ripeterà ancora una volta l’ennesimo imbroglietto, un Renzi non votato alle elezioni, ma solo alle primarie del suo partito, che si insedia a Palazzo Chigi, come un Monti qualsiasi? E poi, siete sicuri che gli convenga? O riusciremo a bruciare anche questo golden boy promettente, buttandolo senza legittimazione nella palude che ha fatto fuori altri giovani e vecchi talenti? Se fossi amico di Letta gli direi: “Mollagli un cioccolatino avvelenato, resterai una dignitosa risorsa, come si dice, per il futuro.” Se fossi amico di Renzi, gli direi: “La gatta frettolosa, eccetera.. Aspetta i tempi indispensabili per decenza, mezzo mondo penserà di te quello che a suo tempo pensò di D’Alema, quando prese il posto di Romano Prodi.” E allora? Fate la legge elettorale e poi, subito, elezioni, elezioni!
D’ALEMA, NON E’ VERO QUEL CHE E’ VERO..
.. ma quel che appare. Particolarmente, e da vecchia volpe della politica Lei lo sa benissimo, specialmente negli intrighi dei partiti e del potere. Oggi, e già lo ha fatto qualche volta, Lei, caro D’Alema, riconosce di aver commesso un errore. Oggi, in prima pagina sul Corriere della Sera, in una lettera, interviene sul brutto episodio della staffetta tra Prodi e Lei, nega che ci siano somiglianze con l’attuale possibile alternanza Letta-Renzi. Il suo articolo è documentato, convincente e chiama in causa tanti possibili testimoni, che – secondo lo sciatto stile del giornalismo italiano di questi anni – non saranno consultati da nessuno. E tuttavia Lei, D’Alema, pagò carissimo quell’errore: perché tutti o quasi si fecero un’opinione negativa, in base a ciò che appariva, e non secondo un’intuibile ma inafferrabile verità.
NOMINE PUBBLICHE/CATTANEO (CON SABRINA?) PUNTA ALL’ENEL
Meraviglioso, glaciale silenzio intorno alle ipotesi sulle nomine nelle aziende pubbliche, in scadenza, come Eni, Enel, Finmeccanica, Poste.. Tutti fermi e immobili, guai a spostarsi e a posizionarsi in queste ore, prima di capire se alla fine comanderà Renzi o Letta. Da lì, ci saranno terremoti ondulatori e sussultori. Mi risulta che al ministero dell’Economia, la commissione incaricata di esaminare i curricula e di provvedere alla prima scrematura dei candidati, non ha ancora aperto una sola cartella: immobile anche lei, evitare fatiche inutili! Quindi, mi butto nel faceto. Prima di Natale, una splendida Sabrina Ferilli in costume da bagno è stata vista chiacchierare teneramente con il suo grande amore, Flavio Cattaneo. Nella vasca termale dell’albergo Adler a Bagno Vignoni, vicino Pienza, in Val D’Orcia (in paese, ancora se ne parla). Qualche orecchia aguzza ha ascoltato le tenerezze e una bocca fedele mi ha tardivamente informato: la bella coppia parlava anche di Enel, ma non nel senso di luce, energia e corrente elettrica. Per una poltrona ambitissima, quella dove attualmente siede Fulvio Conti. Altre fonti, meno gossipare, e quindi meno autorevoli, mi confermano che l’Enel è proprio un chiodo fisso di Cattaneo, che si è esercitato con personale soddisfazione alla Terna. Il passaggio sembra quasi automatico e naturale, più che probabile. Ma qui viene il bello. Ricordo, e sono testimone, che Cattaneo era riluttante all’idea di alzare le chiappe dalla direzione generale della RAI per passare all’ignota, in apparenza, Terna. Ne parlai con Gianni Letta, che mi disse, autorevole come le vere eminenze grigie, da Richelieu in poi: “Ci andrà, ci andrà.” E Cattaneo ci andò. Ora Fulvio Conti è un signore che managerialmente batterebbe Flavio, 6-0, 6-0. Ma di fronte all’accoppiata Cattaneo e Ferilli, ce la farà?
PICCOLI PIACERI. SE SORELLA IVANA VI DA’ ATTENZIONE..
.. Al ristorante “Le Sorelle” in via Belsiana, passerete una serata deliziosa, con piatti eccellenti, e un’accoglienza di inconsueta gentilezza. Non abbiate timore, Ivana è sollecita e svelta verso tutti, con me è stata impareggiabile. E’ una delle due sorelle che hanno reso importante questo locale. E l’altra sera, in un simpatico tavolone, svettavano certe gnocche olandesi da far paura (almeno a un rottamato come me). In compenso, il miglior amico che posso vantare al mondo, il professor Andrea D’Angelo, giurista e profondo studioso di Proust, è rimasto estasiato da una tartare di manzo speciale e dal tiramisù. E questo mi basta, grazie a Ivana.
12-02-2014
* Se avete voglia, scrivetemi quel che volete: indirizzando però a cesare@lamescolanza.com