OGGI VI DICO CHE… FELLINI VOLEVA VIVERE IN UN’ALTRA EPOCA

fellini“Un paesaggio sia fisico che fantastico,  per gli umori e i personaggi,  in cui mi piacerebbe entrare è quello della favolistica medievale. Mi piacerebbe vivere ad una corte di un re di allora. Ma non sarei amico dei cavalieri e dei guerrieri. Resterei invece incantato a guardare gli stregoni, i maghi, i sacrifici, le apparizioni, i draghi… Anche il ‘700 di Casanova mi piacerebbe. É un secolo che mi pare abbia delle analogie impressionanti col nostro. Basta pensare a Casanova, questo tipo di giornalista cinico, superficiale, ma con grandi lampi di misticismo”. (Intervista di Mino Guerrini a Federico Fellini, 1985)

ATTUALIZZANDO… VOGLIA DI EVASIONE. IN QUALE EPOCA
VORRESTE VIVERE?

30 anni di culturaVi spiegherò nel prossimo paragrafo perché oggi sono molto depresso, scrivo di malavoglia e per questo stato d’animo chiedo scusa ai miei amici e lettori. Mi soffermo su Fellini. Riordinando la mia biblioteca, ho trovato un librino allegato al “L’Espresso” del settembre 1985: “30 anni di cultura”, a cura di Valerio Riva: pensate, era una collana a cura di Paolo Mieli, con la collaborazione di Pierluigi Battista e Giuliano Ferrara. Attimi di gioia e di serenità (ne ho molto bisogno!) puntualmente li ritrovo quando sfoglio e ritrovo vecchi libri. Questo supplemento de “L’Espresso”, all’epoca diretto da Giovanni Valentini, è un vero gioiello. Oltre alla raffinata introduzione di Valerio Riva, autore anche di un articolo molto snob su Hegel, ho riletto superbi articoli di Giancarlo Fusco, Sandro De Feo, Giancarlo Marmori, Manlio Cancogni, Camilla Cederna (una grandiosa intervista a casa di Adriano Celentano), Bruno Zevi, Alberto Moravia e Sergio Saviane (un mio irrinunciabile mito).
Mi dà amarezza pensare che i ventenni e forse anche trentenni di oggi, anche giornalisti, nulla sappiano dell’esistenza di queste, per me e per tanti miei coetanei, indimenticabili firme.
Quanto a Guerrini – grande e infelice – forse al suo posto avrei chiesto a Fellini quali fossero le “impressionanti analogie” tra il secolo di Casanova e il nostro. Ma non importa. Volevo solo trasmettervi la gioia – che presumo condividete – che si prova quando ritroviamo un vecchio libro che ci era molto piaciuto, e di cui avevamo dimenticato l’esistenza.
Ma vi propongo un divertimento: in quale epoca vi sarebbe piaciuto vivere? Io avrei voluto (sono del ’42), essere più adulto negli anni del dopoguerra, quando gli italiani credevano in qualcosa e si erano rimboccati le maniche, per ricostruire un Paese distrutto, vinto, mortificato. Ma solo nel 1960, a diciotto anni, ho cominciato ad avere coscienza di ciò che ci era successo.

DEPRESSIONE, PERCHÉ? LA SITUAZIONE É GRAVE, MA NON SERIA

l'aria che tira myrta merlinoProprio così. Non ricordo chi abbia inventato questa brillante espressione, che ottimamente fotografa l’eterna situazione italiana. Sono depresso di fronte alla notizia delle statue velate, per rispetto (neanche richiesto!) del presidente iraniano. Troppo spesso ciò che accade in Italia è grave, ma non è serio: in questo caso, direi grottesco. Direi anche che mi vergogno, come cittadino italiano, ma non lo dico perché detesto la retorica, e poi è inutile. Basta la depressione.
Mentre scrivo, il mio televisore è sintonizzato su “L’aria che tira”, infelice programma de “La 7”, la tivù di un amico che stimo molto, Urbano Cairo. Le risatine gorgoglianti, le battute, le superficialità della conduttrice Myrta Merlino (un talento sprecato, soffocato dalla vanità) non correggono certo il mio umore. Per fortuna Myrta, o chi per lei, ha scelto come sottofondo musicale le canzoni degli Abba, i miei preferiti. Meglio spegnere, però: tiremm innanz!

