“Potrei scrivere un post infinito su questa cosa, ma no. Mi limito a ricordare che il Paese sprofonda (e non solo nel fango, vedi Genova), che nel mondo la gente muore (e non solo di fame, per malattie incurabili o decapitata), che in galera ci vanno i fessi e che i furbi stanno fuori ecc ecc… Quindi taccio su tutto. Solo una cosa… Con tutto quello che abbiamo da dire e da fare rimettiamo su il disco riguardo diritti e blabla riguardo gli omosessuali? Ma che ognuno facesse come gli pare in questa vita no? Purché non danneggi l’altro e non vada oltre natura (… e se madre natura nega la possibilità di far figli esiste l’adozione, care coppie etero che andata a pagare fior di quattrini per comprare la vostra genitorialità con la fecondazione assistita e/o eterologa, o vi date al turismo riproduttivo in altri paesi…..Tacete, non tirate in ballo i bambini e il loro diritto alla “famiglia istituzionale”, quella piena di “polvere” sotto il letto e poi tutti a messa la domenica. State zitti, fate il piacere. Un figlio, la genitorialità, è cosa seria. Parola d’ordine: AMORE, quindi vale per tutti o nessuno, questa è la regola a mio parere). (Maria Antonietta Serra, da Facebook, 19 ottobre 2014).
ATTUALIZZANDO….E GLI 80 EURO ALLE MAMME?
A proposito di dibattiti esagerati, di fronte ai mille problemi italiani urgenti e struggenti, al di là dei gay – che fanno benissimo a reclamare i loro diritti – vorrei dedicare quattro parole all’incredibile promessa fatta da Matteo Renzi, a Canale 5, nel programma domenicale: gli 80 euro in regalo alle nuove mamme e alle signore in gravidanza… Premesso che, come spesso succede, di ciò che annuncia Renzi non si capisce granché, anzi si capisce solo una cosa – che gli annunci non avranno seguito, e premesso anche che non si capisce perché le signore che mettano al mondo un figlio ora debbano essere privilegiate rispetto a quelle che lo hanno già fatto, una domanda sorge spontanea. Anzi, due! La prima: ma perché Renzi non si preoccupa, prioritariamente, di governare in modo che i nostri figli e nipoti abbiamo un avvenire felice? La seconda: visto che nessuno (neanche lui, presumo) ritiene che la nostra prole possa avere un destino sereno grazie all’impegno di Renzi, perché non regalare 80 euro ai genitori che NON metteranno al mondo, con questi rischi evidenti e con un debito enorme fin dalla nascita, nuove innocenti creature?
L’ESTETICA E’ ANCHE ETICA. DA RENZI A DORIA…
Allora, qualche giorno fa ho avuto misericordia, oggi no. Ricordate quella straordinaria fotografia in cui Renzi e la Merkel, affiancati, si sganasciano in un sorriso? Bene: capisco la Merkel, dominante in Europa, è riuscita a renderci schiavi con l’economia come mai la Germania era riuscita a fare, in tanti secoli e in tante guerre. Ma Renzi? Che ciufolo ha da ridere, mentre gli italiani – governati da un premier neanche eletto – piangono? Gesummaria! Ma un minimo di decoro, mai? E poi: ridere con la Merkel! Ma lo sa Renzi, attento a queste cose, quanto avrebbe guadagnato in popolarità, se si fosse fatto fotografare con uno sguardo torvo, incazzato, verso la Merkel? Non è finita. Me la sono fatta raccontare tre volte perché non ci credevo. E certo già la sapete. Il sindaco di Genova, Marco Doria, è andato a farsi un week end con la famiglia a Courmayeur. Beccato da una signora (evviva!) al ristorante: “Non si vergogna a stare in vacanza qui, lei che è sindaco di Genova, mentre la sua città è disastrata dall’alluvione?”. Sindaco muto, replica stizzita la signora Doria: “Con i miei figli vado quando e dove voglio!” E la signora (evviva, evviva, dieci volte evviva!): “Con i suoi figli sì, con suo marito, sindaco, no!” Ogni commento è superfluo, direi. Mi unisco alle voci infinite di coloro che chiedono le dimissioni di questo sindaco vacanziero. Lasci l’amministrazione della città, se possibile chiedendo scusa, e vada a prendersi tutte le vacanze che desidera, con figli e la polemica moglie. Credo che la mia adorata Genova avrebbe una possibilità in più, per risollevarsi dai guai in cui questo sindaco è riuscito a sprofondarla.
