“Si paga caro l’acquisto della potenza, stuff la potenza instupidisce” (F.W. Nietzsche)
“La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini” (Leonardo Sciascia)
ATTUALIZZANDO…
Mi piacciono molto tutte e due, queste pillole di saggezza. Numerosissimi sono i casi in cui più cresce il potere, più i potenti, sentendosi inattaccabili e a volte anche indistruttibili, diventano ciechi e ottusi. E quanto vera e amara è la riflessione del mio adorato Leonardo Sciascia…facciamo anche un pensierino alle nomine, di cui si parla qui sotto. Assai probabile, come sempre, che gli eletti o rieletti saranno estratti non a sorte (magari!), ma da giochi intrecciati della peggior politica, a favorire i pecoroni, i signor sì, nella migliore dell’ipotesi i più bravi a barcamenarsi tra padrinati e agguati. E perché? Perché la timidezza dei cittadini, l’insicurezza e aggiungerei anche l’inconsapevolezza di ciò che succede dietro le quinte dei poteri che ci affliggono, strozzano in culla il desiderio di equità e di meritocrazia.
FABIO TAMBURINI ESONERATO BRUTALMENTE
Nell’ambiente giornalistico, a prescindere da amici e nemici, si sussurra che è stata una gran cattiva azione. Fabio Tamburini 59 anni, milanese, direttore di Radiocor e di Radio24, è stato sollevato dai suoi incarichi, da un giorno all’altro. Tamburini, come tutti sanno nel mondo della finanza e dell’industria, è un eccellente giornalista, Espansione, Milano Finanza, MF, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, Il Mondo. Ha scritto libri molto interessanti, una biografia non autorizzata di Enrico Cuccia, un’intervista ad Aldo Ravelli, storie di imprenditori, la stangata di Wall Street nel 2009. Ha svolto con intelligenza, lodevolmente, il suo lavoro sia a guida dell’agenzia, sia alla radio. Niente giustifica il comportamento del datore di lavoro. E quindi i giornalisti si chiedono perché. Probabilmente la spiegazione si trova nella cornice di una sorda lotta di potere all’interno di Confindustria. Se è logico che, sul piano editoriale, visto l’ingente passivo del quotidiano principale, Il Sole 24 Ore, si fiuta soprattutto una crescente insoddisfazione verso Squinzi e i vertici confindustriali: molto critico, non a caso, è apparso un intervento di Andrea Riello nell’ultima assemblea privata. E anche la nomina di Gianfelice Rocca in Assolombarda rafforza e consolida le molte ragionevoli contestazioni anti-Squinzi. Forse si è già aperta la campagna elettorale per la successione. Tornando all’editoria, forse si è cercato un capro espiatorio. Forse. O forse Squinzi, sostenitore a spada tratta di Roberto Napoletano ha voluto riaffermare, con mano pesante, la sua autorevolezza nei riguardi dei critici. E Napoletano, che nelle crisi sa gestirsi con determinazione, ha ricevuto ad interim la direzione di Radio24, con la vice direzione esecutiva di Sebastiano Barisoni, e di Radiocor, con Lorenzo Lanfrancone esecutivo. Mentre a Tamburini arrivano a cascata messaggi di solidarietà dei giornalisti, non solo economici.
NOMINE A RAFFICA E MARTELLAR DI VOCI
C’erano due spadini di damocle su molti aspiranti a poltronissime vecchie e nuove: il divieto di ottenere un terzo mandato, e questo proprio oggi non appare nel decreto per le nomine, alla faccia di chi vorrebbe svecchiare e rinnovare; il divieto di nomina per chi risulta, sul fronte giustizia, rinviato a giudizio. Alla faccia di un pur minimo garantismo: a parte le molte gravi situazioni, oggi chi no è rinviato a giudizio per i più sciocchi motivi? E in un Paese rissoso come il nostro, non basterà ottenere un rinvio a giudizio a danno di un avversario per spazzare il campo da pericolosi detrattori?
Sussiste anche una strettoia per chi abbia ricoperto ruoli politici o istituzionali, se non sono passati almeno due anni dall’ultimo incarico. Questa norma, per fare un paio di nomi eccellenti, potrebbe immobilizzare Passera, ex ministro e manager di prim’ordine e De Gennaro, il cui nome ricorre da tempo con insistenza per la presidenza di Finmeccanica. Sempre in Finmeccanica, sembra probabile una ripartizione di poteri tra Pansa, che sarebbe addetto alla parte finanziaria e amministrativa, e Zampini, per la responsabilità della parte industriale. Chiunque sa bene che, per rilanciare la perseguitata azienda, servirebbe un ricambio totale: le spaccature al vertice di una qualsiasi società, grande o piccola che sia, non ha mai prodotto nulla di buono. Continua anche il polverone delle voci: Sarmi (Poste), Cattaneo (Terna), Guerra (Luxottica), Arcuri (Invitalia).
Il fondo industriale infrastrutturale vede in scadenza un nome noto alle cronache: Gotti Tedeschi. Difficile che si riesca a varare una nomina contro la volontà di Gamberale, che vuole scegliere. Il fondo è importante perché comprende partecipazioni di peso, come la Sea.
Alle Ferrovie, nonostante il suo caratteraccio, l’apprezzamento sulle qualità di Moretti è molto, e giustamente, diffuso. Ma c’è anche chi sostiene che il manager che ha risanato le Ferrovie e lanciato la preziosa Freccia Rossa abbia qualche difficoltà: politicamente aveva scommesso tutto su un pieno successo di Bersani. Si dice che il Presidente potrebbe ridimensionare, sia pure debolmente, i poteri del Ceo, ottenendo qualche delega. Si vedrà.
Domani un altro giretto di indiscrezioni…un’ultima, fondata chiacchiera: Marco Simeon è uscito dalla Rai, ha lasciato l’Italia per il Brasile, non senza aver rotto i rapporti con quasi tutti (ultimo screzio, dicono, con il suo grande amico Pino Profiti del Bambin Gesù). C’è chi dice che Simeon tornerà in prima linea, dopo l’estate.
19-06-13