“Le faccende umane si trovano, per unanime consenso, in uno stato deplorevole. Questa peraltro non è una novità. Per quanto indietro si riesca a guardare, esse sono sempre state in uno stato deplorevole. Il pesante fardello di guai e miserie che gli esseri umani devono sopportare, sia come individui che come membri della società organizzata, è sostanzialmente il risultato del modo estremamente improbabile – e oserei dire stupido – in cui la vita fu organizzata sin dai suoi inizi. (Carlo M. Cipolla “Allegro ma non troppo”, Il Mulino)
ATTUALIZZANDO…
Ogni giorno abbiamo a che fare con qualche stupido. Nessuno di noi ammette di essere stupido, dunque è possibile che altri, incontrandoci, si rammarichino di aver a che fare con un interlocutore stupido. E’ un problema eterno, da quando la vita esiste, e fareste bene a leggere per intero il bel libretto di Cipolla. E’ un luogo comune dire: meglio avere di fronte una persona intelligente e furba, piuttosto che uno stupido. Ma chissà se è vero. Un altro vecchio detto recita: al mattino escono di casa un uomo intelligente e uno stupido; se si incontrano l’affare è fatto.
LA ZANZARA: SARTORI CONTESTA IL CORRIERE
Ieri avevamo commentato l’articolo di Giovanni Sartori sul Corriere, assai critico nei riguardi della ministra Kyenge, sull’integrazione e sullo ius soli. Avevamo previsto un po’ di casino. Puntualmente, a la Zanzara (un luogo dove si fa giornalismo vero) Sartori è stato intervistato e il politologo ha contestato il suo giornale per la posizione in cui il suo articolo è stato pubblicato. Avevamo previsto, facilmente conoscendo il carattere di Sartori, anche questa reazione. “Se mi avessero detto che avrebbero messo il mio articolo in quel modo lo avrei ritirato, com’è previsto dagli accordi. Al Corriere si sono comportati in modo scorretto e offensivo, mi hanno fatto una cosa che mi ha indignato senza dirmelo”.
Così il politologo Giovanni Sartori, a La Zanzara su Radio 24, dopo la pubblicazione oggi di un articolo critico nei confronti del ministro Kyenge sul Corriere della Sera. Ma lei potrebbe interrompere la collaborazione col Corriere, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e Davide Parenzo?: “Sì, chiederò spiegazioni. Gli accordi sono che o lo mettono come editoriale o non lo mettono e ho facoltà di ritirarlo. Peggio di così non mi potevano sistemare, una cosa ridicola. Lo avrei ritirato di sicuro. In 50 anni col Corriere non era mai successo”. “E’ un articolo molto educato sul problema dell’integrazione – dice Sartori – un problema che un oculista non conosce per niente. La Kyenge non è intoccabile”.
GIOCHI: SGARBI CONDANNA OGNI PROIBIZIONISMO
Giovedì 27 giugno, alle 10,30, in Piazza Santa Chiara 14 a Roma, presenterò il mio libro “Elogio del gioco d’azzardo”. Sarò lieto di accogliere chiunque sia interessato all’argomento.
Intanto registro con grande piacere una dichiarazione di Vittorio Sgarbi, a tutela delle libertà individuali. “Il proibizionismo è da regime dittatoriale e propone un’ideologia preoccupante”. Lo afferma Vittorio Sgarbi, commentando all’agenzia specializzata Agipronews le iniziative dei sindaci contro il proliferare delle sale slot. “Alcune limitazioni hanno la presunzione di tutelare l’onore e la dignità dei cittadini, ma in realtà incidono sulle libertà individuali”, ha aggiunto Sgarbi.
“Vi sono sindaci che adottano lo schema del proibizionismo, tipico dei regimi dittatoriali, è una cultura che investe soprattutto le donne e i costumi. Ogni forma di proibizionismo presuppone un’ideologia e non mi sembra un buon segnale”, ha aggiunto.
