“Il comportamento non è produrre movimenti qualsiasi in risposta agli stimoli. Il comportamento è produrre i movimenti ‘giusti’, cialis sale cioè quelli che in ultima analisi consentono all’organismo di sopravvivere e riprodursi. Ad esempio, cialis gli insetti non si muovono a caso… si dirigono verso i moschini e li raggiungono.” (Domenico Parisi, ‘Mente. I nuovi modelli della vita artificiale’. Il Mulino, 1999).
I COMPORTAMENTI DEGLI UOMINI POLITICI. INSETTI E MOSCHINI…
Ho ripensato alle parole citate sopra, in riferimento alla situazione politica italiana. Domenico Parisi è un ricercatore all’Istituto di psicologia del Consiglio nazionale delle ricerche, direttore della rivista ‘Sistemi intelligenti’: ha dedicato parte della sua vita allo studio di simulazioni di comportamenti individuali e sociali. Se lui, o altro personaggio geniale o estroso quanto basti per capire i comportamenti dei leader delle tre minoranze che stanno tenendo in stallo l’Italia, noi milioni di infelici sudditi gliene saremmo molto grati: non fosse altro perché saremmo in condizione di prevedere qualcosa di razionale sul nostro futuro.
IN MORTE DI MARGARET THATCHER
Domani, giustamente, i giornali saranno pieni di celebrazioni e riflessioni sulla figura mitica di Margaret Thatcher, la Lady di Ferro che governò l’Inghilterra. E già in televisione i documentari e le opinioni si sprecano. Per quanto mi riguarda, ho avuto e mantenuto una stima al limite dell’innamoramento per le sue capacità. Brevemente desidero ricordarla, pur tra le tante virtù, per la caratteristica fondamentale: l’attitudine, la vocazione al lavoro, congiunta all’orgoglio tenace per le sue idee. La cultura del valore del lavoro, in Italia, non esiste – se non per la, intendiamoci, legittima disperazione per i posti di lavoro che non si trovano, i licenziamenti, la disoccupazione. Si dimentica, tuttavia, che fondamentali e preliminari sono gli incentivi per la produzione, il coraggio per tagliare gli sprechi e anche le superfluità, il senso del sacrificio per ciascuno di noi. La Thatcher aveva ereditato questa estrema qualità, fondamentale anche dal punto di vista morale, dal padre, un modesto droghiere. In Italia, ho sempre sognato un capo di governo a modello Thatcher… si parla tanto di indispensabilità di donne al potere, quasi ci fosse una lottizzazione obbligatoria in proposito. Ma esiste, oggi, in Italia, una donna paragonabile alla Thatcher? Per simpatia di pelle, l’unico nome che mi viene in mente è quello di Laura Boldrini, neo eletta alla presidenza della Camera. Ma esiste anche un uomo paragonabile alla Thatcher? Per capacità di lavoro e per tenacia irremovibile nella convinzione delle sue idee, qualcuno potrebbe dire Berlusconi. Ma provoca quantomeno un sorriso l’idea di paragonarlo, con la sua mancanza di senso dello Stato, alla mitica Meg, (senza contare le serate con le ragazze e le buffonate negli incontri internazionali). E, in effetti, non basta il lavoro a spiegare tutto. Pensando alla dura lezione che la Thatcher impartì agli argentini, quando questi con un colpo di mano si illusero di prendersi le isole Falkland, chiediamoci se fosse toccato alla Lady di Ferro affrontare, da Palazzo Chigi, la controversia con gli indiani, a proposito dei Marò! (Craxi, a Sigonella, osò opporsi a Reagan, e lì firmo la sua fine. Oggi, comunque, non c’è neanche un mezzo Craxi). E, infine, ci vuole coraggio anche a fare e infliggere sacrifici: il primo atto politico significativo di Margaret fu il taglio delle bottigliette di latte agli asili e alle scuole elementari, per questo fu definita ‘Maggie Thatcher, milk snatcher’, ovvero scippatrice del latte.
Vent’anni fa definii Letizia Moratti la mia Thatcher personale. Lo slogan ebbe qualche successo e fu ripreso molte volte sui giornali e in televisione, o anche più semplicemente a livello salottiero. Letizia aveva – ha- qualità formidabili, in primo luogo l’orgoglio di sé e delle istituzioni, una spina dorsale di ferro. Ma aveva un handicap, una sorta di peccato originale (appartiene a una classe sociale d’elite, che nuota nelle ricchezze; la Thatcher era una piccolo borghese) e commise alla fine un errore fondamentale: circondata da pessimi consiglieri, cadde nell’errore di appiattirsi su Berlusconi e fu sconfitta per il bis come sindaco di Milano. Facendo un riesame di se stessa, la Moratti avrebbe ancora carte importanti da giocare. E’ una piccola speranza, condivisa da pochi. Quanto alla Thatcher, non c’è più: non resta che, con ammirazione, evocarne la storia, diventata leggenda (a cominciare dall’inflessibilità verso i sindacati nello scontro storico con i minatori).
