OGGI VI DICO CHE…

La maniglia gemè con un suono molesto, healing i cardini emisero uno stridìo  e la porta si aprì lentamente come mai era avvenuto, sino a battere contro il muro; e comparve il Consigliere Delegato, era lui, non potevano esserci dubbi. Con moto simultaneo tutti piegarono il capo in segno di saluto, benché nessuno conoscesse il visitatore. Era in Consigliere Delegato, certamente, colui che entrava, con tanto frastuono, seguito da dieci persone: si fermava con aria di padrone al centro dell’ufficio e non salutava gli impiegati… “ (Carlo Bernari, “L’ombra del suicidio”)

 

 

ATTUALIZZANDO…

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Signori del governo, signori della Casta, signori dei poteri forti e oscuri, meditate-meditate. E agite! Qui nessuno piega più il capo in segno di saluto. Qui, è già stato superato il momento indispensabile per far cambiare umore e condizione precaria agli italiani, non c’è nessun padrone, che possa impedire la protesta.

 

 

 

L’IMPORTANZA DI UN SEGNALE FORTE, L’IMPORTANZA DI PENSARE A CHI SOFFRE

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Enrico Letta ha pronunciato un bel discorso, enumerando buone intenzioni, sui cui tutti, più o meno, sono d’accordo. Ha tralasciato di dire come riuscirà a realizzare le promesse. Poi, appena insediato, ha fatto il giro dei Paesi europei per andare a stringere la mano a tutti i potenti colleghi, a cominciare dalla signora Merkel.

Così, non va. Ma e’ ancora possibile che i politici non capiscano che, prima di qualsiasi iniziativa tradizionale o retorica, sia urgente più di tutto parlare al popolo italiano sofferente, usando il cervello e aprendo, finalmente, il cuore?

Come? E’ indispensabile dare un segnale forte, fortissimo, che riesca (e certo non è facile) a emozionare la gente, a coinvolgerla emotivamente, qualcosa che faccia capire, o almeno sperare, che le cose cambieranno. Come?, ripeto. Semplice, ieri era la festa del lavoro: in questa triste stagione, c’era un solo modo per celebrarla. Non annunciare, ma decidere un’immediata legge per aiutare, in maniera semplice, visibile e finalmente concreta, i giovani e i disoccupati. E ho anche una proposta migliore, per evitare sacrifici per le casse dello Stato. E, ripeto testardamente, prima di tutto! Questa è la proposta: abolire l’Imu e, contemporaneamente, annunciare, anzi decidere gli annunciatissimi e bugiardi provvedimenti per tagliare i costi assurdi della politica! Togliere una tassa odiosa e contemporaneamente mostrare che, finalmente, la nostra ancor più odiosa classe politica sappia decidere di fare sacrifici personali, tagliare il superfluo.

Questo in fondo, dovete capire…signori del governo signori della Casta, signori dei poteri forti e oscuri…io, cittadino allo stremo, se vedo che continuano senza vergogna i privilegi, la corruzione, le ruberie, gli sprechi e i vantaggi personali di chi ci governa, non sono più disposto a fornire alle casse dello Stato (puntualmente svuotate da inverecondi governanti, senza differenza di colore di partito) altro denaro, sulla mia pelle, altro denaro che continui prevedibilmente ad essere utilizzato allo stesso modo. Se, invece, finalmente vedo che la classe politica capisce l’importanza, concreta e morale, di sostenere per prima, e per buon esempio, qualche sacrificio…forse, e sottolineo forse, sarò convinto a comportarmi ancora una volta da esemplare cittadino.

Ho ascoltato con piacere ieri sera, durante “8 e mezzo” della brava Lilli Gruber un interessante confronto tra Massimo Cacciari e Achille Occhetto. A conclusione dei suoi interventi appassionati, Cacciari in sintesi ha detto ciò che ho cercato di illustrare io qui. Siamo arrivati alla soglia estrema della sopportazione: o si prendono immediati provvedimenti,  oppure non sarà più possibile trattenere l’esasperazione, l’ira e la protesta popolare.

E per quanto siano diplomaticamente importanti gli abbracci, le foto di rito, le strette di mano, i convenevoli ipocriti e retorici con i vari capi di Stato, sostengo che Enrico Letta dovesse confrontarsi con il nostro popolo, usando il cervello, aprendo il cuore.

 

 

FASTWEB SEMPRE LENTO E SILENTE…

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Una piccola, gigantesca cosa che esaspera i cittadini è la lentezza, l’indifferenza dei servizi pubblici e, spesso, anche di quelli privati (a cui vengono concesse licenze e autorizzazioni frettolose, senza adeguata vigilanza). Un piccolo esempio? Qualche giorno fa ho protestato per le lentezze di Fastweb nell’istallare i servizi legati a Internet e per provvedere alle proteste. Pensate che sia accaduto qualcosa, anche qui un gesto, anche solo un gesto, come segnale autocritico? Niente affatto. C’erano i due “ponti” 25 aprile e 1 maggio. Signor direttore generale di Fastweb, Alberto Calcagno, era proprio indecente pensare che anziché ai “ponti” i vostri uffici pensassero alle necessità dei vostri clienti? Questa è un’altra diseguaglianza perenne, che esaspera gli italiani (sempre più numerosi, per piacere o per necessità): ci sono quelli che lavorano anche durante le feste del Paese più festaiolo del mondo; e ci sono gli italiani, che riescono ancora a godersi non solo la manna dei “ponti”, ma anche nei giorni lavorativi lavorano con lo stesso spirito di quando sono in vacanza…

 

2/05/13
cesare@lamescolanza.com