“Poche persone sono capaci di esprimere con equanimità opinioni che divergono dai pregiudizi del loro ambiente sociale. Molte persone sono addirittura incapaci di formare tali opinioni”. (Albert Einstein)
“Ogni volta che vi trovate sul lato della maggioranza, è il momento di fermarsi a riflettere”. (Mark Twain)
ATTUALIZZANDO… SE MI SVEGLIO DI TRAVERSO
È corretto dirvi che mi sono svegliato di malumore, perciò decido oggi di scrivere qualche riflessione assolutamente impopolare. Come già vi ho confidato tante volte, sono afflitto da allergie moleste. Stanotte non ho dormito, ho preso tre (tre!) antistaminici in quattro ore, l’allergia è domata, però muoio di sonno, ma voglio comunque lavorare. Il cattivo umore avrà un’influenza pesante su ciò che mi passa per la mente.
a
IMPOPOLARITA’ / COSTITUZIONE 1. SI O NO?
Il 4 dicembre, col voto del referendum, vedremo se il premier Renzi sloggerà da palazzo Chigi, o no. Il Sì e il No alla riforma della Costituzione, come tutti sappiamo, è una finzione, un pretesto. Lo aveva voluto Renzi per imporsi, giurando che in caso di sconfitta avrebbe lasciato il governo e addirittura sarebbe uscito dalla politica. Poi, annusando i venti contrari ha fatto marcia indietro e ha detto che scherzava: la sfacciataggine è una sua caratteristica irrinunciabile, il paradosso è che a molti piace. Quindi, Renzi Sì o No? Io punto e scommetto sul No, lo sostengo, spero che possano arrivare un governo più concreto e un premier di maggiore qualità. Però mi mette in allarme l’opinione di alcuni amici carissimi, l’avvocato Andrea D’Angelo e la moglie Luisa, l’ex amministratore delegato de “La Repubblica”, Marco Benedetto. Stimo enormemente la loro competenza e le virtuose opinioni e intuizioni. E loro votano Sì… e se loro votano Sì, non riesco a scacciare questo pensiero, chi sono io per pensare che il No sia preferibile?
C’è qualcosa che mi induce ad auspicarmi la caduta di Renzi, il catastrofismo annunciato, da lui e dai politici suoi sostenitori. La minaccia che, se cade lui, sarà il diluvio. I catastrofismi non mi sono mai piaciuti, da sessant’anni seguo la politica e non ho assistito a nessuna catastrofe annunciata. Magari! Ho assistito a una decadenza continua e inesorabile, mentre solo qualche catastrofe – come fu la seconda guerra mondiale per l’Italia, la Germania e il Giappone – riesce a dare una svolta rivoluzionaria e la capacità di lottare per la resurrezione a un popolo debole, mortificato, vinto. Ovviamente, nessuno può augurarsi una guerra, neanche qualsiasi altra catastrofe. Resto convinto che non mancherebbero, se Renzi cade, personaggi più validi di lui in grado di fronteggiare la crisi e la decadenza.
IMPOPOLARITA’ / COSTITUZIONE 2. E’ GIA’ VIOLATA
L’ho già scritto e testardamente ripeto: ma di quale cavolo di riforma costituzionale stiamo parlando? Di fatto, la Costituzione è stata già riformata, anzi violata, anzi sconvolta. Nel suo punto fondamentale: la sovranità del popolo. Ma quale sovranità ha il popolo? Al di là delle violazioni, derisioni quotidiane che avvengono nei riguardi del popolo, la nostra sovranità non esiste più. Ci siamo svenduti all’Europa, la sovranità è di questo mito inaccessibile è comunque mal realizzata: l’Europa. All’interno dell’Europa, c’è chi sta in gabbia come noi, quasi tutti. I sovrani sono la Germania e, in misura più limitata, la Francia. Non contiamo nulla, il valore primario della Costituzione dei nostri Padri della Patria non esiste più. Possiamo ringraziare Ciampi e Prodi, ormai il dilemma è chiaro: si sta meglio restando nell’ambito europeo o si starebbe meglio se riuscissimo ad uscirne?
