“I dubbi di Mario Monti sulle Olimpiadi. Enormi i rischi di sforare. Irritazione nell’esecutivo per le forti pressioni. Troppi dubbi, troppe incognite. Troppi i soldi pubblici da investire per impegnare un Paese che ha appena imboccato la via di uscita dalla crisi. Atene 2004 insegna che le Olimpiadi sono una grande occasione, ma anche un grande rischio: non è stato proprio con i Giochi che la Grecia ha fatto il primo passo verso il default? Anche Londra ha visto raddoppiare le sue previsioni di spesa…” (Monica Guerzoni, mguerzoni@rcs, Corriere della sera, martedì 14 febbraio 2012).
ATTUALIZZANDO… L’INSOSTENIBILE PIACERE DEI RICORDI
Questa settimana “Alle cinque della sera” esce dagli schemi abituali: vi propone (senza polemiche, senza sarcasmo) una serie di ricordi di recente memoria. I miei lettori possono trarre le considerazioni che desiderano. Sulle Olimpiadi la domanda è: come mai, quattro anni dopo, siamo passati dalle forti perplessità di Monti, largamente condivise, al (pubblico) entusiasmo, privo di fondamenti concreti, di oggi?
L’IMPORTANZA DEL TESTAMENTO. E OGGI?
Sempre nel 2012, su “La Repubblica”, Stefania Parmeggiani si occupò di una mostra a Roma: le disposizioni ultime, testamentarie, di 25 personaggi storici. Garibaldi chiese che la sua salma venisse vestita con la camicia rossa. Gabriele D’Annunzio dispose che ogni sua cosa fosse custodita al Vittoriale e si raccomandò “al fratello d’arme” Benito Mussolini. Il tenore Enrico Caruso chiese ai figli di “mantenere decorosamente” la matrigna. Ettore Petrolini lasciò ai figli la villa di Castel Gandolfo con l’obbligo che vi fosse accolta sua moglie, “ma solo se non maritata.” Guglielmo Marconi scrisse che “non fossero dimenticati alcuni momenti certo non piacevoli della sua vita: come i tre milioni erogati, con il divorzio, all’ex moglie. Giuseppe Verdi chiese funerali sobri. Caratterizzati dal silenzio. Addirittura Luigi Pirandello volle che il suo carro fosse “d’infima classe, quello dei poveri”, e che né parenti né amici lo seguissero. “Bruciatemi e disperdete le ceneri: niente vorrei che avanzasse di me”. Il primo presidente della Repubblica, Enrico De Nicola, andò oltre: chiese di non essere commemorato “in nessun tempo, in nessun luogo, per nessuna ragione, in nessuna occasione.” Significativo il messaggio spirituale di Giovanni Agnelli senior, raccomandò agli eredi di “rimanere uniti, negli affetti e negli intendimenti, la maggiore forza morale nella vita sono l’amore di patria, la coesione famigliare, la rettitudine e il rispetto del lavoro umano.”!
Chi muore giace e chi vive si dà pace. Stefania Parmeggiani ricorda che le ceneri di Pirandello non furono disperse, De Nicola è ricordato dovunque, il funerale di Verdi fu seguito da centomila persone (tutte si imposero, però, il rigoroso silenzio chiesto dall’illustre defunto). La domanda è: il testamento di quale personaggio, oggi (quando il chiasso è acceso dal funerale chiassoso dello zingaro Casamonica), maggiormente vi incuriosirebbe? Io un’idea ce l’ho, ma fare il nome non sarebbe un gesto di buon gusto.
