“Gli italiani hanno decretato che ci sono alternative a Renzi. Adesso sappiamo che se il premier non comincia a fare davvero il presidente del Consiglio piuttosto che lo showman vedremo presto la nemesi della rottamazione se non da premier da segretario del Pd. «Nessuno è indispensabile», sosteneva Andreotti e queste elezioni hanno dimostrato che, ai tempi di internet, gli elettori si fanno una loro opinione e si regolano di conseguenza” (Luigi Bisignani, “Il Tempo”).
ATTUALIZZANDO… PER ME, L’ANALISI É DIVERSA
A mio parere, l’analisi del voto è molto più complessa. E per una volta, sono in parziale dissenso con Bisignani e in parziale assenso con Renzi. E metto in fila le mie riflessioni:
1. Indubbiamente la sconfitta di Renzi dev’essere attribuita al logoramento della sua liaison con gli italiani.
2. Il logoramento è dovuto – in questo sono d’accordo con Bisi – al fatto che Renzi brillante showman ha prevalso su Renzi efficiente governatore: l’entusiasmo per il chiasso delle promesse e degli annunci a poco a poco si è esaurito nella delusione generale di fronte all’assenza di atti e fatti.
3. Renzi ha riconosciuto la sconfitta e ha detto che alla radice non c’è la protesta, ma il desiderio diffuso di cambiamento: in questo sono d’accordo con il premier, e apprezzo il coraggio della sua dichiarazione.
4. Non mi sembra attendibile l’analisi, di Bisignani, secondo cui gli italiani hanno trovato alternative a Renzi. No. Spinti dal desiderio di cambiare, gli italiani hanno trovato, confusamente e contraddittoriamente, alternative a chi governava, come sindaco, nelle città in cui si è votato. Non si vede una omogeneità coerente e convincente.
5. Un’alternativa a Renzi, dunque, ancora non si scorge. Potrebbe essere il movimento di Grillo, al centro dell’attenzione per le strepitose vittorie a Roma e Torino? Personalmente me lo auguro, non nascondo la mia simpatia. Ma perché questo si realizzi saranno indispensabili almeno, dico almeno, due condizioni: la prima, Raggi e Appendino dovranno dare prove di capacità e di buon governo, ottenere risultati soddisfacenti e comprensibili, graditi, a livello popolare; la seconda, il consenso – che oggi è clamoroso a Roma e Torino – dovrebbe estendersi nel territorio, in tutta Italia (ricordo che in questo turno amministrativo M5S non ha presentato, con una scelta intelligente, neanche una propria lista, in molte città.
6. Concordo con Andreotti citato dal suo devoto Bisignani (anch’io avevo, nel mio piccolo, un rapporto amichevole e di stima con il grande leader e ne apprezzavo l’iper realismo politico): nessuno è indispensabile, quando la politica è stufa di chi governa, le alternative si trovano, si inventano. Si è visto, anche di recente: Napolitano, per estromettere Berlusconi, si inventò Letta e subito dopo, per estromettere Letta, si inventò o accettò il blitz di Renzi; per di più, tutte e due le volte, driblando il diritto degli italiani di esprimersi con il voto!
7. Concludo: nei prossimi mesi si vedrà se Renzi avrà incassato con intelligenza la lezione e saprà bloccare l’evidente deflusso della sua popolarità (è possibile); se il centrodestra saprà compattarsi e unirsi di fronte a un nuovo leader, successore di Berlusconi (è improbabile); se i grillini sapranno confermare, al governo di Roma e Torino, ciò che hanno annunciato all’opposizione (è verosimile, ma difficile).
PS. ONESTÀ VO CERCANDO…
All’analisi precedente, aggiungerei un post scriptum cruciale: per il movimento di Grillo il grido “Onestà!” è stata la parola d’ordine, lo slogan trascinante nella campagna elettorale. Confido che non solo la Raggi e la Appendino, ma anche i loro assessori e i loro collaboratori sapranno rispettarla, a titolo individuale. Ma sapranno imporla, e come vi riusciranno, al Sistema? O avranno esitazioni, lentezze, saranno obbligati a compromessi? Il Sistema è pieno di luoghi di corruzione, sospettabili e occulti, e di privilegi visibili: imporre l’onesta è un’impresa immane, ostacoli e avversari, intuibilmente, sono annidati dovunque. E all’onestà tutto, in fondo, è riconducibile. Il titolone di “Libero” di oggi (Vittorio Feltri ha una predisposizione fisiologica all’efficacia dei titoli) sopra due grandi foto di Raggi e Appendino è eloquente: “Ma saranno capaci?”. Io penso di sì, ma quanti tenteranno di ostacolare e sopraffare la loro capacità?
