“Un’idea non è di destra né di sinistra. È un’idea, buona o cattiva” (Da “Il grillo canta sempre al tramonto” di Gianroberto Casaleggio, Beppe Grillo e Dario Fo).
ATTUALIZZANDO… L’IMPORTANZA DI CASALEGGIO E DI M5S
Nonostante si sapesse che Casaleggio fosse malato gravemente da tempo, la notizia della sua scomparsa, a soli 61 anni, ci ha colto di sorpresa. Non lo conoscevo: non ho cercato lui, né lui mi ha mai cercato. Tuttavia, anche se non esisteva una conoscenza diretta, lo stimavo molto: anche per la riservatezza e per il suo stile discreto, utili anche per equilibrare le esternazioni passionali e furiose di Beppe Grillo. Questo, nella forma. Quanto alla sostanza, onore alla sua memoria: ha rivoluzionato il modo di far politica e ha contribuito a fondare un movimento, che oggi conta molto in Italia, in grado di dar voce agli scontenti, agli emarginati, ai disperati, a tutti coloro che si ribellano alla corruzione e all’inefficienza purtroppo dominanti nel nostro Paese. Non è poco, anzi è moltissimo: il problema, domani cioè da subito, sarà verificare se i cinquestellati riusciranno a mantenere la rotta, se a Grillo si affiancherà un altro ideologo / stratega di pari qualità, se il Movimento riuscirà ad essere persuasivo e determinato – avendone i numeri – nel conquistare e gestire il potere di governo.
EDITORIA / 1. RCS, ACQUE TEMPESTOSE INTORNO A URBANO CAIRO
Dopo il mio elogio di ieri di un imprenditore, Cairo, che apprezzo molto, ho incassato un piccolo diluvio di obbiezioni. Il tema comune è: chi è, Urbano Cairo, per sfidare i poteri forti e, credibilmente, mirare alla conquista del colosso editoriale, peraltro in difficoltà? Rispondo: a mio parere come ho scritto e ribadisco, le qualità imprenditoriali e manageriali ci sono. Condivido che la sfida possa apparire e dimostrarsi spregiudicata, forse temeraria, forse intempestiva. Ma merita di essere guardata con attenzione e preventiva stima, se non altro perché smuove le acque intorno alla casa editrice (tra l’altro) del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport. Mi dicono che Cairo non avrebbe, al momento, lo spessore finanziario e una struttura di alleanze tali da indurre a scommettere sul suo successo. Può darsi. Al momento, si parla di una sua liaison con Giovanni Bazoli, il mitico presidente di Intesa, che potrebbe essere il successore del leggendario (più che mitico) Cuccia di Mediobanca. Ma questo, secondo i miei lettori più informati, non sarebbe sufficiente, sia in considerazione dell’età di Bazoli, sia perché altri azionisti di Rcs stanno già architettando e presentando contromanovre per l’interdizione.
EDITORIA / 2. SU CAIRO RIFLESSIONI E PREGIUDIZI
Ricordo che in sostanza Cairo offre azioni della sua azienda, con conguaglio da definire, in cambio di azioni di Rcs; e (parla sempre chi ha criticato il mio elogio di Cairo) quale potrebbe essere l’utilità di cedere azioni Rcs, nonostante l’indebitamento, in cambio di azioni dell’editore emergente? E qui emergono altre due riflessioni, che trasmetto pari pari a chi mi legge. La prima: il superficiale entusiasmo manifestato di fronte al balzo in borsa delle azioni Rcs non è da interpretare come un segno di simpatia del mercato e dell’alta finanza verso Cairo, ma al contrario un aumento delle difficoltà di Cairo, quando si tratterà di valutare il cambio delle sue azioni con quelle di Rcs. Il prezzo potrebbe essere sensibilmente maggiorato. Seconda riflessione: si insinuano voci sulla possibilità di cessione, da parte di Cairo, de La7, per fare cassa. A me sembra un’ipotesi poco credibile perché la nuova proprietà rinuncerebbe a importanti sinergie tra il network televisivo, la grande casa editrice, la pubblicità e, perché no, il club calcistico del Torino.
In conclusione e in poche parole, un convincimento – o un pregiudizio – diffuso è che Cairo avrebbe dietro di sé almeno un sostenitore, oltre a Bazoli, di consistente forza finanziaria, tale da gestire e portare a termine la complessa operazione. Dal canto mio, concluderei con l’osservazione di ieri: Cairo è attento, prudente, lungimirante; se non ce la farà oggi, è comunque in crescita, un soggetto di cui l’attuale Gotha, ammesso che non sia esagerato definirlo così, dovrà tener conto.
EDITORIA / 3. PIU’ CHIARI SEMBRANO GLI ACCORDI TRA BOLLORE’ E MEDIASET
È convinzione generale che Bollorè con Vivendi sia destinato a conquistare progressivamente la proprietà di Mediaset: l’attuale scambio di azioni, in margine alla cessione di Mediaset Premium, appare minuscolo, non credibile rispetto alle ambizioni e alle capacità di investimento di monsieur Bollorè. Fatto sta che i Berlusconi, rinunciando a Mediaset Premium (che stava inguaiando i bilanci del Gruppo, con centinaia di milioni di perdita) si sono tolti un bel problema di dosso, non un sassolino ma una pietra aguzza dalle scarpe. E perché Bollorè dovrebbe accollarsi questo fardello, senza prospettive future di estensione?