LA GALLINA E’ NATA PRIMA DELL’UOVO. E ALTRE GRANDI QUESTIONI
Il 22 luglio del 2010 “Il Giornale” ebbe l’interessante idea di affrontare alcune grandi domande della vita. E ci informò che, secondo gli studi di due biologi inglesi, la gallina nacque prima dell’uovo. Non del tutto irrisolte restano altre sette questioni, che per la verità non ci turbano il sonno. 1. Che cosa succederebbe se la Terra smettesse di girare? (Meglio non soffermarsi sulla risposta). 2. Perché anche gli uomini hanno i capezzoli? (Nebbia fitta: l’ipotesi è che si sia trattato di un incidente evolutivo). 3. Quando fu inventata la chirurgia estetica? (Pare addirittura nel 3000 avanti Cristo). 4. Perché agli spettacoli si applaude? (Fin dall’antica Grecia…). 5. E’ vero che le mucche non possono scendere le scale? (Pare proprio di sì!). 6. Perché i pinguini camminano in fila indiana? (Il primo “tasta” la fila e la compatta, rendendola più sicura). 7. Esistono le formiche volanti? (In India, sì).
E oggi, qual è la domanda? Mauro della Porta Raffo chiede, maliziosamente, quando saranno regolamentate le unioni tra gli uomini e gli animali. Io proporrei una curiosità più lieve: perché Berlusconi dai colloqui con Obama e Putin è precipitato alla presentazione di un libro di Myrta Merlino?
I REQUISITI PER VINCERE UN OSCAR. FILM BREVI E POCO COSTOSI?
Alla vigilia dell’evento, sarà interessante ricordare che nel 2011 “Entertainment Weekly” indicò (alla luce di chi ha vinto l’Oscar negli ultimi anni) i requisiti indispensabili per aggiudicarsi la mitica statuetta: film sempre più brevi, budget mini e comunque non esagerati (possibilmente ben sotto i cento milioni di euro: addirittura 5 milioni per “Crash”, 11 per “Il Discorso del re”, “American beauty”, “The hurt locker”), attenzione alla recensioni di prestigio, niente bambini anzi divieto ai minori. Ma la ricetta, seppur prestigiosa, è smentibile.
La domanda è: secondo queste indicazioni, chi vincerà stavolta?
ORIANA FALLACI SCRISSE SULLA PORTA: VATTENE!
Il 25 agosto 2010 Giovanni Sartori, in un articolo tanto lucido quanto struggente, sul “Corriere della Sera”, ricordò che Oriana Fallaci – nel suo disperato desiderio di solitudine aveva appeso un cartello, alla porta del suo ufficio, nella 57ma strada di New York: “Go away” (vattene).
La domanda oggi è: chi sarebbe capace di fare, sdegnosamente, altrettanto? Non certo Renzi, che sulla porta scriverebbe “welcome” a chiunque portasse voti e sostegno al suo governo.
GIORGIO BOCCA, SETTE ANNI FA: “LA GRANDE DELUSIONE”
Nella sua straordinaria rubrica “L’antitaliano”, Giorgio Bocca sull’ “Espresso” scriveva: “Viene dalla fiducia non solo marxista che il dominio dell’economia avrebbe risolto tutti i nostri problemi, mentre metà della gente non ha più un soldo da spendere, da investire, o il coraggio di farlo.”
Era il 3 settembre 2009, Giorgio Bocca è morto. La domanda oggi è: se allora la delusione era grande, oggi quale dimensione ha? E quella metà della gente che non ha più un soldo è sempre una metà o è aumentata?
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“OGGI”. DAVVERO MANGEREMO INSETTI?
Alcuni anni fa, il settimanale diretto da Umberto Brindani, ci informava che la commissione europea aveva stanziato tre milioni di euro per una ricerca sull’uso alimentare degli insetti: “ricchi di proteine ed ecosostenibili, potrebbero essere il cibo del futuro.” Un esperto – Maurizio G.Poletti, ecologo ed esploratore, professore all’Università di Padova: www.bio.unipd.it/agroecology – scrisse che molte specie sono ottime, paragonabili a maiali e bovini e polli (nessuna differenza con i gamberetti). “Produrre insetti riduce l’impiego di spazio e di mangime: la strada da compiere è ancora lunga, ma la prospettiva è interessante.”
Dunque la domanda di oggi è: a che punto siamo, quando mangeremo cavallette anziché pasta e fagioli?
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25.01.2016