“La fiducia non si acquista per mezzo della forza. Neppure si ottiene con le sole dichiarazioni. La fiducia bisogna meritarla con gesti e fatti concreti”. (Karol Wojtyla)
ATTUALIZZANDO… SCANDALO BANCHE, UN PREAMBOLO
Un preambolo è indispensabile,per la chiarezza che invoco sempre e che, per primo, dovrei rispettare.
La ministra Maria Elena Boschi mi è simpatica. La stimo. Molti amici, gli amici di cui mi fido, mi dicono che è preparata, una che studia fino alle virgole gli argomenti di cui si occupa, certamente in buona fede. E il premier Renzi non mi è altrettanto simpatico (per la sua predilezione all’enfasi e alle promesse), ma lo apprezzo perché – qui e là – ha portato qualche rinnovamento, nella stagnante palude politica: soprattutto, con provvedimenti anche bizzarri e ragionevolmente discutibili, ha restituito un po’ di fiducia a un Paese stremato dal pessimismo, se non addirittura dal disgusto, dalla sfiducia verso le istituzioni. Non sto dicendo che la signora Boschi sia la ministra migliore di questo mondo o che non ci possa essere una ministra migliore di lei. E non sto dicendo che Renzi sia il premier migliore del mondo oppure (ancorché stordito dall’irritante ritornello, secondo cui non esistono alternative) che non possa esserci, in Italia, un premier migliore. Dico che questo è ciò che passa il convento e – anche da garantisti – dobbiamo accontentarci, a meno di non cadere nella tentazione, giustificabile e umanissima, del cupio dissolvi. Però… so che la diffidenza dilaga. Ma, come ha detto Roberto Gervaso in uno dei suoi folgoranti aforismi, “La diffidenza più che sfiducia preconcetta è prudenza lungimirante”.
RENZI E BOSCHI, ATTENTI ALLA PERDITA DI FIDUCIA…
Gran parte del valore politico di Renzi, del suo governo e in particolare della ministra Boschi era (lo è ancora?) fondata sulla fiducia. La fiducia verso la novità, le facce nuove, il rinnovamento, inizialmente (e anche da parte mia, alla bella età di 73 anni!) verso la rottamazione, la voglia di aria fresca. Ripropongo ancora la domanda: esiste ancora questa fiducia? Non so, presumo che sia in fase discendente, in misura preoccupante. I sondaggi dicono di no, ma io non ho simpatia verso i sondaggi, spesso improvvisati o, peggio, strumentali. Mi fido delle mie sensazioni, a pelle. Le mie sensazioni mi dicono che l’indignazione è dilagante, che Renzi e Boschi l’hanno sottovalutata e forse ancora la sottovalutano. Se si rompe la fiducia anche da parte di coloro che ancora la nutrivano e la nutrono – in un Paese in cui la metà dei cittadini non vota più – il rischio è che si rompa il patto sociale, che il sistema vada all’aria. Caro Renzi e cara Boschi: la questione non è solo giuridica, questa spetta alla magistratura e non ai giornalisti o alle chiacchiere da bar, ai populismi spontanei o artificiosi. La questione, grave, è politica, di opportunità politica. Non escludo che l’inerzia e l’ottusità delle festività e/o qualsiasi altro evento che distragga l’opinione pubblica potrebbero dare una mano al governo con una funzione anestetica. Per carità di patria, molti se lo augurano. Meglio tirare avanti che tirare le cuoia, diceva Andreotti. Ma già questa prospettiva andreottiana non darebbe lustro a un governo che si celebrava ed era celebrato come innovatore e rifondatore. Allo stesso tempo, non escludo che lo scandalo vada avanti e divampi. In tal caso, ci sarebbe per Renzi una sola via di uscita (forse): dimissionare la Boschi.
DI BATTISTA, SPETTACOLARE INTERVENTO! È UN LEADER
A La7, stamattina, ho seguito gli interventi in studio e quelli in Parlamento. Debbo dire, non senza entusiasmo, che l’intervento di Alessandro Di Battista, spettacolare per la forma e per i contenuti, mi è piaciuto più di qualsiasi altro. Energico, persuasivo, implacabile verso la Boschi, autorevole e – tutto – pronunciato a braccio. Mi sbaglierò, ma raramente mi sono sbagliato, ci troviamo davanti ad un vero, nuovo leader. Chi lo conosce dice che, una volta esaurita questa esperienza, si rivolgerà ad altro. Questo sarebbe nel suo dna. Spero che non sia così, che insista e abbia sempre più successo in politica, che non si lasci corrompere dalle infinite trappole della vita parlamentare, che non si rabbonisca, che non perda questo suo ammirevole stile educato, documentato, energico, inflessibile. Così come spero anche che il Movimento 5 stelle esca dal suo bunker, non ceda a compromessi, ma sappia gestire alleanze tattiche e strategiche, al fine di partecipare in maniera concreta al cambiamento che auspichiamo per l’Italia. Anche per lui tutto si giocherà col fattore fiducia. Scrisse Victor Hugo: “In ogni cosa, la fiducia che si sa ispirare costituisce la metà del successo. La fiducia che si avverte è l’altra metà”.
AHI AHI, FINMECCANICA. COINVOLTO ANCHE IL ROSSO POMODORO
All’angolo di Piazza Monte Grappa, a Roma, c’è uno dei tanti locali chiamati “Rosso Pomodoro”, gradevole cucina napoletana, pizza di ogni genere, spaghetti alle vongole, babà e zeppole in conclusione. Sempre gradevole il servizio, ma oggi una trentina di dipendenti di Finmeccanica – che ha la sede a pochi metri – si sono radunati lì per un pranzo natalizio, potete immaginare la confusione. Come sapete, non ho mai risparmiato critiche a Mauro Moretti, fin da quando era alle Ferrovie. Oggi è il super potente AD di Finmeccanica. Ma ben presto mi sono accorto di rischiare di cadere in una trappola. La fantasia correva… Immaginavo che quei bravi, innocenti funzionari si fossero dati appuntamento al Rosso Pomodoro per sfuggire a un qualche incontro con il loro capo, che spesso si insuperbisce: tra l’altro, mi assicurano, la mensa aziendale di Finmeccanica è tra le migliori in Italia. Quindi, l’ipotesi è solo maliziosa, avessi avuto venti anni di meno con piacere mi sarei avvicinato alla tavolata per rivolgere a tutti quei ragazzi un bel discorsetto natalizio…
cesare@lamescolanza.com
18.12.2015