Al di là della logica opera di vigilanza e prevenzione sul gioco compulsivo, Vittorio Sgarbi si focalizza sulla libertà di scelta, che deve essere conservata: “Il libero arbitrio non è a rischio, è a rischio il libero comportamento: mangiare una cosa invece di un’altra, decidere di giocare o non giocare fa parte delle libertà materiali dell’individuo”.
BERLUSCONI SPARA, A SALVE
Mentre è in corso il G8 in Irlanda del Nord, Berlusconi fa partire una mitragliata. A salve. Dice che l’Italia deve sforare il rapporto del 3% tra deficit e Pil, “regola aurea dei Paesi Ue”. Certamente il Cavaliere soffre di astinenza rispetto al ruolo agognato di Premier, certamente il chiasso non è adeguato all’importanza apparente del colpo verso il G8. Letta rassicura Buxelles e tutto procede come prima. Se è peggio o meglio, questo si vedrà.
IL GRAVE ERRORE DI BEPPE GRILLO
Sono tra quelli sinceramente convinti che il Movimento Cinque stelle di Beppe Grillo sia stato benefico per il mondo politico italiano: ha dato una sveglia, ha fatto squillare un allarme, ha sollecitato come poteva i partiti tradizionali a darsi una mossa…è stato portatore di ideali, e questo è molto utile. Ma poi, al momento di operare si sono delineate confusione e delusione. Non sono tra quelli che ne godono e si stropicciano le mani dicendo: “Avete visto, Grillo ha ballato per una sola primavera.” No. Sono tra i pochi che sollecitano Grillo a rendersi conto finalmente che ha l’obbligo verso i suoi elettori di operare per arrivare a una svolta precisa. Parole e insulti non bastano più. E’ un grave errore che la signora Adele Gambaro, sua senatrice, sia a rischio di espulsione dal Movimento Cinque stelle. In un Paese democratico, la sua condotta è ineccepibile: ha criticato la linea del capo, che male c’è? Non ha presentato scuse, e perché mai doveva farlo? Il dissenso è essenziale in qualsiasi partito o movimento. Anche se è guidato da Grillo.
ALDO GRASSO, AL SOSTEGNO DEGLI SPOT
Spesso dissento dai giudizi taglienti, e anche un po’ sprezzanti, del celebre critico televisivo del Corriere della Sera. Per di più, negli anni, ho saputo che parla maluccio di me con comuni amici (Massimo Fini, Francesco Cevasco, Ferruccio de Bortoli…) e però, più di lui cerco, nelle mie modeste note, di mantenermi oggettivo. Così, con sprezzo del pericolo costituito dalla disapprovazione certa dei miei tanti amici che lo detestano, oggi vi invito a leggere la sua rubrica sul Corrierone: “Quella lotta anti spot ora sa di retroguardia”. La sottoscrivo, riga per riga.
Il riferimento è una iniziativa assunta nel 1989 al Teatro Eliseo di Roma, organizzazione del Pc, con lo slogan: “Non s’interrompe così un’emozione”. Una iniziativa presa contro l’interruzione dei film, per dar spazio alla pubblicità. Tra i convenuti, ricorda Aldo Grasso, Fellini, Arbore, Marcello Mastroianni, Scola, Celentano. Il bersaglio, manco a dirlo, era: Silvio Berlusconi. Rivista oggi, quella manifestazione si può leggere come una battaglia di retroguardia, enfatica (“noi ci misuriamo solo con l’Arte”). Aggiungo che i rapporti professionali, o se si vuole enfatizzare, artistici, di tanti talenti del cinema e della televisione con la pubblicità, appaiono ambigui, ipocriti e privi di senso. Infatti, il professionista (“l’artista”) lavora con la pubblicità, arricchisce il suo portafoglio; e poi s’indigna verso il dilagare degli spot che pure consentono sopravvivenza e guadagni a mezzo mondo produttivo. Fellini stesso e tanti altri registi lavorarono alla pubblicità o a Carosello: il sommo Federico firmò un modesto omaggio al bitter Campari…L’emozione s’interrompe, e come, al momento di incassare un assegno.
18-06-13
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