“Deposito. Offerta caritatevole a favore di una banca”. (Ambrose Bierce, “Dizionario del diavolo”, 1911)
ATTUALIZZANDO… IL PASTICCIACCIO “SUBORDINATO” DI ETRURIA
E’ sconfortante osservare come quasi tutti i commenti sullo scandalo delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria e degli investitori raggirati siano a loro volta subordinati a pregiudizi personali, o di governo, o di opposizione. Il rumore (giustamente) é enorme perché è enorme lo scandalo. Ma enorme è anche la confusione e purtroppo la confusione non é mai un elemento a favore dei cittadini indifesi, in questo caso migliaia di cittadini che hanno perduto drammaticamente i loro risparmi. Non erano, come dice ironicamente Bierce, contribuenti caritatevoli. Erano persone umili e oneste, che avevano mal riposto la loro fiducia in un istituto bancario.
COS’È UNA OBBLIGAZIONE SUBORDINATA
Presumo che due punti importanti siano poco chiari non solo agli investitori incauti e/o raggirati, ma anche a gran parte dell’opinione pubblica e forse anche dei commentatori che strepitano in tivù. 1. Una obbligazione è definita subordinata quando l’eventuale rimborso, in caso di necessità, è l’ultimo ipotizzato, dopo quello per i creditori privilegiati. Quindi, il rischio di investimento è maggiore. 2. Anche per questo motivo, l’interesse fissato dalla banca era ben superiore, l’8 per cento, rispetto a quello previsto per qualsiasi altro titolo, neanche l’1 per cento.
NON TUTTI GLI OBBLIGAZIONISTI VANNO RIMBORSATI
Populisticamente sia i mass media sia vari esponenti politici strillano che tutti i sottoscrittori di obbligazioni subordinate vanno interamente rimborsati. Non è così. Ci sono varie, numerose distinzioni di fare. Ad esempio ci sono – leggiamo – grandi speculatori, in mala fede. E ci sono speculatori in buona fede, consapevoli del rischio, che hanno accettato il rischio, attratti dal cospicuo interesse. Poi ci sono quelli (vari livelli) che non hanno perso tutto perché prima del crack quel ghiotto 8 percento lo avevano portato gioiosamente a casa. E infine, in realtà in primis, vanno rigorosamente e interamente rimborsati tutti coloro che hanno perduto tutto in conseguenza di ignobili raggiri: abbiamo letto e visto testimonianze commoventi, da parte di risparmiatori che hanno visto andare in fumo i sacrifici di una vita.
A CHI TOCCA FARE LUCE E PROVVEDERE
Alla magistratura e al governo. Una buona mano potrebbero darla i mass media e i partiti di opposizione, se saranno in grado di muoversi con semplicità, coerenza e coraggio. Ma, come ho detto, il chiasso non aiuta.
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I TEMPI LUNGHI PUNIRANNO COME SEMPRE I PIÙ DEBOLI
La drammaticità della crisi italiana ha un nervo cruciale, un nervo più scoperto di tanti altri: la fiducia della gente verso le istituzioni é agli sgoccioli. In questa tragedia (non dimentichiamo che c’è stato un suicidio) e di fronte a tante famiglie finite in rovina, si avverte più che mai la necessità di fare giustizia, e fare presto. Ma è difficile pensare che vada così. Conosciamo i tempi della giustizia. E quelli, imbarazzanti e spregevoli, della politica quando diventa sorda perché non vuol sentire. Confido comunque nella magistratura, in una sollecita inchiesta senza riguardi verso qualsiasi personaggio pur importante, della politica e delle banche, di Bankitalia e di Consob. Minor fiducia, lo dico con amarezza, ripongo nel governo: non mi sembra all’altezza di affrontare questa vicenda, a lungo sottovalutata.
QUANTO RISCHIA IL GOVERNO?
A mio parere moltissimo. Il premier Renzi ha sottovalutato, e tuttora sottovaluta, la potenzialità esplosiva di questa indignazione nazional popolare, dilagante. L’inerzia delle festività aiuterà il governo, assopirà le coscienze; e ascolteremo il ritornello, secondo cui non ci sono alternative a questo governo. Ma l’interesse si riaccenderà, a strappi, l’indignazione aumenterà, con conseguenze elettorali forse disastrose per il Pd e, in linea generale, per il rapporto cittadini/istituzioni.
LA MINISTRA BOSCHI HA SBAGLIATO
Al posto della Boschi mi dimetterei, dicono i suoi accusatori. La Boschi non ha fatto nulla di male, replicano i difensori. Da parte mia, dico che é opportuno aspettare ciò che può arrivare dalla magistratura (e dai giornali: micidiali alcune rivelazioni). Ma un errore terribile, politico ed etico, la ministra lo ha commesso – sia pur con tutta la comprensione umana per lo stress che le si rovescia addosso: quando replica con arroganza alle opposizioni dicendo “Ci conteremo in Parlamento!”. Superfluo ricordare che il premier non é stato neanche eletto, che la maggioranza si fonda su stravaganti e incoerenti alleanze. Se passasse sempre il suo criterio muscolare, non ci sarebbe alcuna speranza di ricostruire moralmente l’Italia.
A CHI TOCCA GESTIRE LA PATATA BOLLENTE…
Infine, é interessante un ultimo aspetto. Amministrare i rimborsi e la liquidazione degli investitori gabbati sarà un compito immane. C’è chi ha diritto e chi no, come ho spiegato. Ma anche chiunque abbia torto non rinuncerà a un ricordo, confidando in una transazione. I tempi saranno lunghissimi. Il governo deve affidare a una società o ente istituzionalmente legittimati a farlo la gestione di questo massacrante iter (migliaia di casi da valutare, ciascuno diverso dall’altro!). Cito, tra i fondi ipotizzabili, quelli – come esempio – che stimo, le Poste e la Consap. Ma c’è un piccolo e molto infido particolare da superare, per il governo: stabilire limpidamente a quali criteri il liquidatore dovrà attenersi.
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16.12.2015