OGGI VI DICO CHE… SEGRETI E INDISCREZIONI

“I segreti più impenetrabili sono nascosti in bella vista” (Dan Brown).
“Uno dei benefici dell’amicizia è di sapere a chi confidare un segreto” (Alessandro Manzoni).
“Chi comunica i suoi segreti ad un altro ne diventa schiavo” (Baltasar Gracián)
“La discrezione è una virtù; l’indiscrezione, un piacere” (Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983).
“L’indiscrezione è la parte migliore del coraggio” (Oscar Wilde).

ATTUALIZZANDO… L’INDISCREZIONE È FIGLIA DEL SEGRETO

segreti-archivi“Ma davvero vuoi farmi credere che Gesù Cristo è morto di freddo? Io sono cattolico, ma questo non posso crederlo…”. È un vecchio detto popolare, soprattutto a Roma. Vorrei aggiungere che le indiscrezioni derivano dai segreti: se i segreti non ci fossero, le indiscrezioni esisterebbero comunque (perché siamo dietrologi, più o meno dovunque), ma sarebbero più caute e meno numerose.
Un mio amico sostiene che un segreto si possa confidare solo a una persona. I cinesi la pensano allo stesso modo: un vero segreto si deve custodire solo in due, così, se viene diffuso, colui che ha mantenuto la segretezza sa con certezza che è stato l’altro a spifferare… Si diceva di Andreotti – ma anche di altri grandi personaggi politici – che non rivelasse neanche a se stesso i segreti di cui era a conoscenza, guardandosi allo specchio. (Forse erano verità inconfessabili, più ancora che segreti).
Di recente mi sono occupato di un segreto di Stato, per il giornale a cui collaboro (il pezzo esce domani), “La Verità”. Due mesi dopo essersi insediato come capo del governo, Renzi decise di desecretare le carte di otto stragi verificatesi in Italia, tra cui l’attentato nella Banca dell’Agricoltura a piazza Fontana, le bombe alla stazione di Bologna, la tragedia di Ustica… Carte insignificanti, però, che non hanno rivelato niente di nuovo e di decisivo. Dunque: erano carte senza segreti e senza importanza o sono nascoste altre carte, veramente segrete, negli archivi? Qui, mi interessa ribadire che, in un Paese civile, non esiste alcun motivo ragionevole – dopo venti, trenta, quarant’anni! – per nascondere la verità ai cittadini.

INDISCREZIONI / 1. IL PROMETTENTE FIGLIO DI BOLLORÉ

yannick-bollore-300Vincent Bolloré non è amatissimo, neanche in Francia: qualcuno lo definisce un bretone arrivista… Più o meno è un’espressione che significa “è un corsaro”, come si è spinto a dire addirittura, contro ogni convenzione formale, il presidente della Repubblica, Hollande. Comunque nessuno può mettere in dubbio che monsieur Vincent sia un protagonista assoluto nel mondo della finanza.
Adesso, nei cosiddetti ambienti che contano e che sanno, ho raccolto un’indiscrezione (non un segreto) divertente. Pare che il figlio maggiore di Bolloré, Yannick, trentaseienne, sia un giovane uomo che avrebbe già esibito varie risorse, astuzia determinazione spregiudicatezza e quant’altro, superiori a quelle del padre. Un gran paraculo, direbbero a Roma. E per essere più chiaro, un mio sornione informatore mi ha detto: non escludo che, nel tempo, assisteremo a un parricidio. Metaforico, s’intende. Del resto, Vincent Bolloré parricida lo fu: non ebbe esitazione a far fuori il suo sponsor primario, Antoine Bernheim, che lo aveva aiutato a decollare.

INDISCREZIONI / 2. COSA SUCCEDERÀ IN LEGA CALCIO. GALLIANI?

adriano-gallianiSi saprà a febbraio o comunque nella prima parte del 2017. Al momento, come tutti sanno e molte volte ce ne siamo già occupati, il mitico Maurizio Beretta riesce a mantenere il sedere su due poltronissime, una natica all’Unicredit per la comunicazione, l’altra alla Lega Calcio, addirittura come presidente. Ogni comunicatore, ogni giornalista, lo considera un riferimento di qualità assoluta per la capacità di mantenere il potere e quant’altro ne deriva, una figura leggendaria.
Pertanto, non mi sento di escludere (anche se è inverosimile), la sua riconferma in Lega. All’Unicredit, invece, il suo lungo ciclo sembra arrivato al traguardo, in coincidenza del rinnovo del prossimo consiglio d’amministrazione tra un anno e mezzo circa.
Per la guida dell’importante associazione dei club calcistici, invece, al momento si delineano tre posizioni: la prima è legata alla riemersione di Giancarlo Abete, che non è attendibile per essere riconfermato in prima persona, ma potrebbe sponsorizzare Gabriele Gravina, con cui ha stabilito un asse strategico. Seconda ipotesi: la designazione (non azzardo nomi, diciamo uno tipo Del Piero o Costacurta), di un campione di calcio super partes, con un’immagine carismatica. La terza, presumibilmente vincente, riguarda Adriano Galliani: da tempo immemorabile è alla guida del Milan berlusconiano, deus ex machina di quasi tutto ciò che succede nel mondo del calcio. Oggi, tutto dipende dai cinesi, a breve nuovi proprietari del Milan: se gli sarà riservato un ruolo importante e operativo, si presume che Galliani preferirà restare nel suo club, viceversa, ha tutte le alleanze giuste e decisive per diventare il nuovo presidente.

UN SEGRETO (FORSE) / L’ERRORE DI MONTEZEMOLO

montezemoloChi mi segue, conosce la mia opinione su Luca di Montezemolo, con il quale pure ebbi in anni remoti, a partire dalla metà dei ’70, frequentazioni amichevoli. Luca è stato ai vertici di qualsiasi cosa, per quasi cinquant’anni, sempre molto discusso. Era il beniamino di un trio irresistibile: Gianni, Umberto e Susanna Agnelli. Poi, ha commesso un errore fondamentale, non solo a mio parere: ha sottovalutato Marchionne, l’uomo chiamato a salvare, e vi è riuscito, l’impero della Fiat. Risultato: Luca era alla guida della Ferrari, ne è stato cacciato. Con l’abilità e la prontezza che lo hanno sempre distinto, è però riuscito ad atterrare in Alitalia, come presidente. Ma ha ripetuto lo stesso errore commesso verso Marchionne: ha snobbato la personalità e le potenzialità dell’amministratore delegato Cramer Ball, il manager australiano designato dagli arabi per la guida dell’Alitalia.
Di più: Luca, come se non ci fosse abbastanza da fare in Alitalia, aveva astutamente organizzato, insieme con il presidente del Coni Giovanni Malagò, un bislacco comitato promotore per la realizzazione di un sogno impossibile: le Olimpiadi a Roma nel 2024. Sapete come è finita. Le Olimpiadi a Roma non ci saranno, il comitato promotore si è palesato come una colossale bolla di sapone… E c’è un segreto (forse): a un certo punto, pur di salvare il progetto, Malagò si era spinto a rinunciare a Montezemolo, inviso a molti, se questa fosse stata una mossa necessaria, anzi decisiva. Oggi Luchino è in grosse difficoltà, ma sono convinto che ancora una volta ce la farà a risollevarsi, atterrando chissà dove.

cesare@lamescolanza.com
11.10.2016