MARCO TRAVAGLIO, DA PANTANI A CAIRO
Dicono i miei amici che io abbia un debole per Marco Travaglio. Non nego che, qualità professionali a parte, mi faccia simpatia. Ricordo quando, giovanissimo, al Borghese andava a rileggere i suoi pezzi in tipografia, nel timore che qualcuno gli avesse censurato (il direttore era Daniele Vimercati, anticensore per carattere) le sue esternazioni più crude. Ma vorrei parlare di Marco solo per quello che attiene alla sua personalità e al suo lavoro. Oggi, su “Il Fatto”, ci sono due ammirevoli performance. La prima, smonta tutte le stravaganti ipotesi sulle vicende di doping legate a Marco Pantani, e lo fa con il solito puntiglio che lo porta, implacabile, e documentatissimo sul piano giudiziario, a contestare qualsiasi tesi fasulla. Dunque Pantani, è accertato, si drogava reiteratamente e non c’è alcun mistero dietro la sua morte. Il secondo intervento interessante riguarda le polemiche seguite all’ultima puntata di “Servizio pubblico” e al suo urto verso Santoro, Burlando e un cosiddetto “angelo” del fango (tema: l’alluvione di Genova). In questo caso Travaglio, senza peli sulla lingua, se la prende con Urbano Cairo, per una intervista a “La Repubblica” e con Sebastiano Messina, firma dello stesso quotidiano, per una nota appuntita su di lui. Sintesi, sia per Cairo sia per Messina: “Tutte balle”. A prescindere dal fatto che si possa o no essere d’accordo, mi limito a ripetere: ce ne fossero, di Travaglio in circolazione. E’ chiaro, diretto, impetuoso, sferra colpi a destra e a sinistra (ammesso che tra le due aree ci siano ancora differenze), non ha soggezione verso niente e nessuno. E’ un unicum. Non fa sconti, non cede a compromessi. Che cosa si vuole, di più?
LETTURE CONSIGLIATE / SERGIO RIZZO E UN LIBRO SUI PRIVILEGI
Vi consiglio di leggere – esce domani – “Da qui all’eternità” di Sergio Rizzo, sull’Italia dei privilegi a vita (Feltrinelli, pagine 208, 15 euro). E come posso spiegarvi la temerarietà di consigliarvi un libro che non ho ancora letto? Per due motivi. Il primo, perché stimo Rizzo per quanto scrive e dice in tivù – memorabile “La Casta”, confezionato a quattro mani con un altro asso delle inchieste di denuncia, Gian Antonio Stella. Il secondo perché mi sono avventato sulla recensione pubblicata da Francesco Cevasco questa mattina sul Corriere della Sera, e l’ho trovata esemplare e persuasiva (con una codina, che non vi svelo, su Garibaldi).
JUVE-ROMA, ROCCHI CONFESSA: PARTITA DA RIPETERE!
Con un approccio (quasi) senza precedenti, l’arbitro Rocchi – intervistato da Enrico Varriale in Rai – ha ammesso gli errori commessi e il suo comportamento “anomalo” nella partita tra Juve e Roma. Nei miei commenti, non lo avevo neanche nominato, tanto era indignato. Oggi sento di dovergli rendere l’onore delle armi: sbagliare è umano, prendersi le proprie responsabilità è rarissimo. Bravo Rocchi. Detto questo, non mi intendo in modo pignolesco di regolamenti, ma – regolamento o no – penso che la cosa più giusta – per riportare la pace nel calcio italiano e recuperare credibilità – sia la ripetizione della partita. Farebbero bene (ma sono quasi certo che non lo faranno) i dirigenti del calcio a muoversi in questo senso, farebbe bene la Juventus ad adeguarsi, per rispetto dei valori sportivi e per tornare al suo “stile”, scomparso da lustri.
KEITA (QUELLO DELL LAZIO) SFASCIA (ALLE 4…) LA LAMBORGHINI
Subito, apprendendo di Keita, avevo temuto che fosse il campionissimo della Roma e già mi accingevo a scrivere come il vero pericolo per la Roma, candidata allo scudetto e già autrice di buone prove in Champions (stasera contro il Bayern, la prova-verità) è l’ambiente romano, che invita da sempre alla dolce vita e alle notti brave. Ed ero anche deluso perché Keita, il romanista, sul campo ha dato esibizioni di eccezionale qualità, è un prestigiatore: a volte sembra che sia impossibile portargli via la palla… Poi, ho saputo che l’autore della prodezza era il giovanissimo Keita laziale: neopatentato e non abilitato a guidare un’auto di quella cilindrata. Il commento non cambia, nei riguardi della Lazio e del suo attaccante. Cosa ci fa, alle 4 e mezza di notte, sveglio e in giro ad assurda velocità, un calciatore per le strade (per fortuna deserte) di Roma? Quando è in campo, il ragazzo dimostra classe ed estro superiori alla media, però sia Reja sia Pioli non sembrano, pubblicamente, del tutto entusiasti. Forse, ora, si capisce perché. Un calciatore dovrebbe fare prima di tutto vita da atleta, Roma con le sue lusinghe ha bruciato tanti campioni, veri e presunti.
I PROVERBI DI CESARETTO… ANDARE OLTRE
Non abbiate mai paura di affermare i vostri sentimenti e le vostre idee. Né di affrontare la realtà che non vi piace. Andate oltre, nel rispetto delle leggi e delle persone – ma oltre, oltre, oltre… Niente si cambia e si migliora, se non si va oltre.
cesare@lamescolanza.com
21.10.14