Domenica sul Corriere dello sport (un giornale da me amatissimo, il primo che mi assunse con uno stipendio fisso, ero poco più di un ragazzo) ho pubblicato una lettura in chiave freudiana dei continui colpi di scena nella dinastia berlusconiana. Vorrei condividere con i lettori di 5 della sera il divertissement della mia, rispettosa e spericolata, interpretazione psicanalitica.
ATTUALIZZANDO… BARBARA A SILVIO: “PAPÁ, FATTI PIÙ IN LÀ!”
Il complesso di Edipo e quel Diavolo di Freud.
Nel momento difficile del Milan ci sono anche le ambizioni di Barbara di prendere il posto del papà che, però, è intenzionato a tornare protagonista.
di Cesare Lanza
Il complesso di Edipo. Così si chiama il nodo della crisi che unisce e coinvolge la decadenza di Silvio Berlusconi, le ambizioni del’amata figlia Barbara, la crisi del Milan,
il destino della politica legata al marchio di Silvio. Edipo però non è un grazioso centravanti sudamericano, diciamo un Pato, conquistabile e svendibile sul mercato del calcio, e Sofocle – autore della tragedia greca – non è un centrale degno di raccogliere l’eredità pesante di Maldini e Thiago Silva. Sigmund Freud infine, che interpretò la tragedia su universali valori psicanalitici, non è il campionissimo di cui il Milan avrebbe tanto bisogno: non è l’incompiuto Balotelli, lo stanco Kakà, il leggendario Van Basten, il mitico Nordhal. E’ un illuminato, perfido e diabolico, psicologo. E sulle sue tesi invito tutti, (anche gli ultrà più imbestialiti dalla delusione, anche i politicanti smarriti al seguito dell’ex Cavaliere) a riflettere per capire che cosa stia succedendo nella dinastia dell’uomo più potente in Italia, negli ultimi vent’anni.
Il complesso di Edipo è, in sintesi, il desiderio dei figli di uccidere il padre (o la madre) per assumerne il ruolo, a fianco della madre (o del padre). Un desiderio insostenibile, che nasce dall’amore congiunto all’odio: l’incesto secondo Freud è solo metaforico e anche l’uccisione non è realmente tale, ma solo un tormentoso sentimento che stravolge i delicati rapporti tra genitori e figli.
Non è opportuno qui soffermarsi sull’inconscio impulso che possa aver spinto Silvio Berlusconi a corteggiare, conquistare, sedurre, e alche volta perfino amare, decine (scusatemi: centinaia?) di belle ragazze e di lanciare giovani virgulti (Sacchi, Capello, i Dell’Utri, forse anche Alfano e molti altri), o addirittura di voler acquisire giovani inconquistabili come Alfio Marchini e Matteo Renzi – allo scopo di individuare eredi e discepoli alla sua altezza, e così stabilire un possesso definitivo, traslato, sui cinque
magnifici figli. Le riflessioni porterebbero lontano. Ma su Barbara Berlusconi – sempre al centro di notizie, indiscrezioni e rumors sul futuro del Milan e della politica berlusconiana –
il doveroso rispetto per Freud, su di lei sì, induce a bonarie diagnosi psicologiche.
A differenza dei fratelli Marina e Piersilvio, segregati per timore di rapimenti e violenze nella loro prima giovinezza, Barbara ha studiato nella scuola di Steiner, la più aperta per le menti ribelle, assecondando la voglia d autonomia da parte dei bambini. La madre Veronica fu indotta dall’amica Miranda Dell’Utri a questa scelta matura e moderna. Qualcuno sostiene che i disegnini scolastici di Barbara fossero un biscione, i calciatori di pelle nera con la maglia del Milan, le poltrone in cui una bimba (lei?) era seduta al posto del papà. Leggende, anzi chiacchiere metropolitane? Fatto sta che, raggiunta la maggiore età, legittimamente Barbara pretese di assumere un ruolo importante nell’editoria e/o nella televisione. Si scatenò ciò che a Milano chiamano un ambaradam: la fortissima Marina e il morbido Pier Silvio seppero difendere le loro posizioni. Poi, storia recente, nei desideri di Barbara è subentrato il Milan: i tifosi l’accolgono volentieri, con una sola perplessità, se gli impulsi ormonali e sentimentali della ragazza si fossero orientati verso un Tevez anzichè un Pato, forse la crisi rossonera oggi non sarebbe a livelli di disfacimento.
Infine, la politica. Dicono (e smentiscono) che Barbara vorrebbe il posto di capolista nelle prossime elezioni europee. Il Diavolo veste Freud e Freud veste Barbara. Certo B.B. sta dicendo ripetutamente: Papà, fatti più in là. E tuttavia il papà è saldo in sella – al momento – e non so proprio cosa direbbe Freud. Silvio non si fa scalzare, ha smentito l’ingresso in politica della figlia: tutto ancora dipende da lui e non da Edipo/Barbara. Le sedute psicanalitiche continuano.
Corriere dello sport 23 – 03 – 2014
LETTERE/ MORETTI È INSOSTITUIBILE?
(Donato Moscati) “Ma in tutta Italia non c’è un Moretti capace di guidare Ferrovie dello Stato nello stesso modo e con uno stipendio più basso? Senza Moretti il baratro? E poi se alla maggior parte della popolazione italiana non sta bene lo stipendio, il datore di lavoro non può che dirgli che la porta è sempre aperta. I cimiteri sono pieni di indispensabili (citazione attribuita ad Alphonse Allais, a Charles de Gaulle e a Georges Clemenceau. In ogni caso, le citazioni di questi autori si rifanno probabilmente al proverbio arabo)”. Rispondo: domani parleremo di questa infuocata vigilia delle nomine nelle aziende pubbliche. Come sempre, la situazione è grave ma non seria! In quale altro Paese un Moretti si permetterebbe di mandare al diavolo il capo del governo?
24.03.14
*Scrivetemi ciò che volete, ma per favore indirizzate s cesare@lamescolanza.com