OGGI VI DICO CHE…

“Oggi sappiamo che la nostra capacità di giocare e divertirci può essere la nostra salvezza,  poiché è tutto quello che ci resterà.” (Alexander Von Shonburg,  “Come vivere da ricchi senza soldi. I consigli di un nobile spiantato.” Mondadori,  2006)

 

 

 

ATTUALIZZANDO…

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La citazione corrisponde a un libro con un titolo, come avrete letto, molto volgare e banale: dà l’idea di uno sciocco manuale. Il titolo originale è: “Die Kunst des stillvollen Verarmens”, assai più raffinato: traducibile in qualcosa come “l’arte dell’esser poveri restando ricchi” o, meglio ancora, “l’arte di vivere contro il consumismo”. E’ un libro intelligente e divertente, con un contenuto filosofico di buon livello, sintetizzabile – in stile Erich Fromm – nella formula sintetica “meglio essere che avere”. Un libro autoironico e intrigante, con mille citazioni e aneddoti. Il succo è che tutta la vita è una sfida, essenziale è sapersi attrezzare a valutare ciò che è fondamentale per noi, alcuni valori, la sicurezza in noi stessi, l’eleganza senza pacchianerie, la povertà e l’austerità vincenti sulle facili ricchezze e sugli sprechi.

 

 

 

SAVE THE DATE, 27 GIUGNO: ELOGIO DEL GIOCO D’AZZARDO

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Roma, piazza Santa Chiara 14, palazzo Santa Chiara, ore 10,30: presenterò il mio nuovo libro, “Elogio del gioco d’azzardo”. Siete tutti invitati, il teatro è abbastanza grande da accogliere amici vecchi e nuovi: quelli che la pensano come me sul gioco d’azzardo e quelli che detestano le mie idee (così, si potrà accendere un bel dibattito).

E’ un peccato che abbia dato alle stampe il mio libro prima di aver letto Alexander Von Shonburg: gli avrei dedicato molte citazioni, la sua filosofia di vita è assai simile alla mia. Alexander è nato nell’agosto del 1969, qualche giorno prima del mio terzo figlio: oggi è un apprezzato giornalista e scrittore tedesco. Molto diversi, noi due. Io nacqui pressoché povero, se non proprio con le pezze al sedere, da una famiglia borghese pretenziosa; lui erede senza un quattrino di una dinastia che per molti secoli aveva avuto possedimenti immensi. Il mio libro sul gioco nasce per un impulso simile a tanti altri che mi hanno animato nella vita: al centro, la reazione verso campagne di stampa ipocrite e moralistiche, senza fondamento. In questo momento i giochi e i giocatori sono al centro di una violenta ondata repressiva. Il mio intento è quello di dimostrare che il gioco, come qualsiasi altra abitudine che diventi dipendenza, è distruttivo solo in percentuali modestissime: come gli alcolisti, più o meno, di fronte al vino. Chi beve un buon bicchiere di bianco o rosso, o un dito di Porto, di cognac o di whisky a fine pasto, non è certo considerato come, genericamente, si descrive un ‘giocatore’, vil razza dannata…

Tutta la vita è un susseguirsi di sfide: dal momento in cui veniamo al mondo (mai per nostra volontà) e poi in ogni giorno e stagione, quando ci sposiamo, ci ammaliamo, corriamo in automobile, nuotiamo, concludiamo un affare, ecc. Chi gioca d’azzardo, senza eccessi, impara facilmente a saper vincere e saper perdere, cioè le regole che tormentano l’esistenza della maggior parte degli umani, indispensabili per raggiungere un equilibrio. Tutto questo, come si dice, e ovviamente molto altro, troverete nel libro. Aggiungo solo che il gioco nasce praticamente fin da quando si ha notizia della vita umana. Una ragione ci sarà…

 

 

FRANCESCO TOTTI E I SUOI CARI A LAS VEGAS

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Pubblico questa indiscrezione solo perché congrua con l’argomento di giornata… Il capitano della Roma, forse il più grande campione di calcio italiano di ogni tempo, in questi giorni è in viaggio verso Las Vegas, con sosta a Los Angeles. E’ accompagnato da tutto il famiglione, a cui è affezionatissimo. Di Totti, nel libro, ricordo un divertente episodio, che risale all’inizio di questo terzo millennio, una partita a poker d’estate in Sardegna…

 

 

FILIPPO LA MANTIA LASCIA IL MAJESTIC

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E’ riuscito in cinque anni a far diventare il ristorante dell’Hotel Majestic in via Veneto una sorta di salotto per i potenti e gli apparentemente potenti della capitale. Più manager che cuoco (anche se si arrabbia a sentirsi definire così) Filippo La Mantia ha deciso di lasciare il suo ristorante, a partire dal 31 luglio: passa il timone a Massimo Riccioli. La domanda che si impone è questa: riuscirà Riccioli a mantenere la popolarità elitaria conquistata da La Mantia? A pranzo, una mensa del Palazzo: buffet sontuoso, servizio quasi regale, prezzi contenuti… fino al 31 luglio di sicuro puoi trovarci ministri, giornalisti di fama, magistrati, avvocati, salottieri e salottiere di lusso, faccendieri di fama… E dal prossimo autunno? Chissà.

 

 

 

RENZI, LETTA, MARINO, CONCITA, DE BORTOLI, LERNER, BISIGNANI

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“Attento Renzi, Letta è come Riccardo II, non voleva comandare ma si trovò sul trono e ci restò” (tweet di Riccardo Ruggeri) / “Non so se Marino sarà un buon sindaco, di certo da lui mai mi farei operare” (idem) / “Fate testamento in favore dell’emittente”: segue un testo, che spiega come disporre lasciti e donazioni (Concita De Gregorio, lettere da Radio Maria agli ascoltatori anziani) / “Al-Waleed fa causa a Forbes: mi attribuisce solo 20 miliardi, io ne ho 10 di più” (Il Sole 24 Ore). “La mia solidarietà a de Bortoli, sfregiato da Bisignani” (dal sito di Gad Lerner. Il riferimento è al best seller, l’intervista di Paolo Madron a Luigi Bisignani. Ora si aspetta la solidarietà di de Bortoli a Gad Lerner, a sua volta sfregiato da Bisi: leggete il libro…).

 

 

10-06-2013

 

cesare@lamescolanza.com