“Cari amici, healing store ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi cinquant’ anni, illness è stata la realizzazione del sogno che avevo sin da bambino. La mia famiglia non vuole che i Peanuts siano continuati da altri: per questo motivo annuncio il mio ritiro dall’attività.” (Charles Monroe Schulz, “Messaggio d’addio”, 2000)
ATTUALIZZANDO…
Quanti momenti lievi e sereni ho passato di fronte a quelle storie che cominciavano in maniera indimenticabile: “Era una notte buia e tempestosa”… ma il ricordo più forte è per questa sentenza di Linus: “Io amo l’umanità. E’ la gente che non sopporto!” Tuttavia, oggi il mio commento è riferito al sogno, questo fondamentale traino per noi viventi, spontaneo, istintivo soprattutto per coloro che hanno un’anima candida.
Quanto mi piacerebbe che in politica ( e ci sono stati in Italia e in tutto il mondo) ci fossero uomini politici che anteponessero il sogno di migliorare la società, ai propri meschini interessi, anzi a sacrificare anche i propri diritti!
IL PRIMO GRANDE NODO PER ENRICO LETTA
Sono passati pochissimi giorni dalla nascita del Governo Pd-Pdl-Scelta Civica, con un gran impegno da parte di tutti a sostenerlo o a non sabotarlo, e ci troviamo già di fronte a un muro. Da abbattere o da evitare lasciandolo al suo posto, non mi sembra che ci siano alternative. Il muro è l’Imu. Berlusconi –che, grazie alla sua astuzia e all’intelligenza si è conquistato il posto del leader che può far cadere il governo in qualsiasi momento- ha intimato: o si abolisce l’Imu e si rimborsano i versamenti fatti e anche quelli dell’anno precedente, o ritiriamo il nostro sostegno al governo. Quale opzione prevarrà? E’ evidente, che se Berlusconi decide di andare a nuove elezioni sventolando la bandiera dell’Imu (che i suoi oppositori “brutti e cattivi” vogliono mantenere) partirebbe con qualche milione di voti di vantaggio. Oppure farà un passo indietro e prevarrà la figura dell’uomo di Stato, un riconoscimento che finora nessuno- salvo che nel suo partito-gli ha attribuito? L’Imu sulla casa è una vera tassa odiosa. Eppure, a mio modesto parere, bisognerebbe distinguere: un conto è imporla a chi è proprietario di patrimoni ingenti di case, ville e palazzi; altro conto è imporla a chi ha lottato o sta lottando con i mutui e con la vita quotidiana per riuscire a pagare le rate di acquisto per la prima casa.
INSISTO:L’IMPORTANZA DEL SEGNALE E’ DECISIVA
Seguo i talk, pieni di chiacchiere, di concetti giusti e ripetuti fino alla noia, di fumo al vento, e osservo che puntualmente conduttori e ospiti battono e ribattono una nenia mortale: l’elenco, con relative priorità, dei devastanti problemi italiani.
Come ho già scritto e ripeto con la testardaggine delle persone anziane affezionate ai loro concetti, esiste secondo me una priorità più priorità di tutte le altre. Un “segnale” forte, certo non risolutivo per l’economia italiana, ma fondamentale per frenare l’esasperazione della gente e dimostrare che finalmente si è deciso di cambiare rotta. Esiste una casta, messa di continuo in discussione, ma che riesce a salvarsi (grazie a ricchezze, poteri, inconfessabili trame di corruzione e di favoritismi), a cavarsela sempre, a non pagare dazio, a nascondersi dietro qualsiasi rifugio strumentale. Sono poche decine di migliaia di persone, che fanno il bello e il cattivo tempo. Poi c’è un popolo di 60 milioni, compresi vecchi e bambini, che subiscono da questa Casta soprusi, arroganze, prepotenze e comunque ingiustizie: un popolo che subisce il cattivo tempo, del bello non c’è mai traccia, imposto da lor signori. Le cronache cominciano a registrare suicidi più frequenti, proteste nelle piazze, di recente un tentativo di omicidio (a danno di due innocenti carabinieri, servitori dello Stato).
La situazione rischia di diventare incontrollabile, se la Casta non sarà urgentemente ridimensionata e se il Governo non cambierà percorso, in maniera trasparente e visibile.
Qual è, dunque, il provvedimento più urgente da adottare, prima di ogni altra cosa? Diavolo! Qualcosa, anche piccola, che faccia capire che Casta e Governo tornano sulla strada dell’equità. Quindi: tagliare immediatamente i costi della politica e ogni privilegio accordato alla Casta, con i soldi ricavati da questi tagli non più rinviabili varare un provvedimento che indichi ai giovani che si torna verso il rispetto del merito, che si vuole tornare a creare proposte di lavoro.