TELECOM, L’OPERAZIONE DI BOLLORE’ E LA NOMINA DI CATTANEO
Per indiscrezioni e dichiarazioni attribuite al gigante della finanza francese, la designazione di Cattaneo (ex Rai, ex Terna, ex Italo) sarebbe un’operazione di transizione, concessa da Bollorè al premier Renzi e, perché no, a Berlusconi (nel quadro dell’operazione con Mediaset), per non strafare: sia il nostro capo del governo, sia il Cavaliere desideravano ai vertici di Telecom un importante manager italiano anziché un rappresentante di fiducia – francese – espresso da Vivendi. Ma questa transizione durerebbe alcuni mesi, si ipotizza fino a fine dicembre. Per altro Cattaneo, sospinto e sostenuto dal Palazzo italiano, non vedeva l’ora di uscire da Italo, di cui nella sua gestione aveva ben conosciuto le difficoltà. Aggiungerei che a volte i conti si fanno senza l’oste, in questo caso l’oste potrebbe essere lo stesso Cattaneo, che più di una volta ha sorpreso per le sue capacità di ristrutturatore: in pochi mesi potrebbe anche conquistare la piena fiducia di Bollorè.
DRAGHI UNICA ALTERNATIVA RISPETTO A RENZI?
Saranno chiacchiere da bar, ma di fronte al dibattito strisciante e anche urlato sull’attuale situazione di Matteo Renzi, emergono puntualmente due considerazioni: 1, il premier è debole, ma non esistono alternative. 2, forse l’unica alternativa è Mario Draghi, “l’uomo che ha salvato l’Europa, non solo l’Italia, con grande coraggio”. Draghi è odiato dai tedeschi e da altri poteri forti europei, si avvicina alla fine del mandato, potrebbe essere tentato dalla proposta di guidare un governo di salute pubblica.
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PANAMA PAPERS… PUTIN E GLI AMERICANI
Molto condivisa e apprezzata una riflessione di Putin: come mai negli elenchi delle società offshore figurano personaggi di tutto il mondo, ma neanche un americano? Eppure, sono americani decine di imprenditori e finanzieri ai vertici delle classifiche dei Paperoni di tutto il mondo compilate dai giornali specializzati. Possibile che, in tanto ben di Dio, nessun americano abbia pensato di investire qualche centesimo a Panama, che degli Stati Uniti è una specie di cortile, un giardinetto per giochi e varie delizie?
In attesa di capire se e quando esistano reati fiscali, contrario come sono di fronte a ogni tipo di generalizzazione, e controcorrente se necessario, considero degne di attenzione le ragioni di alcuni italiani, che hanno abbandonato il Paese molti lustri fa, scegliendo di operare all’estero. La sintesi è questa: perché avrei dovuto investire il mio denaro e insistere a cercare affari in Italia, di fronte a ostacoli burocratici, resistenze bancarie e finanziarie, assenza di soci, ottusità e menefreghismo della politica, aggressività del fisco e interdizioni, se non ricatti, da destra e da sinistra?
COME TENERSI IN FORMA. LE 50 VASCHE DI CALABRO’
Corrado Calabrò, 81 anni, venti volte capo di gabinetto a fianco di diciassette diversi ministri, un uomo che conosce il potere e le istituzioni come pochi, un rigoroso servitore dello Stato (mai un’ombra o un avviso di garanzia nella sua lunga carriera), nonché poeta e scrittore di prestigio internazionale, sa come tenersi in forma… È socio a Roma del circolo Antico Tiro a Volo, ma per l’attività fisica predilige la piscina dell’Aniene: arriva a farsi anche cinquanta vasche, incurante della competizione di chiunque provi a batterlo sulla velocità (ma per una vasca sola).
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EVVIVA / SU TOTTI AVEVO RAGIONE!
È brutto autocelebrarsi, ma – nel calcio – si può. Sono stato il primo, o tra i primi, a sostenere che Totti sarebbe prezioso, se impiegato con intelligenza, quest’anno e anche il prossimo, per la Roma. Ieri, il grande Francesco ha giocato tutto il secondo tempo, ha salvato la Roma da una probabile sconfitta con il Bologna, comunque è stato, con Salah, il migliore in campo.
Per chiarezza: non pretendo che lo spocchioso allenatore Spalletti lo faccia giocare sempre, o secondo l’umore passionale di noi tifosi, amici e simpatizzanti. No. Esigo semplicemente che Spalletti non abbia con il campionissimo un rapporto “buongiorno e buonasera”, come riferì Totti in una educata quanto spietata intervista. Esigo che questo allenatore, come qualsiasi altro, abbia rispetto per il super campione, non è vero che nel calcio – come nella vita – siamo tutti uguali. E suggerisco a Spalletti di parlare con lealtà a Totti e dirgli: non posso farti giocare sempre, ma ti manderò in campo per un quarto d’ora, o mezz’ora tutte le volte che la squadra avrà bisogno di te. Il che, presumo, accadrà spesso: quest’anno e anche il prossimo.
cesare@lamescolanza.com
12.04.2016