“Il potere logora chi non ce l’ha” (Giulio Andreotti)
ATTUALIZZANDO…
Folgorante, sales find ironico aforisma di un leader politico che avrebbe avuto un grande successo in ogni luogo del mondo. E perciò non c’è nulla da attualizzare. Questo pensiero lieve, physician sintetico, in apparenza cinico, machiavellico, ha un valore essenziale: il simbolo, lo slogan sintetico di una realpolitik universale.
IN MORTE DI GIULIO ANDREOTTI
L’ho stimato enormemente, gli ho voluto bene… indipendentemente dalla politica, l’affetto che si può avere per un parente (ho uno zio della stessa età, da cui, come da Andreotti, si possono imparare molte cose). Ho avuto questo strano tipo di rapporto affettivo, più di cuore e sentimento che di visione politica, solo con tre grandissimi personaggi: Giacomo Mancini, passionale, visionario, decisionista e… cosentino come me; Bettino Craxi, che tentò l’immane impresa di cambiare l’Italia, inseguendo lo storico sogno socialista; e Andreotti, freddo, intelligente, astuto come nessun altro, uno statista che ha contribuito a ricostruire l’Italia. Freddo? Tutto è relativo. Vorrei ricordare qui che fu proprio l’anaffettivo Giulio a intervenire presso Ciampi, al Quirinale, affinché fosse accordata la grazia al suo grande antagonista Craxi (mentre suoi compagni di partito, come Amato e Martelli, che tanto gli dovevano, gli girarono le spalle).
L’ultima volta l’ho incontrato quando accettò di venire alla mia Accademia “Studio 254” per un incontro con gli studenti… Tutti – di diversa radice sociale e politica -restarono affascinati, divertiti dalle battute e dalla sua straordinaria capacità di sintesi.
A dispetto del suo aspetto fisico fragile, minuto, Andreotti per me è stato un gigante, politicamente un unicum per abilità di governo, per i rapporti internazionali, per le capacità di mediazione, per la vocazione al lavoro (sbalorditiva la sua applicazione su migliaia di carte processuali per difendersi punto per punto dalle accuse, per me ingiuste, di vicinanza alla mafia).
Ho ascoltato con pena il duro giudizio di Ingroia e quello, sprezzante, della portavoce dei grillini. Altri veleni e altre cattiverie non mancheranno oggi e nei prossimi giorni. Un po’ di rispetto, mai?
Penso invece che, comunque si giudichi, Andreotti entra nella tormentata storia italiana come un personaggio monumentale. Mi basta ricordare il suo realismo con la consueta impronta di humour. “In politica spesso bisogna scegliere il male minore”. (E aggiungo io, indispensabile anche mantenere qualche segreto. In qualsiasi Paese). Ma anche: “Se in morte diventiamo tutti buoni, nel cimitero dei cattivi chi ci mettiamo?”. Altro? La mia simpatia per lui era nata anche da piccole cose. La puntualità negli impegni, nel rispondere alla corrispondenza. Il tifo per la Roma. La passione per i cavalli e per il burraco.
Uno struggente ricordo? Venne alla nostra domenica a Canale 5 e, in diretta, perse i sensi per qualche secondo. Paola Perego gestì bene l’imprevedibile situazione. Chiamammo la pubblicità. E subito Andreotti si risvegliò, come nulla fosse. Montanelli lo definì “il gobbo più dritto d’Italia”.. Non mi stupirei, dunque, se tra qualche ora l’immortale Giulio si risvegliasse.
6/05/13
Nota/ La visita di Andreotti a “Studio 254” e il suo svenimento alla domenica di Canale 5 sono visibili qui: http://www.lamescolanza.com/TEMP=2013/513/Andreotti=060513.htm