“È la fede illimitata nella legge che sola legittima la funzione dello Stato e lo eleva dal piano politico a quello morale” (Giovanni Spadolini).
“L’ingresso di Dio nel mondo è lo Stato” (Hegel).
“Lo Stato deve essere l’amministrazione di una grande azienda che si chiama patria appartenente a una grande associazione che si chiama nazione” (Filippo Tommaso Marinetti).
ATTUALIZZANDO… IL CASO REGENI, UNA VERGOGNA ITALIANA
Quel povero ragazzo trucidato in Egitto, i suoi genitori disperati e offesi, i suoi molti amici, insieme con noi tutti – gli italiani che ancora crediamo nel senso dello Stato e abbiamo rispetto e amore per la nostra patria – diventiamo rossi di rabbia, ma anche di vergogna, per l’inettitudine, le paure e le chiacchiere di coloro che ci rappresentano politicamente (o meglio: quelli che sciaguratamente sono stati votati per rappresentarci). Al governo e purtroppo anche all’opposizione. Solo il ministro Gentiloni è intervenuto con parole chiare, forti, inequivocabili. Ma non basta. Conosco, come tutti, gli interessi per la presenza dell’Eni in quel territorio. Ma un Paese che pensi solo al denaro e agli interessi economici (spesso oscurati da speculazioni personali), senza cuore né umanità, senza dignità né orgoglio, senza senso dello Stato, è destinato – subito – al disprezzo e, prima o poi, alla dissoluzione.
Oggi difendi e (forse) salverai i tuoi interessi, domani sarai travolto per l’inconsistenza, l’ormai risaputa – nel mondo – meschina astuzia speculativa, l’incapacità politica.
Regeni – lo ha accertato l’autopsia – è stato ucciso dopo terribili torture: gli hanno strappato le unghie, gli hanno bruciato i testicoli, gli hanno spezzato le ossa.
É impossibile – come gesto minimo – ritirare il nostro ambasciatore? È impossibile assumere misure penalizzanti verso l’Egitto, che ha consentito versioni bugiarde e offensive sull’assassinio? É impossibile promuovere un fronte – internazionale – di solidarietà e di denuncia, sulla base di diritti e valori morali, che dovrebbero essere cari a tutti i Paesi del mondo? Ma, infine, è troppo chiedere che i nostri uomini politici, chiamati a rappresentarci, al governo e all’opposizione, vadano in televisione – anziché crogiolarsi nelle solite e futili chiacchiere, che ci hanno esasperato -per difendere quel povero giovane italiano ucciso barbaramente, ed esigere giustizia? (In modo serio e categorico, non per esibizionismo e vanità, nella solita minestra dei talk, condita nel bla bla?). Perché non lo fa Renzi, capo del governo, in tivù, e basterebbero cinque minuti di un discorso alla Nazione, con parole ferme e ben indirizzate?
C’è bisogno di ricordare il caso scandaloso dei marò e quello, più recente, delle intercettazioni americane ai danni del governo? Sembra che tutti abbiano solo l’intento di difendere la propria personale immagine, i propri attributi; e buttare la palla in calcio d’angolo. Ma è una linea sciocca e anche superflua perché, da tempo, l’Italia intesa come istituzione, identità a parte, le palle non le ha più. Scrisse Agostino d’Ippona, duemila anni fa, ne “La città di Dio”: “Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri? Perché anche le bande dei briganti che cosa sono se non dei piccoli Stati?”.
L’INVETTIVA DI BISIGNANI SU “IL TEMPO”, NON SOLO CONTRO RENZI
L’identità di Bisignani è eclettica: giornalista, uomo di fiducia di Andreotti, ineguagliabile lobbista, imputato in vari processi, scrittore come “l’uomo che sussurra ai potenti”, oggi di nuovo giornalista – autorevole, seguito, temuto e chiacchierato – come articolista sul quotidiano romano “Il Tempo”.
