“Dulcinea non sa né leggere né scrivere, e in tutta la sua vita non ha mai visto la mia scrittura, né alcuna lettera mia, perché il mio ed il suo amore son sempre stati platonici, senza mai andar oltre degli onesti sguardi. E anche questi, così di tanto in tanto, che potrei veracemente giurare che in dodici anni che son trascorsi dacché l’amo più della luce di questi occhi, che la terra consumerà, non l’avrò vista in tutto quattro volte, e di queste quattro può darsi che lei non se ne sia accorta nemmeno una che la guardavo” (Miguel de Cervantes)
ATTUALIZZANDO… VALERIA BRUNI TEDESCHI
Oggi vorrei parlare della verità dei sentimenti: perché trovano sempre spazio nel nostro cuore, a volte impetuosamente, a volte faticosamente. Vi sembra un tema romantico, ideale, astratto? Allora vi propongo un episodio preciso: lo sfogo di Valeria Bruni Tedeschi, lunedì sera, alla consegna dei premi David di Donatello. Doveva ritirare il premio come migliore attrice nel film “La pazza gioia” di Paolo Virzì. Vi confesso: da sempre sono innamorato di Valeria! Virtualmente, eh.
“Amante del tutto indegno, volgare, è colui che ama più il corpo che l’animo, poiché costui infatti non è costante, preso com’è da cosa che non dura”. (Platone)
UN TRABOCCO DI AMORE
Neanche (purtroppo) la conosco di persona. Ma lunedì sera ho avuto un “trabocco”, così lo chiamo, di emozione, come tutti gli spettatori in sala. Valeria è salita sul palco con tre fogli in mano, aveva al massimo quarantacinque secondi a disposizione, secondo scaletta: scusandosi di continuo si è lasciata andare a un monologo di alcuni minuti.
“Per l’amore platonico non può esservi dramma perché in un amore simile tutto è chiaro, puro.” (Lev Tolstoj, Anna Karenina)
VALERIA HA RINGRAZIATO IL MONDO
Piangendo e ridendo: l’attrice ha ringraziato tutti, in una struggente mescolanza di ricordi e di personaggi. Il regista e i compagni del film ovviamente (ha chiamato sul palco la sua partner Micaela Ramazzotti: “siamo inseparabili, come Stanlio e Ollio“), ma anche la mamma la sorella la zia. E gli uomini che ha amato e anche quelli da cui è stata abbandonata. L’amica Barbara, il suo psicanalista, Franco Basaglia. E Leopardi, Ungaretti, Pavese e più di tutti Natalia Ginzburg. Anna Magnani e De André. I suoi due magnifici bambini. Gli sconosciuti che le hanno regalato un sorriso.
UN TRASCINANTE ABBANDONO DI SÉ
Tra il pubblico c’era chi rideva e anche chi piangeva, tutti applaudivano, di fronte a quel trascinante abbandono di sé. Era un momento purissimo di verità, un caos sincero di impulsi, sensazioni da condividere, contraddizioni. La magia di un’anima che si spogliava in pubblico e diceva grazie a tutti, cioè alla vita. Il mio amore virtuale è arrivato al “trabocco”. E ho pensato a quanto sia importante avere una donna vera, nella vita.
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LA VERITÀ DAVVERO È MORTA?
Ho visto sul Corriere della sera una curiosa pagina di pubblicità di Ccn (Comedy central news) per promuovere un programma su Sky 124: “La verità è morta davvero? Chi l’ha uccisa?” Ho pensato che, rovesciando il messaggio, lo slogan poteva essere molto efficace per comunicare le buone intenzioni del giornale su cui scrivo ogni giorno, “La Verità“. Ebbene, la verità non è affatto morta e ogni giorno, compiamo lo sforzo – faticoso – di rivelare chi abbia tentato e continui a tentare di ucciderla.
QUEI FINTI NECROLOGI…
La talentuosità pubblicitaria era incentrata su finti necrologi dedicati alla (presunta) morte della verità, definita “leale e ottimista”, “donna sincera e da sempre al fianco della giustizia”. E “Falsità ne piange la dipartita: senza di lei la sua vita non ha più senso”. Idem, la menzogna. A seguire, molte dolenti partecipazioni al decesso, firmate da idealisti e sognatori, gli amici dei social network e il popolo del web, perfino dalla probabilità, da scienza e giornalismo, con la Fata Turchina che annuncia i nasi lunghi a mezz’asta, e sono piangenti l’umanità e l’attualità, la sincerità, i media (dopo aver verificato la notizia), la realtà è l’illusione, i fatti anch’essi scomparsi.
IL 2017 FARÀ SCHIFO?…
Nella pagina di pubblicità era anche comunicata la data: la verità sarebbe morta l’ultimo giorno del 2016; e il 2017 farà schifo. Ebbene, amici della pubblicità, non ho visto il programma in tivù che ha scatenato la vostra fantasia. Ma mi oppongo! Ammetto: sono un pessimista globale e assoluto, ma giorno per giorno – visto che bisogna pur vivere e tutti desideriamo un mondo migliore – mi muovo col massimo ottimismo che mi sia possibile. Il 2017 farà schifo, ma combatteremo lo schifo proprio con la verità (che è immortale).
29.03.2017