“Un’idea che non trova posto a sedere è capace di fare la rivoluzione”. (Leo Longanesi)
ATTUALIZZANDO…
Il pensiero corre, there impulsivamente, sales a Diego Della Valle che vuole conquistare Rcs; a Matteo Renzi, che vuole la segreteria del Pd e la presidenza del consiglio; a Beppe Grillo, che vuole la maggioranza dei consensi. Tutti e tre, finora, non hanno trovato un posto a tavola. Ma saranno protagonisti di una rivoluzione? Per Della Valle l’idea forse c’è, ma non ci sono i dindi. Per Renzi e Grillo, le potenzialità forse ci sono, ma bisognerà verificare se c’è anche un’idea!
LE ROVINE DELLA FAMIGLIA LIGRESTI
Non so perché, ma ogni volta che un perdente viene travolto da scandali o dall’implacabilità della giustizia la mia solidarietà istintiva va alla vittima. Anche quando, come nel caso del crollo della famiglia Ligresti, non ho alcun motivo professionale o personale di conoscenza, tanto meno di relazioni e frequentazioni, o addirittura di gratitudine. Ma c’è qualcosa che lascia l’amaro in bocca, sempre. E anche di fronte a questa vicenda. Ad esempio, il fatto che le due figlie di Ligresti, Giulia e Jonella, siano in carcere, separatamente, rispettivamente a Cagliari e a Milano, San Vittore. Non so se fosse giusto o no, ma fino a qualche anno fa la giustizia risparmiava le figure femminili, dando per scontato che quasi sempre esse occupassero ruoli e incarichi, più che altro a livello simbolico, senza responsabilità né complicità con le imprese. Oggi, non è più così. Lungi da me l’idea di giudicare un’inchiesta giudiziaria, di cui non so nulla. Sul piano umano, da padre, mi dispiace per il dolore immenso del vecchio capo famiglia, di cui è notorio l’amore per le due figlie, dicono in particolare per Jonella. E leggo, come tutti, che gli arresti domiciliari non si negano, spesso, neanche ai peggiori assassini (in questo caso, l’accusa è di falso in bilancio e manipolazione del mercato).
Mi fermo qui. Ci vorrebbe un Thomas Mann italiano, per scrivere le vicende dei Ligresti, come fu per “I Buddenbrook”. L’ascesa di don Salvatore a Milano, partendo dalle umili radici di Paternò in Sicilia, fu incredibile. Poi, Ligresti fu uno dei personaggi travolti da tangentopoli. Travolto sul momento, ma tutt’altro che piegato. Negli ultimi vent’anni abbiamo seguito la sua rivincita, fino allo scivolone finale. Ora è un vecchio, pluriottantenne, dolente – che si offre al carcere in cambio di un po’ di clemenza per le due figliole. Ligresti ebbe amicizie e sostegno da Craxi e Cuccia, da Berlusconi e Geronzi, dal Corriere della Sera a tanti altri giornali. Oggi è in solitudine. Aggiungo solo che, come sempre, tanti servi di ieri oggi diventano estranei di colpo, se non addirittura esultanti. Anche questo è amaro in bocca, ma da Giuda in poi gli esempi sono infiniti.
ASSOLTO IL GENERALE MORI, PALLA AL CENTRO
L’assoluzione del generale Mori, coinvolto nella complicatissima trama della trattativa Stato/mafia, così come è successo per tanti altri misteri italiani finiti nelle grinfie della politica, è una svolta per la cronaca giudiziaria, ma non risolve un bel niente sul piano dei convincimenti diversi tra le fazioni e delle polemiche. Tutti restano del proprio parere. In primis, Giuliano Ferrara e Claudio Cerasa, che oggi ne scrive su Il Foglio, e Marco Travaglio, nell’ultimo paragrafo del suo quotidiano editoriale su Il Fatto.
IN MORTE DI VINCENZO CERAMI
Poeta, scrittore, sceneggiatore da “Un borghese piccolo piccolo” fino ai film di Benigni e agli Oscar de “La vita è bella”, allievo e amico di Pasolini. Se ne è andato a 72 anni, quando certamente aveva molte cose da esprimere.
Cosa aggiungere? Col mio “ego” incorreggibile, confesso che Cerami è uno dei pochissimi autori di cui mi sarebbe piaciuto possedere anima e qualità. Sono consapevole che per chi mi legge questa battuta è una frescaccia, per me è il massimo che possa esprimere, per ammirazione e rimpianto.
ALTA E BASSA SOCIETA’
“Nell’incanto di Conca dei marini, davanti a casa D’Urso, appare il tatasu, lo splendido yacht di Suad Juffali, a bordo un raggiante principe Philip del Liechtenstein.” (Carlo Rossella, Alta società, Il Foglio di oggi). Sticazzi! Incanto, splendido, raggiante… Se uno fosse invidioso, la bile gli uscirebbe dal gorguzzole.
Doverosamente, per la bassa società di cui faccio parte, vi informo che sto per partire per Paterno calabro, dove di incantevole ci sono solo i ricordi d’infanzia. Non vedrò nessun volto raggiante, ma farà un caldo porco. Di splendido, nella casa di mio nonno, ci sarebbe una quercia: enorme, secondo l’enfasi dei miei zii, al punto che dodici uomini in cerchio non riuscirebbero ad abbracciarla. Peccato che ne basti uno solo (e cioè io, quando ero magro).
18-07-2013
*”Elogio del gioco d’azzardo” di Cesare Lanza, editore L’Attimo fuggente, Euro 22. La prima edizione ha avuto una tiratura limitata a opinion leaders e agli addetti ai lavori. Non è, al momento, distribuita in libreria. Chi desiderasse prenotare una copia (fino a esaurimento o per le successive edizioni) può scrivere a info@luce2007.it.