E GASPARRI NON VOTÒ
In tivù, questa mattina, Maurizio Gasparri ha dichiarato di non essere andato a votare (per la prima volta in vita sua), per il ballottaggio: “Aborro il Pd, ma aborro anche il Movimento 5 Stelle”. Che facciamo, gli diamo il benvenuto nella mezza Italia dei non votanti? Io non posso, non mi piace la parola “aborro”, tanto cara anche a Mughini: comunque non aborro il Pd, ho simpatia e qualche speranza per M5S. Non voto perché ho sfiducia totale in questo Sistema, tornerò a votare quando ci saranno speranze oggettive per farlo saltare.
MILANO / SIGNOR SALA, DUE MINUZIE…
Egregio signor nuovo sindaco di Milano, le auguro di amministrare con sapienza e rigore questa grande città-modello, la più europea, tra tutte. Mi permetta, prima, due osservazioni non proprio minimaliste. Lei arriva dalla guida – molto contestata – dell’Expò: vuol decidersi a consegnarci i numeri definitivi del bilancio, incassi previsioni e perdite? Si rende conto che, se non lo farà, molti cittadini, non solo milanesi, avranno ragionevoli motivi per pensare che anche l’amministrazione di Milano non sarà trasparente? Seconda osservazione: lei ha vinto con un risicato 51%, tre punti di vantaggio sull’antagonista. Di più: alla vigilia, Renzi e la stragrande maggioranza di tecnici e osservatori dicevano che sarebbe stata una passeggiata di salute. Si ricorderà di questo esiguo vantaggio (esiguo, assolutamente diverso rispetto a quello dei vincitori nelle altre grandi città) nell’amministrare e rispettare anche le esigenze della mezza Milano che per lei non ha votato?
VITTIME INNOCENTI / FRANCO ROMEO
L’insigne medico Franco Romeo, cardiochirurgo apprezzato in tutto il mondo, e da me sostenuto – per i suoi meriti – nelle elezioni di Roma, non è entrato nel consiglio comunale. Penso che sia una buona notizia, il Sistema lo avrebbe tormentato e sfinito, logorato, non gli avrebbe dato soddisfazioni; nella sua professione il riconoscimento per le sue qualità è unanime. Fatto sta che il Sistema, per trarre vantaggio dai voti dei suoi seguaci, lo aveva designato a capo di una lista che sosteneva Giachetti. Dopodichè, il prof ha avuto i voti a cascata – più di un migliaio – dei suoi seguaci, che lo hanno seguito e sostenuto nelle sue (rare, perché è sobrio e schivo: ama fare più che parlare) conferenze ed esibizioni in pubblico. C’erano sempre, uno spettacolo, un migliaio più o meno di affezionati ammiratori. Mille erano e più di mille poi lo hanno votato: il partito non gli ha dato nulla, neanche un voto, presumo. Caro Franco, bentornato con noi!
E DAJE, ADDOSSO ALLA SINDACA VIRGINIA!
Le urne non sono ancora chiuse e già se ne sentono d’ogni colore contro la neoeletta. Qualsiasi bizzarria. La più curiosa? “Preferirei la Appendino a Roma e la Raggi a Torino…” Chissà perché! Forse un tentativo, infantile, di creare gelosia e antagonismo tra le due signore. La critica più sciocca? “A chi intesterei una strada di Roma? Farei decidere ai cittadini…”, ha detto la sindaca romana. Da lì è partita una sarabanda di malizie sull’ipotesi esagerata che, prima di ogni decisione, la Raggi farebbe un referendum popolare. Vi risparmio altre insinuazioni. E alla Raggi ricorderei il classico: “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”. Oppure, per provocazione, comincia a dire che vuoi intestare una strada di Roma a Grillo! Mi divertirebbe commentare le reazioni.
RENZI / SINTESI FOLGORANTE DI CIVATI
A me l’umorismo pacato di Pippo Civati piace molto, e lo ribadisco dopo aver ascoltato questa battuta: “Un partito dev’essere come un squadra di calcio, compatta e affiatata. Anche se hai un grande centravanti, il centravanti non può giocare tutti i palloni. Nel Pd, Renzi si è preso il pallone dal primo minuto e non lo ha più mollato…”.
aa
a
a
a
cesare@lamescolanza.com
21.06.2016