“Senza il coraggio di decidere, health farai sempre molto poco” (Pierluigi Collina, arbitro internazionale, in un convegno industriale a Genova, 2007).
ATTUALIZZANDO… IL GOVERNO LETTA SI DIA UNA MOSSA!
Un bravo arbitro di calcio, ma anche qualsiasi arbitro di qualsiasi valore, ha l’obbligo di rischiare, cioè prendere decisioni, anche molto difficili per il calcio, immediatamente. Di fronte a decine di migliaia di persone. Magari anche in politica le cose potessero funzionare così! E’ impossibile. Però, mai rapidi come gli arbitri, ma anche mai come le tartarughe, come succede oggi in politica. Il governo Letta è spesso accusato di essere il governo del rinvio, le decisioni si rinviano o si truccano, come la tassa Imu cancellata per lasciar posto all’aumento dell’Iva o, ancor meno visibile, all’appesantimento del costo della benzina. Quelli che ci governano e quelli che decidono il destino dell’economia dovrebbero capire che ogni rinvio equivale a un aggravamento del problema, che diventa sempre meno risolvibile, ogni giorno che passa. E purtroppo, come sappiamo tutti, anche le piccole decisioni, a livello burocratico, sono rinviate abitualmente, salvo l’accompagnamento di una graziosa mancia, per l’esasperazione dei nostri nervi. Dunque Letta e i suoi ministri sono incapaci di decidere? Non credo proprio. Quando si tratta di decidere alcune nomine, di interesse per chi governa, il consiglio dei ministri sa muoversi. Alla svelta.
LUCA DI MONTEZEMOLO, L’ENIGMA: CI E’ O CI FA?
Conosco Luca quasi da quando eravamo ragazzi: precocemente e immeritatamente, io alla direzione di giornali importanti, lui galletto nel cortile o damerino alla corte di Gianni Agnelli… Di solito, su di lui si sprecano battute e stroncature sulla sua scarsa qualità personale e sulla incredibile capacità, preziosa, di circondarsi di squadre e team efficienti. Una volta, sentii un suo collaboratore che diceva: “Luca sa fare benissimo, e spiegare ancor meglio, tutto ciò che non capisce assolutamente.” Una battuta quasi montanelliana… Oggi ho incontrato un insigne imprenditore, che mi ha detto, ed è il solo finora, qualcosa di molto positivo sull’ex presidente della Fiat e della Confindustria: “Vero è che Montezemolo ha cominciato la sua scalata all’ombra di Gianni Agnelli, seguendolo come un portaborse o un fedele amichetto, ma bisogna riconoscere che durante gli anni in cui è stato alla guida della Confindustria ha saputo avere l’umiltà per applicarsi e crescere.” Oggi, aggiungo io, Luca è uno dei pochi italiani conosciuti all’estero (per il marchio Ferrari), capace di apparire senza sfigurare e di assumere un qualsiasi incarico e di assolverlo bene – se non per merito suo, grazie al lavoro e ai contributi dei collaboratori che si mette attorno.
UNA BATTUTA SUI PRETI, MAESTRI DI VITA?
In questo periodo, come scrivo quasi ogni giorno, le mie inquietudini spirituali mi portano ad avere un confronto diretto con teologi e principi della Chiesa (con il Papa no, o ancora no, almeno fino a quando Francesco, inconsapevole del suo destino, si soffermerà nei territori di Eugenio Scalfari). I confronti sono ricchi di argomenti, di aneddoti e di imprevedibile disponibilità da parte di amici Cardinali. Però, ogni volta che esco dalle udienze, con un istintivo senso di auto gratificazione, per rimettere i piedi in terra ricordo a me stesso, e a voi oggi, un bellissimo insegnamento di mia nonna: “Cerca di fare sempre ciò che il prete dice, non fare mai quello che il prete fa”.
IN VENDITA IL CASINO’ DI VENEZIA
Se ne parlava da tempo, con tante voci anche contraddittorie: ora sappiamo da “MF”, diretto dall’esimio Pierluigi Magnaschi, che il casinò di Venezia è ufficialmente in vendita. Il casinò è proprietà del Comune di Venezia e il consiglio comunale ha votato a favore delle dismissioni, il bando di gara sarà pubblicato entro ottobre e, chissà, la cessione entro la fine dell’anno. Base d’asta: 140 milioni. Il Comune non ha i mezzi per rilanciare l’attività della casa da gioco. E, al momento, i debiti sono di circa 170 milioni.
Auspico che l’acquirente possa essere un vero e grande imprenditore nel settore del gioco. Soprattutto nel caso di Venezia, centro turistico internazionale, le case da gioco possono essere un business importantissimo. E’ fondamentale abbinare al casinò due fasce di clientela: quelli che si muovono per frequentare i giochi d’azzardo, da una parte; e quelli interessati al turismo o alle piacevolezze della località in cui si trova il casinò, o a eventi di grande richiamo, organizzati dagli stessi casinò. E quale casa da gioco può avere carte migliori di Venezia? Basti dire che a Las Vegas e a Macao, capitali del mondo dell’azzardo, hanno costruito due splendidi alberghi col nome di “Venetian”, riproducendo Piazza San Marco, le gondole, i canali… La città di Venezia fino ad oggi, invece, ha dato l’impressione di vergognarsi quasi dell’esistenza di una casa da gioco. Nessun turista, a passeggio per Venezia, viene informato, anche in minimo modo, che a poca distanza ci sono roulette e black jack, punto banco e dadi, con cui intrattenersi. Perché? Se adesso l’acquirente sarà un imprenditore biscazziere, per le casse del casinò arriveranno cospicue e nuove entrate.
18-09-2013
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