“La gente si voltava a guardarlo. I più lo scambiavano per un attore. Le ragazzine spalancavano gli occhi dall’ammirazione. Lui camminava a passi regolari, find scandendo il suo incedere con i movimenti del bastone dal pomo d’oro, e nessuno avrebbe sospettato che aveva voglia di sedersi.
Ma non poteva sedersi su una panchina! Nei caffè avrebbe di nuovo dovuto consumare qualcosa, spendere altri soldi. Conosceva così bene quella situazione, quando sei in una città dove non hai una casa e sei condannato a vagare senza meta nei luoghi pubblici!”(“Faubourg”, George Simenon, 1937, Adelphi 2013.)
ATTUALIZZANDO…
Quante volte vi è capitato di trovarvi nella stessa situazione, in una città sconosciuta? A me tantissime volte. Ricordo, in gioventù, quando lavoravo per il Corriere dello Sport, l’attesa della partita, alla domenica. Non si sapeva cosa fare. A differenza di monsieur De Ritter, protagonista del romanzo di Simenon, ovviamente la gente non si voltava a guardarmi, nessuno mi scambiava per un attore, e ahimè, a maggior ragione le ragazzine non spalancavano gli occhi per l’ammirazione. E non avevo neanche un bastone col pomo d’oro! Ma lo stato d’animo era simile, di caffè in caffè. Fu allora, tra i vent’anni e i trenta, che m’inventai le collezioni povere, per passare il tempo. Vagavo per i mercatini, alla ricerca di cartoline, porcellini, conigli, menù e vecchi giornali…e voi, cosa fate, quando dovete far passare due o tre ore in una città che non conoscete?
COSA FARA’ BERLUSCONI?
Rieccolo, sempre al centro dell’attenzione, nel bene e nel male. Colpisce che il Cavaliere sia stato condannato a un anno in più (sette anziché sei) rispetto a quanto richiesto dal pubblico ministero Ilda Boccassini, di per sé considerata terribile. Colpisce che sia stato interdetto dai pubblici uffici sine die. Colpisce, mi sembra un caso unico più che raro, che tutti i testimoni a favore di Berlusconi siano imputati o imputabili di falsa testimonianza.
Mi dicono che in luoghi pubblici, tipo bar e supermercati, ci siano stati applausi spontanei all’annuncio della sentenza. Sono certo che, senza chiasso, ci siano stati diffusi sentimenti di indignazione e sofferenza tra i sostenitori dell’inventore di Forza Italia. Tra i tanti servizi in tivù, mi è piaciuto Alessandro Sallusti, ospite di Lilli Gruber, che sorrideva beffardo davanti al giornalista inglese dell’Economist, che diceva che per colpa degli scandali sessuali berlusconiani l’Italia si è squalificata nel mondo. Sornione, Sallusti replicava e ripeteva: “Ma proprio voi inglesi venite a darci lezioni etiche? Con tutto quello che succede a Palazzo Reale e al governo, con i vostri ministri?”
Oggi la domanda di tutti è, più che mai: quanto durerà il governo? Come farà la sinistra a mantenere l’alleanza con l’ex premier, duramente condannato? E come farà l’ex premier a sostenere un governo, da cui fino ad oggi non è minimamente garantito? Al di là delle opinioni personali, il dubbio è reale: Enrico Letta e Angelino Alfano, la strana coppia, reggeranno o non reggeranno? Mi sembra fondata questa osservazione, tra le tante chiacchiere al vento: a ottobre incombe un altro processo, un’altra sentenza, un’altra probabile condanna per Berlusconi. E in tal caso, più che il carcere (a me sembra ipotesi inverosimile), il timore è che l’interdizione dai pubblici uffici scatti definitivamente e di conseguenza Silvio non potrebbe presentarsi alle elezioni, sarebbe cancellato dalla scena politica. Con questa prospettiva è verosimile, secondo gli osservatori più crudi, che il governo tiri le cuoia prima di ottobre, e che si facciano nuove elezioni.
ELOGIO DEL GIOCO D’AZZARDO, I NOTTAMBULI, MARISELA…
Giovedì, ovvero dopodomani mattina (10.30, Piazza Santa Chiara 14), presento il mio libro sul gioco*. Per definire l’invito, ci siamo scambiati un paio di sms, la divina Marisela Federici e io. Stimo da sempre Marisela perché è una delle poche persone di mente libera liberissima, priva di pregiudizi. In questa occasione, abbiamo scoperto di essere tutti e due nottambuli. E siamo convinti che tra gli inquieti nottambuli ci sia il fior fiore dell’intelligenza, delle qualità, dell’ironia. Perciò, all’istante, abbiamo deciso di fondare il club della notte o dei nottambuli o dei pipistrelli o di qualsiasi cosa venga in mente, di notturno, per dare un bel brand all’iniziativa. Si terranno riunioni notturne e si regaleranno idee ad amici e nemici, selezionati con discutibilissimo rigore.
LETIZIA MORATTI DOMANI ALL’ONU, PER SAN PATRIGNANO
Chi mi segue con assiduità, sa bene che considero Letizia Brichetto Moratti la mia star ideale, il mio Nobel personale per la conduzione delle aziende e per qualità tecnica in politica. Ha commesso un solo errore: come (ottimo) sindaco di Milano, farsi confondere con la poltiglia della politica politicante, anziché difendere la sua immagine di assoluta indipendenza. Ma è una gran testa dura, una lavoratrice infaticabile, dotata di determinazione e spirito di sacrificio. Scommetto, per il bene del nostro malandato Paese, che ne risentiremo parlare presto. Intanto vi segnalo che domani, giorno mondiale di lotta alla droga, Letizia parlerà alle Nazioni Unite – l’unica, tra i tanti rappresentanti di comunità – a nome del suo gioiellino, San Patrignano. Un riconoscimento lusinghiero e, certo non solo a mio parere, meritatissimo.
PREMIO SOCRATE PER GIGI DE CANIO
Gigi De Canio è uno dei migliori allenatori italiani. Ha ottenuto risultati importanti, non ha mai (finora) raggiunto le vette. E’ uno di poche parole, restìo soprattutto a dire sciocchezze vanitose e auto promozionali, conosce bene il mestiere, ha un carattere selvatico, non è ruffiano…Prima o poi gli darò il premio Socrate per la meritocrazia. Nella girandola di panchine che ha caratterizzato l’estate calcistica De Canio non ha trovato un incarico in serie A. Sarebbe volgare fare nomi, ma almeno la metà degli allenatori in serie A vale meno della metà di Gigi: non c’è da stupirsi, in questo mondo sempre meno sensibile alla sostanza, che De Canio sia rimasto fuori dal giro. Fino a settembre, ovviamente: quando i presidenti che corrono allegramente dietro a sogni e futili promesse, si renderanno conto che le loro squadre barcolleranno pericolosamente. A quel punto San Gigi sarà chiamato come il salvatore della patria. Per conto mio, gli ho detto che in un’altra vita, se non sarò più attratto dalla malattia del giornalismo e della scrittura, gli farò da press agent, mandandolo a tutte le feste, in tutti i salotti, televisivi e no, a dire stronzate a ogni giornalista…e così sarà famosissimo, chiacchieratissimo, ricchissimo (a prescindere dal suo valore).
25-06-13
*”Elogio del gioco d’azzardo” di Cesare Lanza, editore L’Attimo fuggente, Euro 22. La prima edizione ha avuto una tiratura limitata a opinion leaders e agli addetti ai lavori. Non è, al momento, distribuita in libreria. Chi desiderasse prenotare una copia (fino a esaurimento o per le successive edizioni) può scrivere a info@luce2007.it.