IMPOPOLARITA’ / LO STADIO DELLA ROMA
Non c’è niente come il gioco del calcio che riesca ad accendere gli animi! Ho ricevuto un bel po’ di insulti, nei social network da presuntuosi e inferociti tifosi della Roma. Di ciò che ho scritto, sul progetto di realizzare lo stadio romanista a Tor di Valle, è poco più che una banalità. Cioè: una banalità sarebbe, se vivessimo in un Paese un po’ più civile. Ho scritto, e ribadisco, che è assolutamente giusto che la Roma, come ogni altro club calcistico, riesca ad avere uno stadio di sua proprietà. Ad una condizione: non devastare i quartieri o un’intera città, rispettare le regole e le leggi. Il progetto in discussione è nato male, con la decisione sprezzante di realizzare l’insediamento in una zona, Tor di Valle, a rischio certo di esondazione. Il Comune, prima della svolta grillina, non era stato neanche consultato. È subentrata la sindaca Raggi, che mostra di avere un carattere tosto e determinato, al di là delle apparenze. Ha detto no alla sciagurata ipotesi delle Olimpiadi. È andata a prendersi fischi e insolenze, alla festa di presentazione della Nuvola, dicendo chiaro e tondo che mai placet, se fosse spettata a lei la decisione. E sappiamo le sue ragioni: a detta della maggioranza di opinioni assennate, il progetto di Fucsas ha provocato uno sperpero di denaro per un’opera del tutto inutile. Ci è voluto il salvifico intervento di una società, oggi, di indiscutibile merito, Condotte, per portarla a termine: altrimenti sarebbe rimasta incompiuta, schiacciata dai debiti, da guai e polemiche di ogni tipo. Infine, in questi mesi, la sindaca per approvare il progetto dello stadio esige, semplicemente, che siano rispettate le regole. Ammiro la sua coerenza. Può piacere o non piacere, ma l’esigenza è indiscutibile. Leggi e regole, prima di tutto. E, col permesso di quei tifosi che mi insultano, vorrei sottolineare: di che cosa stiamo parlando? Della costruzione di uno stadio o di un gigantesco progetto che propone investimenti per 1,7 miliardi, ma solo 400 milioni per lo stadio. Il resto? Grattacieli e ponti, variazioni della metropolitana, idrovore (sic!) e altri impianti. E non esiste, lamenta il Comune, un progetto definitivo con costi finali formulati con chiarezza.
IMPOPOLARITA’ / SAPER RITIRARSI
Un’altra cosa impopolare e antipatica… premetto di condividere Christopher Morley: “Leggi, ogni giorno, qualcosa che nessun altro legge. Pensa, ogni giorno, qualcosa che nessun altro pensa. Fai, ogni giorno, qualcosa che nessun altro sia abbastanza stupido da fare. È brutto per la mente fare continuamente parte dell’unanimità”. Ho molta simpatia, e anche stima, per alcuni personaggi del mondo dello spettacolo, per i loro meritati successi. Penso tuttavia che, ad una certa età, farebbero bene a passar mano, a ritirarsi, a lasciar spazio ai giovani. Vale per lo spettacolo e per i più diversi settori della nostra vita quotidiana. Quindi, abituato da sempre, a fare nomi e cognomi, con chi ce l’ho, come si dice volgarmente? Con Adriano Celentano e Mina, che hanno creato un album, direi del tutto superfluo. Ma anche con Pippo Baudo, Maurizio Costanzo, Michele Santoro, Giovanni Minoli. Lasciateci il piacere del ricordo, diamine! Non avete mai pensato di fare come Greta Garbo, che si ritirò – lei sì, saggia e anche astuta – quando era al vertice del successo.
IMPOPOLARITA’ / I GIORNALI STAMPATI, AL TRAMONTO
Penso anch’io, come tanti, che i giornali di carta stampata vadano verso una fine annunciata. I social network, il web in genere, la televisione forniscono l’informazione in tempo reale. Restano le opinioni, prevedo che alcuni quotidiani sopravviveranno con diffusione ridotta proponendo opinioni e articoli di riflessione. Si potrebbe ritardare il declino dei giornali con un po’ di buonsenso. Da lettore, ma anche da vecchio giornalista, potrei fare cento esempi. Mi limito a uno, per indicare la bizzarìa con cui i giornali vengono confezionati. Premetto che i lettori ormai sono persone anziane, quanti giovani vedete in giro con un quotidiano in mano? Smanettano tutti su internet… prendiamo la pagina con le indicazioni dei film nei cinematografi. I caratteri sono minuscoli, ci vuole una lente di ingrandimento per riuscire a capire il titolo di un film, l’indirizzo, gli orari. I giornali non sono più, come ci insegnavano una volta, al servizio dei lettori. E i lettori fuggono.
IMPOPOLARITA’ / COME MI DIFENDO?
Sono consapevole di dire cose impopolari, la mia difesa sta nei ricordi di battute a aforismi.
Kurt Cobain, il famoso cantante dei Nirvana: “Ridono di me perché io sono diverso. Rido di loro perché sono tutti uguali”.
Il filosofo Ralph Waldo Emerson: “Non andare dove il sentiero può portare. Vai, invece, dove non c’è il sentiero e lascia una traccia”.
John Ruskin, celebre scrittore: “Egli pensa per infezione, prendendo un’opinione come si prende un raffreddore”.
Il giornalista e scrittore britannico Malcolm Muggeridge: “Non dimenticare mai che solo i pesci morti nuotano seguendo la corrente”.
cesare@lamescolanza.com
24.11.2016