“Ricordate che noi donne siamo l’unica esclusiva potenzialità capace di aprire ai vostri neuroni le porte dell’intelligenza e della felicità” (Elvira Banotti, “Il Foglio”).
ATTUALIZZANDO…
Giuliano Ferrara risponde: “Amo la svergognante Banotti, ma come medici del corpo e dell’anima preferisco Platone e Agostino.” E Pietrangelo Buttafuoco, con perfidia: “Ma tutto ciò non è già la poetica di Tinto Brass?” Per conto mio, noncurante di Agostino e Platone, dichiaro senza pudore che adoro le donne, che assai spesso mi hanno spalancato, accendendo i neuroni, l’accesso a una meravigliosa, contemplativa filosofia di vita. Mai niente e nessuno però é riuscito a castrarmi uccello, cuore e fantasia, come una donna suole, con noncuranza e crudeltà.
ROMA, NUN FA LA STUPIDA!
Impossibile capire come la Roma sia riuscita a farsi uccellare dal Milan e da Massimiliano Allegri. La vicenda è nota. La Roma voleva Allegri come allenatore e Allegri è riuscito a tirare la corda fino a quando Berlusconi, che lo detesta, non è stato convinto da Galliani a confermare per il quarto anno l’allenatore livornese. Ora: un grande club non aspetta gli “avanzi”, non si accontenta di una seconda scelta, non insegue; o “chiude” subito, o rinuncia. Altre figuracce erano state consumate con i precedenti allenatori, Luis Enrique e Zeman. La proprietà è nelle mani di un team americano, guidato da un presidente gentiluomo, James Pallotta; e da Unicredit. E’ ora che Pallotta intervenga con il pugno di ferro. Esiste anche un problema di immagine, di comunicazione. Un grande avvocato, Mario Tonucci, è consulente di Pallotta: in questa fase potrebbe avere un ruolo decisivo.
ILVA: MORIRE O NON LAVORARE, TERTIUM NON DATUR?
Datur, datur! Tutti conoscono la micidiale tenaglia, che ha portato gli operai di Taranto a una crisi che sembra irrisolvibile. O lavorare, col rischio concreto di ammalarsi gravemente e morire, a causa del pericoloso inquinamento prodotto dalla fabbrica. Oppure, fabbrica chiusa e devastante disoccupazione. Possibile che non esista una terza soluzione?
Penso, forse romanticamente, che un governo efficiente e intelligente dovrebbe intervenire con i seguenti provvedimenti: 1. Sequestrare l’azienda e commissariarla. 2. Chiudere la fabbrica e provvedere al risanamento ambientale. 3. Solidarizzare in modo concreto con i lavoratori, disoccupati per il tempo necessario, con provvidenze e lavoro compensativo. 4. Contestualmente la giustizia dovrebbe sanzionare in modo esemplare i proprietari, i manager, i politici e tutti coloro che hanno portato l’Ilva in questa miserabile condizione.
La crisi dell’Ilva è il simbolo agghiacciante della crisi italiana: una fabbrica siderurgica all’avanguardia in Europa; una gestione criminosa; violazione mortale di leggi anti-inquinamento; disoccupazione. Su tutto l’incapacità politica, imprenditoriale, istituzionale, di prevedere, prevenire e intervenire in tempo.
04-6-2013