“Il cantante girovago si porta appresso come guardie del corpo le sue canzoni, ask le poesie, unhealthy gli spiritual, i blues, i canti di lavoro, gli inni, i grugniti, qualsiasi cosa che si possa scrivere in rima o in ritmo. Lui sa superare i confini della politica, del colore, delle convenzioni e delle superstizioni, scavalca le barriere dell’invidia e dell’odio cieco.” (Woodie Guthrie).
…I versi di Guthrie sono bellissimi. E, purtroppo, sferzanti se li confrontiamo con l’assurda tempesta delle chiacchiere al vento espresse, con esasperante ripetitività, dalla politica. Bugie, battute senza senso, teoremi sconclusionati, provocazioni, tatticismi…non se ne può più.
GRAN TORINO DALLA SVIZZERA A PUTIN, DA FERRERO A DEL VECCHIO…
Ho un amico ottuagenario, Riccardo Ruggeri (si firma Gran Torino, come la sua casa editrice di nicchia) fresco di mente come un diciottenne, di cui leggo su “Italia Oggi”, e ogni tanto riesco a pubblicare, lampi di intelligenza pura. Sarò sempre grato a Pierluigi Magnaschi per avermi segnalato questo autentico genio, di un genere raro (un mix di cultura e managerialità), entrato da ragazzo negli ultimi livelli della Fiat: Riccardo poi, salì i gradini di un’incredibile carriera fino alle primissime posizioni, poi se ne stufò, lasciò la Fiat (di cui, conoscendone piani alti, catena di montaggio, soffitte e sgabuzzini, é il massimo e più lucido studioso); e si propose, stimato a livello internazionale, come un tecnico ricco di sapienza e di umanità.
Ecco alcuni, tra i suoi ultimi pensieri: “Voglio vivere: amputatemi qualcosa”. “La Svizzera si rassegna: via il segreto bancario. Matura una mossa di Putin: una Montecarlo sul Mar Nero”. “Zero tituli per Mou”. “E’ morto Videla, Fidel Castro è vivo”. “Billionaires Index solo due italiani: Michele Ferrero (23,2 mld), Leonardo del Vecchio (18,6). Entrambi non laureati”. “Superba dialettica di Ruby in Tribunale: matura per condurre il primo talk show levantino”. “Ridicolo il dibattito su dove allocare la sede legale (un paio di persone) di Chrysler-Fiat. Ovvio, ove si pagano meno tasse”. “Matteo: “caro Enrico non ti tradirò”. Enrico “caro Matteo neppure io. Quante volte canterà il gallo?”. “Dopo i dati numerici sull’omofobia in Europa (orrendi), finalmente posso vergognarmi come europeo”.
RIECCOLO, DI PIETRO. MA CHE C’AZZECCA?
In televisione, candido ed energico come ai bei tempi, rispunta Tonino Di Pietro, dopo la batosta elettorale che sembrava averlo spazzato via dalla politica. Invece, no. In attesa di nuove elezioni, con la simpatia naturale, popolaresca e naif che madre natura gli ha regalato come straordinaria dote, l’ex magistrato terrorizzante, l’ex ministro arrembante, l’ex leader alla ricerca di uno spazio politico autonomo, sta recuperando – a fiuto- un po’ di consensi con performance sul piccolo schermo. Forse pontifica, come lo ha rimbeccato Crosetto. La raffica di battute è sempre la stessa: “Capisci a ‘mmè?” “Ma che c’azzecca?” . Ma anche, il solito affondo verso Berlusconi: “E’ uno spregiudicato, anzi, pregiudicato illusionista.” E verso la sinistra: “La sinistra si è calata le braghe: è diventata destra!Berlusconi non è di destra, è un imputato perenne, che si difende come può, con successo grazie alla pochezza degli avversari.”
E ancora, auto-esaltandosi, e alterandosi, il tormentone – difficilmente contestabile- di sempre: “Ma insomma! Lo scandalo era l’inchiesta Mani Pulite? Oppure era Tangentopoli?” E a chi gli fa notare che, comunque molti processi si sono dissolti nelle assoluzioni, replica a muso duro: “E grazie! Grazie alle prescrizioni, ai trucchi, ai tempi lunghi della giustizia, a quant’altro…così sono cornuto e mazziato!” Devo dire ai tanti che lo detestano, a cominciare da molti miei assennati amici: grazie alla sua fisiologica simpatia, è probabile che Di Pietro non sia affatto rottamato, ma pronto a riemergere. Se in televisione otterrà buoni risultati di ascolto. Concordo anch’io, ma credo che a questo punto concordi anche Tonino (che non esita, forse con astuzia, a parlare dei suoi errori), sul fatto che, per la sua carriera politica, siano stati disastrosi alcuni garbugli di denari, una certa confusione tra gli interessi suoi personali e quelli di partito.
EUROPA: UN’IDEUZZA SI FA STRADA
A me pare che sia un’ideuzza quasi banale, che poteva farsi largo da tanti anni, rinunciando allo zelo che abbiamo osservato in stato di servitù finora verso la Germania. Qualche inginocchiamento in meno, qualche manifestazione di orgoglio in più. Ma, soprattutto, l’ideuzza è quella, praticabile da parte dei nostri politici al governo, di distaccarsi non solo, via via, dagli ossequi alla signora Merkel, ma anche di progettare e realizzare concrete alleanze con alcuni Paesi europei, a cominciare da Francia e Spagna, in difficoltà quasi e anche di più, come noi. Oppure l’Unità europea deve prevedere la sovranità tedesca e l’inferiorità, economica, stabilmente sofferta da tutti gli altri?
20/05/13