DILEMMA MODERNO. GLI SLOGAN, 1: SOCIETA’ CIVILE O GENTE REALE?
Vi fa venire l’orticaria, subito, lo slogan ‘società civile’ o ‘gente reale’? Per me, pari sono. Ammetto che è difficile la definizione del concetto, senza apparire snob o classisti. Il grande Gianfranco Funari non aveva questi complessi e aveva coniato, in tv, un folgorante ‘la gggente’. Poi, senza freni, ci sono stati efficaci variazioni come ‘l’opinione pubblica’, ‘l’uomo qualsiasi’ – erede del micidiale ‘uomo qualunque’ di Giannini. Geniale e meritevole di apprezzamento ‘la casalinga di Voghera’, copyright se non sbaglio Alberto Arbasino: ha bollato per lustri e lustri sia l’innocente cittadina del basso Piemonte, sia il disprezzo feroce degli intellettuali verso una certa condizione femminile. In ogni caso, il risultato è sempre l’orticaria. Siamo in una fase di evoluzione politica, non è da escludere che si facciano largo nuovi, efferati slogan.
SLOGAN, 2: GOVERNO DI SCOPO?
Questo scopo non mi piace, è pleonastico. Ogni governo, infatti, dovrebbe avere uno scopo o qualche scopo. Preferirei dire, e inseguire, un governo ‘di tregua’. Il problema sotto gli occhi di tutti è il veleno corrente tra Pd, Pdl e M5S. Tregua per prendere un tempo, anche limitato, per recuperare un minimo di serenità e spirito di collaborazione.
SLOGAN, 3: OLGETTINE, ESCORT… IL CATALOGO E’ QUESTO.
Dopo la performance di Rubi davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, si è scatenato un putiferio tra le numerose ragazze che allietavano certe serate di Arcore, con Berlusconi ospitale padrone di casa. Predico a tutti, e anche a me stesso, che ogni curiosità andrebbe approfondita. Ad esempio, in questo caso, sarebbe interessante un catalogo sulle ragazze non solo di Arcore, ma anche di molti programmi televisivi, film, compagnie occasionali per viaggi di relax offerti dagli imprenditori (vi dice niente l’Austria?…)… perché la diversificazione appare obbligatoria, a giudicare dagli epiteti e gli insulti che si sono lanciate addosso le varie berluschine. Non voglio involgarire la rubrica, citando gli insulti o censurando, come hanno fatto i grandi giornali riportando predicamente ‘tr…’. Mi limito a dire: quelle che volevano soldi, quelle che volevano arraffare un colpo più grosso e via, quelle che volevano la casa, o un’entrata fissa, quelle che volevano irrompere in televisione, quelle che non si negavano a nessuno, quelle per divertimento, anche quelle che non volevano niente e accettavano gli inviti per curiosità… si potrebbe continuare a lungo. Qualcuno dice che sarebbe un’operazione trash? Non sono sicuro. Si tratterebbe anche di evitare un polverone crudele, come dimostra lo scontro verbale, con malizie e cattiverie, tra le varie protagoniste.
ORFINI, IL PROBLEMA PIU’ IMPORTANTE PER LA SINISTRA…
… non è quello di trovare una ragazza di sera, come diceva la famosa canzone di Celentano, ma di evitare scissioni e disgregazioni. Per me, Orfini (che non conosco) visto in tv, nella baraonda delle chiacchiere a vento, mi sembra un politico, oltre che giovane, di idee interessanti, di una certa apprezzabile lucidità. Mi dicono che gli viene attribuito il tentativo di pensare a un grande Pd, comprensivo di Pisapia, De Magistris, il Sel di Vendola… ma lì rischia di cascare l’asino. L’operazione è meritoria, ma il rischio è proprio quello di provocare nuovi sbandamenti e frammentazioni nel partitone ex comunista. Mi piacerebbe capire, e sapere, di più.
AMARCORD O QUASI: STEFANO RICUCCI A REGINA COELI…
Non ricordo più chi mi disse che Ricucci, al quale non mancava il senso dell’umorismo, disse “Io de Reggina Celi ce farei na bella struttura residezziale de lusso… ce la potremmo compra’ e stupi’ er mondo.”. Forse neanche Ricucci sa che l’idea, a suo modo geniale, fu raccolta da un ‘cervello’ di primordine. Con tanto di studio di realizzabilità e architettura: si calcolavano x appartamenti di 60 mq l’uno. Con sauna, piscina, attrezzature per ginnastica, sport e cure termali.
08/04/2013
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