POPOLO BUE? FORSE. MA OGGI CI SONO LA TV E INTERNET
Chiamare “bue” il popolo è un’espressione orrenda, che tuttavia, come ogni nefandezza, nasconde un fondo di verità. Nei secoli e nella storia di tutti i paesi c’è sempre stato una fascia di popolo, umiliato e sfruttato, incapace di capire lucidamente le proprie ragioni, almeno fino al momento – quando si passava ogni limite- di insorgere con sommosse e ribellioni rivoluzionarie. Perché? Perché il popolo era tenuto in una condizione di inferiorità, per mancanza di istruzione, per la disparità tra uomini e donne, per i razzismi e le emarginazioni, insomma per tutte quelle orribili cose di cui-in parte- siamo riusciti a liberarci. Quello stesso popolo che, addirittura, infiammato dalle più spregevoli retoriche nazionalistiche, era pronto a obbedire al Capo, andando in guerra, al massacro, per difendere strategie giuste o sbagliate del sovrano o del dittatore di turno… Perchè il Capo riusciva a infierire sulla gleba, e addirittura a farsi seguire in guerra (seguire? Per la verità al fronte, in prima linea, andava sempre la massa plebea, generali e regnanti si tenevano nelle retrovie), grazie a questa fondamentale inferiorità, l’ignoranza della gente.
Oggi in ogni casa, anche nelle più povere, c’è un televisore, e c’è quasi dovunque un computer. I telegiornali, i talk televisivi- benché abbondantemente annacquati e censurati- riescono a informare chi vede e ascolta. Internet, con molti difetti, è la vera casa di accoglienza di ogni libertà: puoi trovare a confronto tutto il contrario di tutto, qualsiasi stupidaggine demagogica, opposta ai più dotti e incomprensibili pensieri filosofici. Tutto! Qualsiasi individuo può farsi un’idea mille volte più lucida, aggiornata e documentata, di quanto non succedeva fino alla metà del secolo scorso.
Come fanno la Casta e la politica a illudersi, con le loro scemenze e le loro depravazioni, con le loro bugie e le loro reticenze, a illudersi che il popolo “bue” sia ingannabile e domabile come nel passato?
LA GRANDE IPOCRISIA SUL GIOCO D’AZZARDO
Sto scrivendo un libro dal titolo, ammetto temerariamente provocatorio: “Elogio del gioco d’azzardo”. Da leggere e assumere, sono io il primo a consigliarlo, in modica quantità. Però, mi dichiaro come sapete un liberale assoluto, e il gioco è una libertà di scelta per l’individuo. Non è il male assoluto, sostengo anche che sia educativo. La demonizzazione che ne fanno tanti soloni privi di consapevolezza, è, intellettualmente orribile. Il gioco espone l’individuo, come in tante altre situazioni della società, a pericoli, si presta (ma non è certo l’unico settore!) a strumentalizzazioni, abusi, delitti e crimini da parte di lobby e malavita organizzata. Spetterebbe allo Stato vigilare, prevenire, unire in maniera esemplare chi oltrepassi il limite delle leggi. Ma, come in tanti altri settori della nostra vita, lo Stato non è capace di questo, si arrende immediatamente, non assolve il suo dovere e, in poche parole, vorrebbe (almeno secondo le aspettative di ottusi moralisti) eliminare del tutto il gioco. E poi, come in migliaia d’anni è successo, continuerebbe comunque, in modo illegale e nascosto, con esclusivo vantaggio di camorra, mafie e di piccoli gruppi di delinquenti.
Mi stupisco e mi irrito in questi giorni di fronte soprattutto a bugie e ipocrisie. Allo sparatore di Palazzo Chigi, Luigi Preiti, viene attribuito ad esempio il vizio del gioco: non è vero, come hanno testimoniato la moglie, i parenti e gli amici. Preiti gioca bene a biliardo e faceva delle scommesse (forse sognando di emulare Paul Newman ne “Lo Spaccone”) pensando di poter vincere qualche euro grazie alla sua presunta superiorità. E, poi, mi stupisco che da tutti i soloni e moralisti non venga ricordato che il nostro stesso Stato da una parte organizza i giochi e ci lucra, dall’altra attraverso i suoi rappresentanti istituzionali insulta e disprezza con arroganza inaudita, quelli che giocano a lotto o a qualsiasi, anche consolatoria, partitina. L’industria del gioco è ormai la quarta in Italia, porta miliardi alle casse dello Stato e dà occupazione a centinaia di migliaia di persone. E questo è un fatto. Ma se Preiti- incensurato, disoccupato, disperato- prende una pistola e spara ai carabinieri anziché ai politici, come si era prefisso, e non si suicida, come aveva deciso, la colpa di chi è? Dei video-poker che Preiti non aveva mai praticato.
3/05/13
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