OGGI VI DICO CHE…

“È noto che talora l’entusiasmo e la passione scientifica possono suggerire di praticare sui malati tentativi ed esperimenti; mai però questi devono poter eventualmente nuocere al malato. Il progresso della scienza è un appassionante e luminoso faro, ma il rispetto per il malato è legge assoluta ed eterna. Quando qualche nuova proposta o tentativi mi venivano avanzati da qualche assistente, la mia risposta fu: “Lo faresti a tua figlia o a tua sorella?” Se no, allora non si fa. La deontologia è etica che deve sempre guidarti.” (Cesare Frugoni, ‘Ricordi e incontri’, Mondadori, 1975)

ATTUALIZZANDO…

 croce rossa

Premetto che se Frugoni oggi fosse in vita, per me sarebbe un candidato ideale alla Presidenza della Repubblica. Pensando alle sue parole, direi: l’Italia è malata, i medici che dovrebbero curarla ed evitare il collasso sono gli uomini politici, in particolare i responsabili dei partiti che contano. Ebbene é chiaro che nessuno ha a cuore la sorte del malato (grave). Non si cercano innovazioni, si tentano vecchie imposizioni, ci sono spaventose indecisioni. Troppi interessi personali, cinismi, ambizioni. Non prevale l’attenzione (dovere deontologico) per il Paese sull’orlo della fine.

UNA GRAVE RESPONSABILITÀ DELLA TELEVISIONE

qucetto laqualunque

Leggo ogni giorno per primo “Il Fatto” insieme con “Il Foglio” (da sinistra e da destra portano brio, chiarezza, energie nuove e cultura). Bene: stamattina il quotidiano di Padellaro e Travaglio ha avuto l’ottima idea di dedicare un pezzo (di Carlo Tecce, bravissimo) al caravanserraglio dei talk show in tivù. Cento puntate ogni settimana, cinquecento ospiti! Solo in tivù, senza contare le infinite radio e le emittenti tivù locali…

Varrà la pena di approfondire alcuni aspetti: i nomi, i criteri di scelta, lo stile e lo spessore dei talk. Per il momento mi limito a una osservazione. Se è vero come è vero che la politica si fa ormai solo in televisione e non si fa più nelle piazze e nei comizi, e poi neanche in Parlamento e nel Senato e nei luoghi politici tradizionali, ebbene: a me piacerebbe che la tivù si adeguasse a questa nuova, crescente, responsabilità. Nello stile e nella sostanza. Troppi talk sono sguaiati, pollai di scontri, a volte di insulti tra i presenti; raramente si ascolta qualche parola decisiva, lucida, interessante. L’attesa del pubblico, gli ottimi risultati di ascolto, il ritorno dell’attenzione per la politica sono fattori positivi. Ma la televisione, specchio della societá, non è affatto all’altezza di questo inedito ruolo. Sguazza golosamente nella marmellata degli ascolti: non solo senza regole, ma purtroppo senza rigore e senza una pur minima dimensione culturale. Con una  distanza terribile rispetto a quella parte d’Italia che odia la vecchia politica, e questo si sapeva, ma anche verso la compagnia di giro che occupa le cento puntate televisive. Un fenomeno preoccupante. Nel mirino non solo le facciacce della politica, ma anche i vecchi e nuovi volti di politologia, costume, opinionisti, acrobati, tuttologi, giornalisti e viandanti vari. Un vecchio pezzo (un rottame?) di un’Italia arroccata su se stessa, politici politicanti cortigiani e purtroppo anche osservatori, sempre più detestata da un’Italia esasperata e sfiduciata.

QUIRINALE, MARINI NON CE L’HA FATTA PERCHÉ …

 marini

… perché, in parole povere, Bersani e Berlusconi, a sorpresa, di colpo avevano condiviso fra di loro un nome Franco Marini, non condiviso affatto dalle loro legioni – in particolare del Pd, che addirittura rischia di sfasciarsi.

Nella mia nota di ieri non avevo neanche citato Marini tra i possibili candidati. Una svista? Non so. Ho commesso l’errore di ascoltare e captare solo l’umore diffuso dei grandi elettori? Forse. Marini, ottima persona, non rientrava in diffusi umori e ancor meno simpatie.

Oggi è successo un fatto drammatico: il Pd, l’ex monolitico Pci, si è frantumato. E ora cosa succede? Una cosa è certa: imposizioni dall’alto non reggono più. Oserei dire anche nel Pdl di Berlusconi.

UNA DONNA AL QUIRINALE? ETERNA BEFFA

 bonino emma

Eleggere al Quirinale una donna figurava tra gli auspici di molti. Bugie, frasi convenzionali, ipocrisie. Eppure sarebbe stato un segnale di novità anche per il mondo… Il risultato del primo voto indica che non c’é alcuna voglia di dare la precedenza all’universo femminile. Mi spingo a dire che solo Emma Bonino potrebbe avere qualche residua possibilità. Ma non ci scommetterei un cent.

 

18/04/13
cesare@lamescolanza.com