“I riformatori dell’attuale società si ostinano a decorare le cabine di una nave che affonda.” (Nicolás Gómez Dávila)
“Chi non sa l’arte chiuda bottega, e chi non sa nuotare che si anneghi” (Giovanni Verga)
“Se il destino di un uomo è annegare, annegherà anche in un bicchier d’acqua” (Proverbio Yiddish)
ATTUALIZZANDO…REPUBBLICA, BRUTTA RIFORMA GRAFICA
La (pubblicizzatissima) riforma grafica non gioverà affatto a “La Repubblica”. Lo scrivo con dispiacere: ogni giornale in difficoltà mi dà malinconia. Prima di dirvi ciò che penso, vi propongo la severa opinione di un giornalista molto autorevole, Vittorio Emiliani, riportata nell’Anteprima di Giorgio Dell’Arti: “La nuova veste di Repubblica assomiglia a una minestrina in brodo per convalescenti, i caratteri di certi titoli sono evanescenti, le strisce laterali sono poco leggibili, per non parlare dei “tamburini” davvero microscopici…”
LE MIE MODESTE PRETESE
Avevo scritto che le mie esigenze, in attesa della riforma grafica, erano davvero modeste: togliere la rubrica di Michele Serra, “L’amaca”, pubblicata senza neanche un titolo (elementare comunicazione, per rispetto verso i lettori) dall’arrogante collocazione in prima pagina, sopra la testata; e ingrandire i caratteri di stampa, in particolare nelle pagine dei cinema. Su Serra sono stato accontentato: ora è restituito alle pagine interne (sempre senza titolo!) dalle quali si era allontanato. Sui cinema no, niente da fare: per scegliere un film ci vuole sempre una lente di ingrandimento. È un paradosso. I “giornaloni” sono letti ormai solo da persone anziane, con problemi di vista, ma i confezionatori e i riformatori grafici dei “giornaloni” se ne infischiano. Chissà, forse pensano a un pubblico più giovane, ma i giovani non leggono più i giornali.
IL FONDATORE E L’AFFONDATORE
Eugenio Scalfari sarà ricordato come il Fondatore di Repubblica, Mario Calabresi, l’attuale direttore, come l’Affondatore. Scalfari e il suo successore Ezio Mauro avevano nutrito con passione (che se ne pensi bene o male) la forte identità del loro giornale: Calabresi la sta distruggendo.
UNA “REPUBBLICA” SENZ’ANIMA?
La riforma grafica accentua l’affossamento, non si vede più la vecchia anima, impegnata e schierata. La nuova Repubblica sembra un sobrio giornale anglosassone, soporifero. E i contenuti? In prima pagina campeggiavano, nel primo giorno della ristrutturazione, un’intervista a Mariano Rajoy, firmata da Calabresi, e una grande fotografia sullo Zimbabwe! E i problemi degli italiani, i tormenti della sinistra, una volta tanto amata? Nascosti, anzi invisibili. Invisibile anche, soffocata la presenza (e nascosti i contributi) di tanti eccellenti giornalisti, che davano vitalità alla “Repubblica” di una volta.
PREVALE LA CONFUSIONE
Del resto, Eugenio Scalfari ha annunciato in tivu’ che tra Berlusconi e Cinquestelle voterebbe Berlusconi. Lo scalpore è stato, giustamente, notevole: con questa inattesa dichiarazione il Fondatore ha gettato le armi, ha riabilitato il suo grande avversario, ha seppellito la sua campagna di stampa aggressiva – equotidiana- durata decine di anni. La confusione insomma prevale, nei contenuti oltreché nella grafica; la resa è imminente.