“Prendete un circolo, coccolatelo, diventerà vizioso!” (Eugène Ionesco)
“A me, che non sono nobile, fa piacere appartenere proprio al Circolo dei nobili, mentre al contrario, di fare parte di un qualsiasi circolo Garibaldi non mi fotte un’amata minchia.” (Andrea Camilleri)
“Quando voi maschiacci vi riunite siete peggio di un circolo di cucito.” (dal film Pulp Fiction)
ATTUALIZZANDO… ALL’ANIENE, IERI A PRANZO
Al circolo Aniene, storicamente presieduto da Giovannino Malagò (ch’era presente, ma non si è visto), sono tornato dopo qualche anno: ci andavo quando era in vita con un amico di irresistibile simpatia, Pietro Calabrese, ex direttore del Messaggero e poi di tante altre testate. Ero in compagnia di un brillante avvocato, della signora Nikki Carlson e di una deliziosa creatura, di cui spesso vi parlo, Marisela Federici, che definisco l’Impeccabile. Fin dal nostro ingresso nella sala affollata, sentivo addosso gli sguardi brucianti di ammirazione di molti Anienisti sulla mia elegante accompagnatrice.
DEFINIZIONE DELL’ANIENE
Non so se sia il più antico o importante circolo di Roma. Non mi interessa più di tanto: sono estraneo alla mirabolante vita dei circoli, pranzi, cene, giacca e cravatta, partite a carte, tennis, piscina e quant’altro è previsto per addolcire la vita. Faccio mia la splendida battuta di Woody Allen: “Non farei mai parte di un club che mi accettasse come socio…”. Tuttavia, nonostante le mie poche incursioni, ho la presunzione di aver colto l’essenza del profumo di Aniene. Questo è il luogo dove si sapeva, si sa e si saprà ciò che interessa sapere: politica, affari, sport, donne, pettegolezzi. Ciò che è importante e ciò che è futile, ma degno di interesse. Aggiungo che tra i soci molti sono quelli che incidono e decidono, a cui dedicherei i versi danteschi “Vuolsi così colà dove si può ciò che si vuole, e più non dimandare.” Dove? All’Aniene.
IL FAGIANO DI MARISELA
Ho già scritto altrove che l’inimitabile qualità di Marisela è di fare (ieri) e di dire (oggi) cose in apparenza scandalose, ma senza suscitare né chiasso né scandalo. È uno stile virtuoso che piace molto a me e ai pochi non moralisti, amoralisti, che ancora rimangono in Italia. E poi adoro l’estro e le folli improvvisazioni. Una volta andò a casa di Milagros Maldonado con un incredibile cappello adornato da un fagiano (imbalsamato). Ieri, elegantissima come sempre, esibiva una finezza: un gioiello, un prezioso uccello sulla camicia. “L’unico uccello che possa sopportare addosso”.
LA ROMANZESCA STORIA DI NIKKI
Nikki Carlson è protagonista di una storia romanzesca che sarebbe piaciuta a uno scrittore dell’Ottocento. È la figlia segreta di Mario D’Urso, secondo quanto – mi è stato detto – afferma l’inequivocabile verdetto per il dna.
È stata affidata a un orfanotrofio, figlia di una donna americana che ha avuto quattro importanti matrimoni e non le ha mai rivelato chi fosse il padre (peraltro ha incontrato solo due volte la mamma, la prima quando aveva ben ventisei anni). Nikki ha avuto una vita molto difficile, sposata e da dieci anni divorziata, con due figlie, Virginia e Adriana. Ora è al centro di una vicenda giudiziaria forse complicata, forse no. A rivelarle il nome del papà è stato, in punto di morte, il secondo marito della mamma, che non voleva più mantenere quel doloroso segreto. Ora in discussione è l’eredità, che inaspettatamente ammonta ad alcune decine di milioni di euro, oltre ad altri beni. Nikki è una donna gentile, attraente per la sua spontaneità.
Che altro? Nikki mi ha detto di non sapere nulla dell’esistenza di Carlo Rossella, che pure di Mario D’Urso scriveva e ancora scrive con devozione, assiduamente.
QUEL CLUB, COAST TO COAST
“Quando lavoro al circolo dei miei, mi capita di sentire le chiacchiere dei vecchi che giocano alle carte. E allora ci sono quelli che parlano del tempo e quelli che raccontano le storie. Cose che gli sono successe da giovani, che ne so. E devi vedere come se le ricordano, gli si illuminano gli occhi! A quelli che parlano del tempo, invece, gli occhi non gli si illuminano mai. Senti Tropea, lo sai che ti dico? che io da vecchia mi vedo coi nipotini miei che gli racconto le storie, tipo di quando ho incontrato quattro tizi che stavano attraversando a piedi la Basilicata. E che se avessi potuto, l’avrei attraversata pure io.” (Dal film “Basilicata coast to coast”)
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01.03.2017