“All’età di settantadue anni, nel 1797, quando posso dire “vixi” benché viva ancora, mi sarebbe difficile trovarmi uno svago più piacevole… Nel rammentare i piaceri da me provati, li rinnovo, ne godo di nuovo, e rido delle fatiche sopportate che non sento più. Particella dell’universo, parlo all’aria… So di aver vissuto perché ho avuto delle sensazioni.” (Giacomo Casanova)
ATTUALIZZANDO… GRANDEZZA E SIMPATIA DI UN SEDUTTORE
Leggo e rileggo Casanova, mi piace è dir poco. Era un avventuriero? Certo, ma che importa? È irresistibile la sua disinvolta sfacciataggine: ad esempio, nelle sue memorie, confessando di aver barato, con delicatezza scrive di aver “aggiustato la fortuna”. Questo è un aspetto divertente della sua personalità. È stato un baro e di più: un truffatore, un malfattore, un imbroglione, uno speculatore, corrotto e corruttore, una spia e molto altro di riprovevole ancora. Non mi interessa granché. Casanova (Venezia 1725-Dux oggi Duchcov nella Repubblica Ceca, 1798) è stato uno dei più grandi scrittori del suo secolo. Ma questa qualità – ingiustamente! – non gli è riconosciuta, neanche in Italia, per due ragioni. La prima: i suoi innumerevoli vizi. La seconda: la sua gigantesca autobiografia fu scritta in francese e questo, presumo, disorienta i critici e gli insegnanti di lettere. Che dire? Come narratore, non teme confronti: intriga, diverte, suscita emozioni e riflessioni (è stato anche poeta e filosofo). Che dire? Alessandro Manzoni (1785-1873) è stato grandissimo, ma anche – scusate la bestemmia – quanto noioso! Convenzionale, rigorosamente saggio, educatissimo: con tutto il rispetto, oggi si direbbe politicamente corretto.
IL PIACERE DEL VIZIO È SEMPRE UGUALE
Mi faccio assistere da illustri scrittori e pensatori. Leggete qui…
“Resisto a tutto fuorché alle tentazioni”. (Oscar Wilde)
“Che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l’uomo ideale e forte che m’aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente”. (Italo Svevo)
“Chiamiamo vizi quei divertimenti che non osiamo provare”. (Henry Miller)
“Sono impuro, bordellatore insaziabile, beffeggiatore, crapulone, lesto di lingua e di spada, facile al gozzoviglio. Fuggo la verità e inseguo il vizio”. (Dal film Brancaleone da Norcia)
“Le virtù ci rendono migliori; i vizi, soddisfatti”. (Roberto Gervaso)
“Tutti i vizi, quando sono di moda, passano per virtù”. (Molière)
E ANCHE I CRIMINI SONO SEMPRE GLI STESSI
Quando oggi ci si scandalizza, tanto onestamente quanto ingenuamente, di fronte agli orrori che ci consegnano le cronache dell’attualità del terzo millennio, forse sarebbe utile una riflessione. Non solo i vizi, ma anche i crimini sono sempre uguali. Basta leggere Casanova, rieccolo. A parte gli abusi e le scelleratezze che arrivano con la modernità delle nuove tecnologie, a parte la violenza nuova ed estrema delle guerre, tutto è rimasto pressoché uguale: le truffe, gli imbrogli, le speculazioni e gli inganni inflitti alle sofferenze della povera gente, le aggressioni, i furti, le rapine, gli omicidii, i soprusi sessuali, le associazioni a delinquere, lo spionaggio, l’usura, la bancarotta e quant’altro… tutto è rimasto uguale. Dev’esserci qualcosa di immutabile e irrimediabile, nella bestialità dell’uomo.
cesare@lamescolanza.com
22.02.2017