OGGI VI DICO CHE…

“Ho avuto una fortuna peregrina/ e tardi la vinse il potere umano:/a questo mi destinò la fortuna divina./Talvolta la stima degli altri mi finge nano,  /talvolta gigante; ed io con egual fronte/nè perdo triste nè contento guadagno.” (Lope Felix de Vega y Carpio, Epistola di Belardo ad Amarillis)

ATTUALIZZANDO…

La fortuna decide,  non bisogna lasciarsi influenzare dall’altalena del destino. Bersani ieri dominus, oggi nella polvere. Enrico Letta, eterno secondo, oggi premier…la curia rivoluzionata da Papa Francesco…

 

NAPOLITANO VOLEVA LASCIARE. POI TELEFONO’ IL PAPA

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Continuano i rumors sulle reali intenzioni di Giorgio Napolitano dopo la concitata e inattesa bocciatura di Prodi. C’è chi dice, anzi insinua che il Presidente voleva, intimamente, mantenere il suo ruolo. Non è così. Supplicanti, le forze politiche gli chiesero di restare al suo posto, al Quirinale. Un incontro con Bersani, nella notte una telefonata di Berlusconi…Napolitano sembrava irremovibile. Del resto, da tempo, era stato organizzato il trasloco (la moglie, Clio, aveva addirittura acquistato biancheria nuova per il ritorno alla residenza privata), era stata anche organizzata una vacanza a Capri…poi, il mattino dopo, Papa Francesco telefonò al Presidente della Repubblica. Che cosa si siano detti, pochi lo sanno. Fatto sta che Napolitano, non senza qualche disagio, cambiò decisione e lasciò che si annunciasse la sua seconda elezione.

LA SVOLTA DEL PONTEFICE, SIAMO TUTTI GESUITI!

Bergoglio

Il fatto che sia un gesuita, Jorge Mario Bergoglio, con animo da pastore e strategia concreta, a guidare la chiesa, probabilmente induce molti a considerare con maggior attenzione i propri studi svolti, in tempi non sospetti, in istituti governati da gesuiti. Ad esempio si parla molto dell’Istituto Massimiliano Massimo a Roma, scuola privata cattolica della Compagnia di Gesù, che si ispira ai principi pedagogici di Ignazio di Loyola. Lì hanno studiato, tra gli altri, Mario Draghi, Giuseppe De Rita, Luca di Montezemolo, Gianni De Gennaro, i due fratelli Luigi e Giancarlo Abete, Rudy Peroni dell’omonima birra, diplomatici, ambasciatori come Staffan De Mistura, Giovanni Dominedò, Silvio Fagiolo, il presidente emerito della corte costituzionale Riccardo Chieppa, l’ingegnere aerospaziale Paolo Gaudenzi (Presidente degli ex alunni), e poi anche Marco Staderini e, last but not least, Piero Sansonetti, ex direttore di Liberazione. Mi dicono anche Francesco Rutelli, per un breve periodo. La corsa a poter vantare un passato gesuitico è aperta e quindi…

UN RICORDO DELL’ISTITUTO ARECCO DI GENOVA

de sica a arecco

….e quindi mi ci metto anch’io: agnostico, ma con una perla gesuitica in giovinezza. Avevo tredici anni e, a Genova, al mitico liceo classico Doria, il più severo della città, ero trattato più o meno come un selvaggio, e questo –riconosco ora- meritavo. Mio padre, fratello di un arcivescovo insigne, per raddrizzarmi mi iscrisse in terza media all’Istituto Arecco, nei quartieri alti di Genova, frequentato da tutti i rampolli delle più ricche e ambiziose famiglie. Noi eravamo piccolo borghesi, pressochè poveri, mio padre non poteva permettersi l’altissima retta. All’Arecco restai solo un anno e poi, forse un pò raddrizzato, tornai alle scuole pubbliche. Era un ambiente, quello dei gesuiti dell’Arecco, molto illuminato: dopo qualche anno, il loro Padre Arpa irruppe nelle cronache dei giornali per aver sostenuto decisamente il film di Federico Fellini “La dolce vita”, considerato scandaloso da moltitudini di ecclesiastici, dalla Curia e da legioni dell’Italia reazionaria di allora (1960). Per quanto mi riguarda, selvaggio ero e selvaggio mi proposi nei primi giorni all’Arecco. E fui trattato con inflessibile rigidità.     Poi, successero due fatti imprevedibili: primo, ero bravissimo in italiano, i miei temi erano premiati con voti dall’8 al 10, con un insegnante di nome Giannetto Colonna, il quale qualche volta arrivava a pretendere che  i miei compagni mi applaudissero dopo la lettura pubblica del testo; secondo, all’epoca ero un fenomeno a calcio e i gesuiti tenevano molto al campionato interno e tra le scuole cittadine. Così scoprii l’altra anima, posso dire standard?, del gesuita. Un gesuita di norma è severo, rigido, nell’educazione e nel rispetto dei valori, ma anche comprensivo, capace di mediazioni senza abbandonare gli obiettivi primari, propenso sempre a valorizzare le virtù altrui. A farla breve, rapidamente diventai il cocco, sia nella classe, sia di fronte ai vertici. Ricordo con nostalgia quella bella stagione, ma sempre agnostico sono rimasto, e non credo proprio che queste sciocchezze possano in qualche modo favorirmi la simpatia di Francesco.

AL MASSIMO, CON AFFETTO, ASPETTANO IL PAPA

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Nel fervore diplomatico (“Siamo tutti gesuiti”o anche “Siamo un popolo sempre pronto a saltare sul carro del vincitore”), è ovvio che prima o poi il Papa andrà in visita al liceo Massimo e sarà organizzata, nell’occasione, una manifestazione all’altezza dell’evento. Nel mondo del calcio è già stato organizzato un match tra Italia e Argentina, ed è lecito prevedere che Francesco, ex calciatore e appassionato di football, sarà presente. Dovunque si studiano, se appena lo consentono le circostanze, analoghe iniziative.

DE PAOLI SI TRASFERISCE IN BRASILE. CHE SUCCEDE A RAI SPORT?

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Eugenio De Paoli (Tripoli, 24 settembre 1953) è il capo di Rai Sport dal 16 luglio 2009. Ha manifestato la ferma intenzione di trasferirsi in Brasile come corrispondete. Non è solo una scelta personale di vita,ma anche professionale. Nel prossimo quadriennio, infatti, il Brasile sarà al centro, nel mondo, dell’attenzione dello sport universale, in particolare calcistico. De Paoli è entrato in Rai nel 1979, poi 8 anni alla Fininvest, collaboratore di Giuliano Ferrara. Dal 1992 ritorna in Rai, alla testata giornalistica sportiva, in primo piano per le Olimpiadi del ‘96 e del 2000, vari campionati mondiali (calcio, atletica leggera, nuoto) e giro d’Italia e anche formula uno. Alla direzione, aveva sostituito Massimo  de Luca.

E adesso che cosa succederà nella direzione sportiva del Cavallo? In corsa, per la poltrona di De Paoli, sembrano Mauro Mazza, ex direttore di Rai Uno e attualmente in causa con l’azienda, oppure più verosimilmente dall’interno, Jacopo Volpi.

 

 

30-04-2013

 

cesare@lamescolanza.com