BISIGNANI PREVEDE PER RENZI UN VENERDÍ DIFFICILE CON LA MERKEL

luigi bisignaniDi Luigi Bisignani ognuno pensa ciò che vuole, ma una cosa mi sembra indiscutibile: l’intelligenza, che (tra l’altro) lo ha portato a sdoganarsi dall’immagine che gli era appioppata, in un modo elegante e inatteso: come scrittore, come giornalista e opinionista. E pensatela come volete, visto che il personaggio è molto discusso, ma la mia opinione è che pochi pochissimi – oggi – sui giornali scrivono articoli interessanti, come i suoi, su “Il Tempo”. Se volete, su www.lamescolanza.com – il nostro sito tradizionale – potete gustare l’articolo di oggi: Bisi prende spunto da un articolo sul “Frankfurter Allgemeine Zeitung, la Bibbia dell’editoria tedesca letta con puntigliosa attenzione dalle cancellerie di tutto il mondo”, così scrive e prevede che l’incontro con la Merkel di venerdì sarà per Renzi molto delicato. (Il giornale tedesco non rientra tra le mie letture quotidiane e presumo che neanche Bisignani lo legga ogni giorno, dunque piacerebbe sapere chi glielo abbia segnalato).

LETTERA 43 / LA CANDIDATURA DI ALBERTO VACCHI SPACCA
GLI INDUSTRIALI

alberto vacchiQuesto sito è sempre molto interessante e anche questa analisi potete trovarla su www.lamescolanza.com In breve: scrive che “Gianfelice Rocca e Luca di Montezemolo lo spingono per il dopo Squinzi, ma la sua candidatura manda in tilt l’associazione”. L’indiscrezione è che il presidente bolognese, patrio di Ima, sarebbe pronto al passo indietro: perché dopo pochi giorni la candidatura si sta rivelando un boomerang, che ha finito per spaccare Assolombarda, Federmeccanica, gli industriali emiliani ed è riuscita a coalizzare contro di lui pezzi da novanta come lo stesso Giorgio Squinzi, Emma Marcegaglia e Luigi Abete. Sorrido, leggendo, ma la depressione cresce e il sorriso è una smorfia, di fronte alla rivelazione di Lettera 43: “In queste ultime ore agli amici Vacchi ha confessato di essere stato trascinato nell’avventura quasi a sua insaputa da Rocca e Montezemolo che, con Vacchi presidente, sono sicuri di farsi indicare in due posti chiave: per Rocca la presidenza del Sole 24 e per Montezemolo la Luiss, da sempre formidabile centro di potere”.

BALLARÒ, SI APPLAUDE TUTTO E TUTTI, DI CONTINUO

ballaròAvete notato che a Ballarò (martedì su Rai3) qualsiasi intervento, di qualsiasi radice e su qualsiasi argomento, è immediatamente sottolineato da applausi compatti? Ma come si spiega? Come si può essere d’accordo sempre e con chiunque, su tutto e sul contrario di tutto? Chi ha dato questo ordine? Dev’essere un sottofondo? Per me, è solo un fattore fastidioso: la trasmissione è interessante, ma non è esente dalle abituali gazzarre dei talk show. Che ci azzeccano questi applausi continui?

NOMINE / COMIN ENTRA NEL CDA DELLA BIENNALE

gianluca cominGianluca Comin, veneziano, è stato inserito dal ministro Franceschini nel cda della Biennale. Ne sono felice perché apprezzo il valore di Comin, “amante dell’arte e convinto (come me) che la cultura aiuta a crescere l’impresa e il Paese”, ammiro la sua passione e la sua energia. Gianluca è stato un manager potentissimo in ruoli importanti in grandi aziende di Stato. Ultimamente era all’Enel e ne è uscito, soffocato dalle eterne vicende del potere politico: mi è piaciuto che non abbia esitato a buttarsi in un’impresa privata.
Se posso ulteriormente ampliare il mio compiacimento, e tentare di uscire dalla depressione che vi ho confidato, sono sicuro che alla Biennale, con Comin, non ci saranno mai ignobili gaffe come quella delle statue censurate a Roma (ma per decisione di chi?!?), all’origine della mia amarezza di oggi. E con ciò mi fermo e vi do appuntamento a domani.

cesare@lamescolanza.com
27.01.2016