OGGI VI DICO CHE…GUZZANTI, L’ARIA CHE TIRA

“Gli italiani sono stati portati per mano a nutrire odio verso la democrazia”,  “Non si fa una nuova legge elettorale perché i politici sono idioti e incapaci, secondo quanto pensa in generale la gente? E’ una balla. Non si cambia la legge elettorale perché non si riesce a trovare un consenso tra le parti: una nuova legge elettorale equivale a cucire un vestito su misura per il partito che poi vincerà le elezioni… Ecco perché l’accordo è difficile”. (Paolo Guzzanti, “L’aria che tira”, oggi a La7)

 

 

 

 

ATTUALIZZANDO… L’IMPULSIVA MUSSOLINI

 

Ho segnalato due chicche di Paolo Guzzanti (scrittore, giornalista, ex parlamentare) nel bel programma di Myrta Merlino, che seguo spesso. En passant, suggerirei alla conduttrice di ridacchiare un po’ meno sulle battute sue e degli altri, per evitare, come succede spesso nei talk, di buttarla in caciara. Questa mattina c’era tra gli ospiti anche Alessandra Mussolini, una simpaticona come Guzzanti: Paolo, nell’ambiente politico e dei giornalisti, è celebrato anche per le sue fantastiche capacità di imitazione, si ricordano perle a proposito di Pertini e Scalfari; non a caso è il papà di Corrado, Sabina e Caterina, i geni non si smentiscono quasi mai. Alessandra Mussolini è simpatica, non solo a me, per la sua impulsività e la sintesi folgorante di alcune boutade. Stamattina ad esempio: “La politica è l’odio organizzato”, ha detto. Cioè, mettere d’accordo persone che la pensano diversamente. Come darle torto? Un’altra sua semplificazione: “Noi italiani siamo alla canna del gas, lo sarebbero anche l’America e il Giappone, che però hanno questa opportunità: stampare come vogliono la loro moneta. Noi, no, non possiamo.” Battute per battute, sempre nel programma de La7, segnalo l’ultima di Roberto Formigoni – che pure avrebbe tanti problemini personali su cui riflettere: “Falchi e pitoni avranno grandi delusioni”. In rima.

 

 

 

 

ALITALIA 1. BASTA UNA PAROLA

 

L’Alitalia perde un milione al giorno. Se lavora. Se non lavorasse, molto meno.

 

 

 

 

ALITALIA 2. CONSEGUENZE DRAMMATICHE, MA SPERO EVITABILI

 

Air France, che pensava di fare un affarone, si è ritirata inorridita. I capitani coraggiosi hanno fallito, com’era prevedibile. Il deficit è quello che è… Dunque? Si annunciando migliaia di licenziamenti. Sono tra quei cocciuti, critici ma fiduciosi, vicini ai lavoratori. Penso che Alitalia sia un patrimonio ancora gestibile. Anche se, forse, è troppo tardi per mettere da parte le favole, i giochetti politici e i vari torbidi movimenti d’interesse tra i poteri forti e i pensierini deboli.

 

 

 

 

ALITALIA 3. QUEL CHE RESTA DI SARMI

 

A proposito sempre di Alitalia, che ne pensate dell’operazione di soccorso fatta da Sarmi con le Poste, su input del governo? Una mia ideuzza ce l’ho. Sarmi è uno dei più abili, politicamente, manager espressi dalla Prima Repubblica. Sa dove mettere i piedi sui terreni minati, qualche volta

lo fa coraggiosamente, qualche volta nell’eterno stile doroteo della tradizione italiana. Vicino a Fini in passato, abile a districarsi nei grovigli romani. La mia ideuzza? Operativamente, se anche ci sperava (ma per rispetto del personaggio non lo credo), Sarmi in Alitalia operativamente non farà nulla. Per me la sua manovra ha un significato semplice semplice: essere riconfermato, dopo vari mandati, alle Poste.

 

 

 

 

LE PALLE D’ACCIAIO. DI CRAXI E POCHI ALTRI

 

Di palle d’acciaio si è parlato molto in questi giorni, dopo la presunta autocelebrazione, in inglese, di Enrico Letta a proposito dei suoi attributi. Per la verità di politici con palle d’acciaio ne ho conosciuti pochi. Uno, Donat Cattin, che andò dal barbiere anziché al Quirinale, per protesta, una volta che fu nominato ministro, ma non gradiva il ministero. Un altro, Andreotti – che le palle non le ha mai esibite, ma erano d’acciaio eccome, e le nascondeva sotto battute ironiche e melliflue – nella lotta tempestosa tra le correnti democristiane, sempre inamovibile al governo; insensibile di fronte agli spaventosi attacchi giornalistici; impunito di fronte all’offensiva dei magistrati. Ma il più grande, per me, è stato Craxi e cito solo pochissimi episodi: quando fu protagonista davanti a Di Pietro in tribunale, ottenendo un silenzio rispettoso da parte di tutti; quando alla Camera pronunciò il memorabile discorso sul finanziamento illecito dei partiti, invitando tutti a negare che si trattasse di un’abitudine comune – e nessuno parlò; quando a Sigonella, giocandosi probabilmente il suo destino, si oppose a Reagan e all’arroganza dei suoi militari, che volevano sottrarre alla nostra giurisdizione la cattura del terrorista arabo.

 

 

 

 

MATTEO RENZI, LA CRUNA DELL’AGO.

 

Un mio amico politico, che ama la sintesi (virtù rara) per proporre le sue analisi, mi ha spiegato in poche parole la mission impossible che si profila per il sindaco di Firenze. Se Renzi diventerà, come tutti affermano, segretario del Pd, si troverà di fronte a una scelta difficile: se, per evitare di logorarsi, butterà giù il governo (come spera Berlusconi), rischia l’impopolarità; se appoggerà il governo, farà un grande regalo al suo unico vero antagonista, il premier Letta.

 

 

 

 

FRANCESCO, ASCOLTA “IL FATTO”

 

Mi riconosco nella posizione del quotidiano di Padellaro e Travaglio, di fronte al Papa. Cito titoli e sommario della loro prima pagina: “Chi ascolta le parole del Papa? Francesco predica, propaganda Fide intasca. I cristiani corrotti sono putridi. Ma il Vaticano fa affari con le suite. Il Pontefice insiste: scandaloso chi dona alla Chiesa ma ruba allo stato. No ai credenti dalla doppia vita. Ma a due passi da piazza Navona un nuovo albergo extralusso con openbar sui tetti di Roma.”

Se non amassi questo nuovo Papa, gli direi: anziché scrivere a Scalfari, occupati di queste cose! Ma, dal momento che gli perdono perfino questa corrispondenza con interlocutori inopportuni, gli dico: nella società di oggi, decadente, corrotta e avvelenata, i tuoi indirizzi candidi e ideali sono rivoluzionari nel linguaggio, ma non bastano. Caro Francesco, hai il potere per dire e per fare: puoi intervenire con cambiamenti concreti, sanzioni, rivoluzione in tutto ciò che allontana dalla Chiesa i credenti delusi e anche i laici che vorrebbero credere.

 

 

12-11-13

 

cesare@lamescolanza.com