“Comporre un giornale quotidiano, offrire informazioni e analisi, è un mestiere sempre più complicato e ingrato. La correttezza politica e ideologica è un mostro dai molti tentacoli, che ha afferrato e imprigionato, fino a soffocarla, l’intelligenza media del pubblico basta fare la prova Twitter. Mandagli 140 caratteri dotati di una qualche autenticità psicologica, logica, morale, e vedrai quanto fiele sarà vomitato”. (Il Foglio, 16 luglio 2013, Giuliano Ferrara)
ATTUALIZZANDO…GIULIANO FERRARA
Quello pubblicato sopra è il primo capoverso di uno splendido articolo dell’Elefantino, un articolo amaro e orgoglioso, con un invito alla riflessione su due casi complicati, Montepaschi e Ilva: “La nostra lotta con gli idoli della piazza”. Su questi argomenti seguiremo e torneremo. Intanto, li storici che fra 50 anni vorranno capire qualcosa del fenomeno Twitter, potranno accontentarsi di quelle dieci righe dell’Elefantino.
LETTERA APERTA. NO, CARA BOLDRINI COSì NON VA
L’intervento del Presidente della Camera contro Miss Italia sconcerta e indigna i liberali (ma quanti siamo rimasti?) come l’estensore di questa nota quotidiana. A parte l’offesa, da parte di una donna che si propone come sostenitrice, e di più, dei diritti delle donne, verso migliaia di ragazze ed ex ragazze, che hanno creduto senza alcuna disonestà in questo concorso. A parte l’offesa alla organizzatrice del concorso, che ricorda giustamente come Miss Italia sia stata un pezzo della storia e dei costumi italiani e che mai, sottolineo mai, si è verificato uno scandalo nei suoi 74 anni di vita. A parte l’ipermoralismo di chi si erge a educatore per le nostre scelte, annuncia addirittura delle leggi che proibiscano e reprimano (a chi toccherà il ruolo di decidere se un costume da bagno debba essere più lungo o più corto, a lei, la signora Laura Boldrini?). A parte, infine, il ruolo del Presidente della Camera, che istituzionalmente dovrebbe garantire equità tra i partiti, le parti e le fazioni di un Paese molto sconquassato.
Ho sostenuto, come tanti, impulsivamente e istintivamente Laura Boldrini per la sua nomina al vertice della Camera dei Deputati. Sempre impulsivamente, l’ho anche definita candidabile al Quirinale, durante i vergognosi giorni delle diatribe per riuscire a scegliere il successore di Napolitano. Le ragioni del mio entusiasmo erano umane ed esistenziali, più che politiche. Non conoscevo e non conosco la Boldrini. Ma, mi sono detto, finalmente un volto nuovo, finalmente una persona giovane, un volto pulito, un curriculum ineccepibile, impostato sulla solidarietà e sulla fraternità. Finalmente una passione evidente a sostegno dei propri ideali. E invece…Egalitè, fraternitè? Va bene. E libertè? Dov’è finito, dei tre, il principio più sacro e inviolabile?
L’eccitazione di Laura, se così posso permettermi, semplicemente, di chiamarla, l’eccitazione che la spinge a sgridarci, a dirci che cosa sia giusto o no, è un segnale pericolosissimo. Un segnale di mancanza di tolleranza, rispetto e ironia (con tutti i problemi di cui soffre l’Italia, accendiamo un dibattito pubblico su un concorso di bellezza!). Ma non si tratta solo di questo, purtroppo. E’, anche, incompetenza. Da qualche anno scrivo pubblicamente, rivolgendomi alla signora Mirigliani, che il concorso, così com’è, non funziona più come lo spettacolo di una volta. Oltre ai costi, è evidente, basta considerare i numeri, quanto siano calanti l’interesse e il divertimento del pubblico. Perciò, non mi è saltato minimamente in mente, a differenza del Presidente della Camera, di elogiare il rifiuto della Rai e di auspicare altre proibizioni, addirittura per legge. Da professionista liberale, ho suggerito una riforma drastica della manifestazione. Con due ipotesi: la prima, incentrata su una totale, sfavillante, indiscutibile bellezza delle ragazze in lizza. Cosa che non si verifica più da lustri, restano memorabili quanto remoti i tempi di Silvana Mangano, Silvana Pampanini, Gina Lollobrigida, Lucia Bosè, Eleonora Rossi Drago, Sofia Loren ed altre. Oppure: come i nuovi vertici della Rai hanno ben capito dando un esplicito richiamo in questo senso alla linea editoriale, aggiornare la manifestazione, per premiare (al di là della bellezza) altre qualità femminili.
Non rinnego il mio sostegno alla Boldrini, almeno fino a nuove prove contrarie. E’ un simbolo potenziale di rinnovamento e novità. Ma nella tentazione del proibizionismo e delle prediche dal pulpito non si vede alcuna novità, anzi. Tenga i piedi per terra, il Presidente, e con la sua passione encomiabile per tanti altri aspetti potrà fare qualcosa di buono per questo confuso e infelicissimo Paese.
Ps: Gli avversari di Laura Boldrini sostengono che non è altro che “una cattocomunista”. Non condivido. Però, per esprimere idee salubri e costruttive, non s’impermalisca il Presidente, se mi permetto di suggerirle di prendere come modello questo Papa meraviglioso, Francesco, che pur avrebbe più diritti di lei di parlare dal pulpito.
EZIO MAURO/MARCO TRAVAGLIO IL PAESE DELLE NON DIMISSIONI
Sottoscrivo riga per riga l’editoriale di Ezio Mauro, oggi su Repubblica. Sia per quanto riguarda l’attacco sfrenato al suo giornale, sia per la richiesta di inevitabili dimissioni di Alfano (caso Kazakistan). Aggiungo che sarebbero auspicabili e indispensabili anche le dimissioni di Calderoli (caso Kyenge) . Inoltre, da liberal-ammiratore dell’intelligenza altrui, posso umilmente benedire anche Marco Travaglio, dopo aver esaltato il maestro Giuliano e l’inesorabile Ezio? Posso, posso. Perché l’analisi di Travaglio va al di là delle richieste di Ezio Mauro, con il suo stile impertinente: “Avete voluto pacificarvi con lui (Berlusconi)?Adesso ciucciatevelo.” Come dire: non c’è da stupirsi se accadano questi scandali, con un governo da Il Fatto sempre vessatissimo.
Marco, a me non piace ciucciare nessuno. Posso dire, utopisticamente, che vorrei oggi le dimissioni di Alfano&Calderoli&Maroni, e contemporaneamente auspicare che questo utile governicchio (di meglio non c’è) riesca a resistere e miraolosamente ad arrabattarsi, facendo qualcosa di utile?
16-07-2013
*”Elogio del gioco d’azzardo” di Cesare Lanza, editore L’Attimo fuggente, Euro 22. La prima edizione ha avuto una tiratura limitata a opinion leaders e agli addetti ai lavori. Non è, al momento, distribuita in libreria. Chi desiderasse prenotare una copia (fino a esaurimento o per le successive edizioni) può scrivere a info@luce2007.it.