OGGI VI DICO CHE… SOLLIMA, IL REGISTA CHE HA INVENTATO CIRO

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Questa è la foto dell’attore Marco D’Amore scelto per interpretare il ruolo di protagonista in “Gomorra”. L’intuizione è stata di Stefano Sollima,  il gran regista della fiction,  che disse al giovanotto di tagliarsi i capelli e mettersi a dieta.

ATTUALIZZANDO… L’IMPORTANZA DI TROVARE UN REGISTA

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Non solo nello spettacolo: anche nella vita. Si dice che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, gli esempi sono numerosi. Aggiungerei che anche dietro una grande donna, nella vita quotidiana e nelle faccende del potere, c’è la presenza di un grande uomo. Tutti noi abbiamo bisogno non solo di una rassicurazione che fortifichi le insicurezze, i dubbi, le nevrosi; soprattutto abbiamo bisogno di qualcuno, che ci sia a fianco, e non deprima il nostro talento, ma lo intuisca anche quando non si vede e sia capace di valorizzarlo. Non conosco l’attore che ha impersonato Ciro, ma basta guardare la sua foto per capire che la qualità professionale di Sollima è stata straordinaria: ha “letto” nel ragazzone dal sorriso bonario i capelli lunghi e qualche chilo di troppo, l’incredibile immagine noir della fiction, un criminale senza sentimenti e capace di qualsiasi efferato delitto.

COSA SUCCEDE AL CORRIERE? DE BORTOLI, ANSELMI, GUERRERA…

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Sempre più indecifrabile il destino prossimo venturo del vertice del Corriere della Sera. Dal momento che mi sto specializzando nell’argomento, provo a darvi un’analisi incentrata sui personaggi coinvolti. FERRUCCIO DE BORTOLI: comincia a circolare la voce, a mio parere fondata, che possa restare ancora a lungo. Ma ci sono difficoltà evidenti. Ferruccio ha a suo sostegno tre fattori: l’amicizia storica con Bazoli, la stima di Napolitano, le difficoltà inerenti a un accordo tra gli azionisti sul nome del successore. Comunque, al momento, De Bortoli è rigido sulla sua posizione: non si dimette. L’editore, rappresentato da Scott Jovane, pur avendone facoltà, non lo esonera. Per restare, presumo, De Bortoli vorrebbe una dichiarazione di piena fiducia da parte di Jovane e/o del cda, con accordi preventivi per un progetto a medio termine. GIULIO ANSELMI: come ho già scritto, è l’unico personaggio candidabile con credibilità generale, un curriculum ineccepibile, una spina dorsale all’altezza dei problemi. Attualmente, Giulio sta per lasciare la presidenza della Federazione Editori, mantiene la presidenza dell’Ansa. Ha già fatto sapere di non essere disponibile a direzioni editoriali o altri pasticcetti limitativi delle sue prerogative. Tutto sembra girare a suo favore, la direzione del Corriere in fondo è l’unica medaglia che manchi al suo lungo e glorioso percorso. Torino gli era ostile per come aveva trattato l’episodio di cronaca sessuale relativo a Lapo Elkann. Le perplessità starebbero sfumando, per altro Anselmi si era comportato come dovrebbe qualsiasi direttore degno di questo nome. FRANCESCO GUERRERA: la rivelazione è di Dagospia. John Elkann, dopo aver sostenuto invano la candidatura di Mario Calabresi, ha incontrato Francesco Guerrera, 41 anni, a New York, esaminando la concreta possibilità di assumere lui al vertice di Solferino. Che dire? Solo un punto interrogativo. Guerrera sarà sicuramente un manager e un giornalista di qualità con quella esperienza americana presente fin dai tempi dell’Avvocato come un marchio di qualità. Però… cosa può sapere della realtà italiana, dei giornalisti, dei sindacati, del Governo, etc? In una parola, può essere affidabile per assicurare gli indispensabili equilibri editoriali?

In conclusione, possiamo auspicare due cose: la prima, che De Bortoli e Jovane si incontrino a breve, per uscire da uno stallo che danneggia tutti. De Bortoli è disponibile, giurerei, a qualsiasi decisione, purché sia chiara e netta. Jovane deve fare i conti con le molteplici difficoltà rappresentate dagli azionisti, probabilmente è alla ricerca di un nome che tranquillizzi tutti, possibilmente un giovane genietto del web (lì si giocherà il destino dei giornali di carta stampata). Secondo auspicio: il Corriere è stato già tartassato da tre aumenti di prezzo, e sballottato adesso tra le comprensibili decisioni del marketing e della pubblicità, oltreché del corpo giornalistico. Quindi, per il bene del Corrierone, è urgente la conferma, con poteri e fiducia espliciti, di De Bortoli; oppure la nomina di un Anselmi, eventualmente anche solo per un biennio in tutti e due i casi, comunque di un giornalista di levatura professionale al di fuori di ogni dubbio. Nessuna avventura, per carità!

DESTRA / IL RITORNO DI GIANFRANCO FINI, IN PRIMA LINEA

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Dunque, rieccolo, è proprio vero… Il 28 giugno, a Roma, Fini radunerà una serie di amici politici, liberi pensatori e opinionisti, per discutere dell’affascinante e tormentato tema: come rilanciare la destra in Italia. Fini si proporrà non come leader, ma padre nobile di un movimento a livello nazionale ovviamente, che favorisca il ricompattamento di forze politiche, tutte di destra e tutte divise. Da Berlusconi a NCD, da Fratelli d’Italia a Scelta Civica, dalla Lega all’Italia Unica in gestazione di Passera. Fini ha in programma un giro per l’Italia, con l’organizzazione di venti convegni regionali, per tastare le potenzialità del nuovo movimento, prima di tirare le somme e decidere le strategie future.

SINISTRA / DOPO L’AUTO SOSPENSIONE DEI SENATORI PD…

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…avvenuta stamattina, con un certo clamore. E’ una novità grossa e importante, di sapore civatiano, che sicuramente avrà conseguenze nell’assemblea di sabato del Partito Democratico. I renziani, stamattina, hanno già reagito furiosamente più che duramente, accennando nei corridoi (al momento in cui scrivo non ho dichiarazioni ufficiali e agenzie), all’inevitabilità di elezioni… Non si può negare il mal di pancia. C’è chi si pone altri interrogativi. D’Alema, ad esempio, oltre a presentare con lusinghiero successo a New York il vino che produce con passione, cosa intende fare per il suo futuro? Sono in ribasso, per non dire cadute, le voci che lo davano come commissario scelto da Renzi per l’Europa. Gli orientamenti sembrano altri: tutti dicono Enrico Letta, ma tra Letta Junior e Renzi, dietro la facciata, esiste un odio quasi mortale, si fa per dire. Si parla anche di una possibilità per Pittella: uno che porta tanti voti, è già in Europa, tuttavia secondo molti non avrebbe la struttura, anche di immagine, per il ruolo.


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