OGGI VI DICO CHE…

“Quando andrò in paradiso, se ci andrò, e sarò circondato da migliaia di gentilissimi angeli, dirò loro cortesemente: ‘per piacere, lasciatemi solo; siete tutti senza dubbio deliziosi, ma non vi voglio conoscere; lasciatemi avere un parco e una bella veduta del mare e delle colline, montagne e fiumi, vallate e pianure; qualche cherubino educato che cucini e tenga tutto pulito e, dopo un milione o due di anni, un angelo di una moglie’.” (Edward Lear, ‘Lettere dall’Italia’)

 

 

ATTUALIZZANDO…

Il problema è sempre quello, prioritario: credere o non credere che c’è il paradiso? Subordinato, ma non troppo: Lear è fiducioso, ma siamo sicuri di meritarcelo, un paradiso?

QUIRINABILI, FINALMENTE SI VOTA 

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A ventiquattrore dalla prima votazione (domani alle ore 10, nel pomeriggio una eventuale seconda, poi ogni giorno fino alla nomina due voti, festività comprese) i candidati per il Quirinale, realisticamente, sono rimasti pochissimi. Pagelliamoli, prima dell’ultimo sprint, al netto dei tanti esimi personaggi lanciati o evocati, allo scopo di un divertissement o di una provocazione o, più semplicemente, per bruciarli.

Sabino Cassese. Il suo nome è apparso all’improvviso sui giornali di stamattina, sarebbe molto interessante sapere come e perché sia stato lanciato – sicuramente dal centro sinistra. Giudice costituzionale, inviso, si dice, ai berlusconiani perché approvò o determinò alcuni decreti anti-Cav. Sembra un avvertimento, da sinistra: se non ci mettiamo d’accordo, ci indirizziamo verso un giurista non facilmente discutibile. Credo che non abbia possibilità.

Stefano Rodotà. Una trovata genialoide di Beppe Grillo, in extremis. Il nome di Rodotà, stimatissimo da tanti (e io mi metto tra le moltitudini) circola dal primo giorno. Ma l’ideuzza squisitamente politica dell’antipolitico Beppe è fortissima per questo motivo: Rodotà è un nome graditissimo al Pd, se Grillo dice che è disponibile a votarlo e invita Bersani a decidere di votarlo, come si fa a dire di no? Un motivo, solo estetico, ci sarebbe: Grillo ha lanciato la sua proposta, in tv, con tono irridente e aggiungendo “votalo, Bersani, votalo… poi, chissà! Chissà…”. Con sarcasmo quasi sprezzante: come si fa a dire di no? Ma allo stesso tempo come fa Bersani a dire di sì a un aut aut: per conquistare i desiderati grillini, deve chinarsi di fronte al diktat e sperare, senza garanzie, di avere il sostegno di Grillo anche per il governo. Situazione intricata. Adombrando un accordo col Pd, l’astuto ex comico ha messo in difficoltà anche i berlusconiani, che considerano sgradito, anzi non votabile, insieme con Prodi e Zagrebelsky, Rodotà. Comunque, per il professore, alte possibilità. Direi, al secondo posto.

Giuliano Amato. Sembra di capire, leggendo tra le righe, che sia stato fatto un accordo al telefono, direttamente tra Bersani e Berlusconi, sull’ex presidente del consiglio. Sembrerebbe fatta. Eppure i bene informati non tengono conto di alcuni fattori, il primo potrebbe risultare decisivo: il segreto dell’urna. Sia nello squadrone di Bersani (che però appare sempre più in minoranza) sia nella legione, più obbediente, di Berlusconi, questo nome è poco… amato. E, fuori dall’accordo, grillini e tanti altri ricordano la super pensione, oltre 30 mila euro, di cui gode Giuliano. Per quanto mi riguarda, dispiace a me come a tanti altri il comportamento di Amato al momento del declino di Craxi: era stato il suo collaboratore più stretto e apprezzato, ma il cosiddetto ‘dottor Sottile’ se ne allontanò, senza mai uno straccio di partecipazione sia durante l’esilio, sia al momento della morte. Comunque, al momento Amato deve essere considerato il favorito numero uno: con grosse riserve ma in pole position.

Giorgio Napolitano. E dallo scorso autunno, il portavoce di Napolitano, Pasquale Cascella mi è testimone, che batto e ribatto su questa opportunità. L’unico riferimento veramente affidabile per tutti, nel caos dell’attuale politica, è il Presidente della Repubblica uscente. Nonostante il suo diniego e l’età avanzata, perché non rieleggerlo? Oggi potrebbe essere una mossa a sorpresa di Berlusconi, per rispondere alla perfidia di Grillo, che apre, a suo modo, al Pd chiedendo di votare Rodotà… Napolitano è del tutto gradito all’universo berlusconiano, come potrebbero Bersani e i suoi dichiarare pubblicamente di non essere disponibili a votarlo? Il vero ostacolo, dunque è la volontà del Presidente. Ma… mai dire mai. Forti possibilità.

