“Confessare qualcosa di solito rappresenta un inganno più subdolo che tacere tutto.” (Arthur Schnitzler, ‘Il libro dei motti e delle riflessioni’, Biblioteca Universale Rizzoli)
ATTUALIZZANDO…
Quante mezze verità o spicchi di verità abbiamo sentito negli ultimi giorni, nella scena politica italiana? E quante ne sentiremo ancora nei prossimi giorni, per la formazione del governo? Però, nessun giornalista ammetterà mai che il silenzio sarebbe preferibile a tutto.
AMO COSENZA E SOSTENGO LUCIO PRESTA FOR SINDACO
Credo di aver già informato il colto e l’inclita che ormai da qualche settimana Lucio Presta e io abbiamo cancellato l’orribile litigio, che ci ha diviso per un paio di anni, distraendoci da un’amicizia che pareva a prova di marmo e di bomba, ma non della permalosità di due calabresi troppo orgogliosi. Il piacere di un’amicizia ritrovata è paragonabile a poche altre soddisfazioni, sul piano esistenziale. Quasi sempre, gli amici ritrovati gustano ironicamente una ciliegina sulla torta: la delusione che infliggono ai molti che avevano goduto dell’inimicizia e avevano fatto il possibile per ingigantirla. Vorrei sottolineare che la cornice del ‘ritroviamoci’ è affettivamente importante per tutti e due: Presta ha deciso di presentarsi come sindaco di Cosenza, che è la nostra città natale. Dichiaro qui senza solennità una ovvietà, per il mio carattere: sosterrò Lucio in tutti i modi possibili, gli darò consigli anche se non richiesti. Credo che vorrà candidarmi nella sua lista e accetto fin da ora… senza riserve, senza se e senza ma.
Mi hanno chiesto per l’hashtag #amocosenza un pensiero sulla mia città di nascita… Invito per calabresi e non calabresi: leggetemi più tardi su Twitter, vi divertirete.
NAPOLITANO RICONFERMATO. CONSENTITEMI DI FARE IL PAVONE
Nel maledetto 2012, in cui i vecchi guai italiani si riconfermavano puntualmente intrecciandosi con i nuovi, avevo facilmente previsto, mesi e mesi fa: molto probabile, se non inevitabile, che alla fine dei conflitti e degli scontri non ci sarà altra soluzione all’infuori che riconfermare Napolitano al Quirinale. Sospetto, nei giorni successivi, di essere stato tra quelli che hanno indotto il Presidente e il suo portavoce, bravissimo, Pasquale Cascella, a intervenire freddamente, e ripetutamente, per smentire questa possibilità. Napolitano non aveva alcuna voglia di rinnovare il suo settennato. Nonostante il massimo rispetto per, come lo chiamano scioccamente oggi, ‘Re Giorgio’, e la buona fede professionale di Cascella, ho insistito nel concetto testardamente e, consentitemi la vanità, lucidamente. Detto e ridetto, e alla fine è successo.
Ora tutti parlano di governo. Per oggi preferirei astenermi, in attesa del discorso di Napolitano, tra pochi minuti. Certo è che, dopo l’inevitabile riconferma di un novantenne al Quirinale, ci sarebbe bisogno a Palazzo Chigi di un cinquantenne al massimo. Se no, di quale cambiamento, rinnovamento, ringiovanimento stiamo parlando? Mi auguro che anche la compagine dei ministri sia in maggioranza composta da debuttanti trentenni e quarantenni.
QUELL’INCREDIBILE ABBRACCIO PD/PDL
Piacerebbe davvero, ma proprio davvero, capire perché Pierluigi Bersani, appena schiantato dai franchi tiratori, abbia avvertito il bisogno, in aula, di fronte a tutti e anche a favore di telecamera, di abbracciare Angelino Alfano. Da un punto di vista estetico e politico, è incomprensibile. A meno che lo scopo non fosse proprio quello di esasperare (o ringraziare?) in maniera provocatoria i franchi tiratori, che avevano di fatto predisposto i due partitoni ad accordarsi su un inciucio. E perché Renzi, senza spiegazioni plausibili, ha deciso di votare per Prodi? Salvo dire subito, e indurre tutti a pensar male, dopo la batosta incassata dal Professore: ‘Prodi non c’è più…’, sembra con qualche soddisfazione.
I REQUISITI DI MARA CARFAGNA
Durante le votazioni estenuanti per la nomina del Presidente della Repubblica, nel segreto dell’urna sono stati fatti tanti nomi: perfino il conte Mascetti di ‘Amici miei’, (Ugo Tognazzi nella gag di ‘supercazzola’), Veronica Lario, Valeria Marini, 8 voti per il caro collega Claudio Sabelli Fioretti… e ci è stato un voto anche per Mara Carfagna. Laura Boldrini ha commentato: ‘Non ha i requisiti’. Molti si sono chiesti perché. Semplice: Mara ha un’età inferiore a 50 anni, quindi non eleggibile. Risate dai banchi, senza motivo.
DIVISIVO, MA CHE VUOL DIRE?
Negli ultimi giorni, nei talk politici, da parte di tutti (ma proprio tutti, politicanti e politicuzzi, giornalisti, opinionisti, scienziati, letterati e illetterati) si è diffuso in maniera per me insopportabile il vezzo di usare questo aggettivo: divisivo. Sulle prime pensavo anche che in lingua italiana non esistesse, poi una mia cara collaboratrice, Francesca, con una sommaria indagine ne ha accertato l’esistenza.
Significa: ‘che divide, che ha in se divisione e termine’. In latino, dividens, e in greco chissà come. Secondo nientepopodimenoche l’Accademia della Crusca, ecco un buon esempio: ‘lo modo del trattare è poetico, fittivo, descrittivo, digressivo, transuntivo, e ancora diffinitivo, e divisivo.’ Oibò! Direi che è tutto divisivo oggi in Italia, forse dal tempo del Medioevo mai così frantumata e guerreggiante, fazione per fazione. Ci sarebbe bisogno di tregua, mi basterebbe un piccolo e forte governo di tregua, con nomi, ovviamente, non divisivi. Ma temo che non ce ne siano. I ministri del nuovo governo saranno tutti divisivi, ma troveranno un accordo sulla base di una perfetta lottizzazione, divisivi di sinistra, di centro e di destra. Con i grillini, i più divisivi di tutti, a guardare e a stropicciarsi le mani per le dilaganti, felici previsioni sul loro prossimo successo elettorale.
22/04/13
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