Pubblichiamo sul nostro sito www.lamescolanza.com (digitate, se volete) il suo ultimo articolo: non tanto (siamo abituati) perché è un’invettiva perfida contro personaggi istituzionali e di grande potere come Visco, Vegas e La Via, ma perché sembra inquadrarsi nella cornice delle manovre – di cui tanto si parla – in atto per destabilizzare il governo Renzi, e voltare pagina. Dietrologia? L’articolo è complesso e di complicata interpretazione: non è certo la prima volta che Renzi si trova nel mirino di “Bisi”, questa volta c’è anche una curiosa variazione sul tema. Un appello al premier perché sostituisca Visco e Vegas (che l’articolista definisce scimmiette ed elefanti, inedita figura animalesca) e La Via (solo scimmietta, “immobile impotente”). Con personaggi all’altezza. Un’arringa o un avvertimento?
SPIFFERI / FELTRI, CAMPO DALL’ORTO, IL TRUCCO DELLE CIGLIA, L’AUTOSTRADA DI GAVIO, IL SUCCESSORE DI BAZOLI
Vittorio Feltri sta per ritornare in prima linea, con la direzione di un giornale? Fortunato (chi sarà?) il suo editore: Vittorio ha sempre moltiplicato le copie dei giornali che ha diretto.
Ma è vero o no che Antonio Campo Dall’Orto ogni venerdì va a Palazzo Chigi a rapporto dal premier Renzi? Se ci fossero i cronisti di una volta, dopo il primo spiffero di Giovanna Cavalli sul “Corriere della Sera”, ci avrebbero già raccontato con certezza la rava e la fava. I cronisti di una volta?!? Ricordo quel memorabile inviato, che per “L’Europeo” – di fronte alle pasticciate versioni degli inquirenti – incominciò così il suo reportage: “Di sicuro c’è una sola cosa, Salvatore Giuliano è morto”. Di sicuro, dicono oggi, è che gli incontri tra Renzi e il dg della Rai sono assidui: dove e quando non si sa, che cosa si dicano è affidato alla interpretazione di tutti. Una magistrale lettura consigliabile è quella su “l’Espresso” in edicola: “Quattro amici al bar della Rai… Potere concentrato in poche persone venute da fuori… Così il dg vuole rivoluzionare la tivù pubblica. Ecco chi sono e la rete delle loro relazioni…”.
Non è più rifacimento del seno l’ambizione più diffusa tra contesse e commesse, manager in gonnella e casalinghe in grembiule. É il trucco delle ciglia, e ci vogliono ore (e un bel po’ di soldini) per sistemarle come si vuole, per lo più in stile manga.
Chi è l’animatore (dietro le quinte?) della rivolta degli industriali di Cuneo contro il Gruppo Gavio, per il completamento dell’autostrada da Asti alla loro città?
Il pallino è in mano a Graziano Del Rio. Sullo sfondo, un contrasto di opinioni tra Matteo Renzi e il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino.
E chi sarà il successore di Giovanni Bazoli alla presidenza di Banca Intesa? Tutti fanno tre nomi: Gian Maria Gros-Pietro, Domenico Siniscalco, Fabrizio Saccomanni. Vogliamo scommettere che il prescelto sarà un quarto personaggio, che fino si è tenuto nell’ombra?
QUELLA DEDICA DI ANDY WARHOL A MASSIMO DONELLI
Sono passati molti anni, ci fu a Napoli uno storico incontro tra due grandi artisti, Warhol e Beuys. Massimo Donelli era responsabile della cultura a “Il Mattino” e realizzò una pagina, da par suo, per celebrare l’evento. Gliene rimase un ricordo prezioso: la pagina firmata da Beuys, un pensiero di Warhol su Napoli. Molti collezionisti hanno chiesto di acquistarli: Donelli resiste. Il pensiero di Warhol è divertente: se si aprirà un’asta, lo pubblicherò.
cesare@lamescolanza.com
29.02.2016