      Romano Prodi. Candidato fortissimo nel caso si arrivi a uno scontro Pd-Pdl. In questo caso Bersani riuscirebbe a compattare i suoi – Prodi è stato il fondatore de L’Ulivo – e a raccogliere probabilmente i voti necessari all’elezione dopo il terzo scrutinio. Poche possibilità, opzione da non escludere.

Sergio Mattarella. Ne ho parlato nei giorni scorsi, con piacere ho trovato qualche autorevole riscontro. Le sue possibilità assomigliano, ma non del tutto, a quelle di Prodi. Se si va verso una rottura, risulta che il suo nome per il Pdl sia meno indigesto di quello di Romano. E aggiungo: sarebbe, come Napolitano, un buon presidente. Possibilità limitate, ma consistenti.

Emma Bonino. Il suo peso più consistente è quello di essere una donna, senza macchie politiche pesanti, immacolata quanto ad onestà personale. Ma in conclave Emma è già entrata come papessa ed è uscita cardinale. Penso che le sue possibilità siano limitate a un’ipotesi di stallo tra i vari schieramenti elettorali. In questo caso, sarebbe un nome accettato più o meno da tutti, magari a denti stretti.

Massimo D’Alema. Era favoritissimo alla vigilia dell’elezione di Napolitano. E’ stato considerato un pezzo della vecchia politica da rottamare. Ha compiuto due mosse intelligenti: è andato a riallacciare un rapporto con Renzi, a Firenze; in precedenza, si era autoescluso dalla candidatura alle elezioni. E ora, rieccolo. Come potrebbero fare i bersaniani a non votarlo? E il suo nome, per professionalità e per il lungo curriculum sia pur non esente da ragionevoli critiche, è gradito al Pdl e a molti altri grandi elettori.

Restringerei le mie modeste previsioni, in conclusione, a questa troika: 1. Amato, ma solo se è vero l’accordo diretto, telefonico, tra Bersani e Berlusconi e se il pactum sceleris resiste alle picconate del voto segreto. 2. Stefano Rodotà: se non si consolida il consenso su Amato, e soprattutto se dopo l’apertura di Grillo si dovesse miracolosamente riuscire a voltare pagina. 3. Massimo D’Alema: il terzo che godrebbe, in qualsiasi momento, per uscire dalla confusione e per riaffermare la prevalenza della politica professionale, rispetto all’urto, in primis, dei grillini e di quelli che vorrebbero un fortissimo cambiamento. Aggiungo, come straordinario outsider, Napolitano.

Pietro Grasso, Laura Boldrini, Luciano Violante, lo stesso Silvio Berlusconi, Milena Gabanelli… direi che non abbiano alcuna possibilità.

 

 

MA DAVVERO NON C’E’ MAI NIENTE DI NUOVO?

il foglio logo

Segnalo sul Foglio di oggi un gran bel pezzo di Alessandro Giuli, che rievoca la primavera 2006, l’operazione Quirinale che portò alla nomina di Napolitano. Corsi e ricorsi, tutto quasi sembra uguale ad allora. E il Foglio ebbe una notevole importanza nell’intervenire al momento giusto, a influire prima sulla candidatura di D’Alema poi sul risultato favorevole a Napolitano. Un motivo di più per essere estimatori di questo quotidiano, tutto dedicato all’intelligenza, e soprattutto del suo fondatore e direttore, Giuliano Ferrara.

 

 

MINIMALISMI, MA NON TANTO

 tesi

Sfacciatamente, ho scritto e ripeto spesso di considerarmi un discreto scopritore e promotore del talento dei giovani. In questa cornice, oggi vi confido di essere anche un collezionista di apprezzabili tesi di lauree. Sia per soddisfare la mia golosità di collezionista, sia se pensate (mi rivolgo ai giovani) di avere un’intelligenza importante o interessante, priva di raccomandazione, mandatemi le vostre tesi. Idem (mi rivolgo agli anziani) se siete studiosi, avete competenza in materia, segnalatemi documenti e tesi di laurea del passato. Ultima, ben gradita, che mi è arrivata è la tesi di laurea, ovviamente 110 e lode, di Maria Concetta Salerni: Sapienza, Università di Roma, Scienze Umanistiche, corso specialistico in Storia dell’arte. Relatore, professor Marco Cardinali, correlatore professor Valter Curzi. “La schola del Caravaggio: le osservazioni di Giulio Mancini (1619-21) e la tecnica pittorica di Bartolomeo Manfredi, Giuseppe de Ribera, Cecco del Caravaggio e lo Spadarino.” Meraviglioso a dirsi e a leggere.

 

 

17/04/13
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