OGGI VI DICO CHE…

libri

…”Se esistesse ancora l’Indice dei libri proibiti, abolito di fatto solo nel 1966,  il libro di Gianluigi Nuzzi sarebbe stato messo al rogo. Ai bei tempi,  per dirla tutta, lo stesso autore avrebbe guadagnato la graticola o la decollazione. La censura papalina non esiste più ma basta aprire i giornali e seguire i talk show per capire che è in atto la più vasta opera di condanna nei confronti di un libro, da qualche secolo in qua. Mi riferisco a Sua santità. Le carte segrete di Benedetto XVI (Chiarelettere, 2012), degno di andare a tenere compagnia agli altri, messi all’Indice dalla Santa Inquisizione, a firma di Francesco Bacone, Honoré de Balzac, Gustave Flaubert, Karl Marx, Baruch Spinosa, Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio, Giacomo Leopardi, Niccolò Machiavelli, Girolamo Savonarola… solo per citare alcuni nomi”. (Mariano Sabatini, È la tv bellezza, Editore Lupetti).

MA OGGI VI DICO ANCHE CHE…

mille-parigi 1928
…“Presto arrivammo ad Avignone e Tarascona, posti incantevoli, pensai, fatti proprio per scrittori e postini. Perché non sistemarsi qui? Magari per un sonnellino di mille anni nel grembo dell’antichità. Un posto così assonnato, così lontano da tutto, così indifferente ai problemi del mondo. Alla fine lo spirito del Midi cominciava a farsi sentire. Fare i poltroni, crogiolarsi al sole, andarsene in giro in pantofole, chiacchierare di sciocchezze col vicino, mettersi seduti sul bordo di un ruscello con una canna e una lenza e sognare del tempo passato. Essere felici dove si è e non andare da nessuna parte. Sgranocchiare olive, sorseggiare un Pernod, addentare un salame. A Parigi correvano tutti come formiche. (Henry Miller, Parigi 1928, Passigli editori).

PRIMO GIORNO DI UN MESE CHE CAMBIERÀ L’ITALIA (E IL MONDO)
È un titolo esagerato, questo? Intanto vi spiego perché oggi propongo due citazioni. La prima è riferita alla situazione drammatica che sta attraversando la Chiesa, con la speranza (da parte dei credenti e di rispettosi agnostici come me) che il nuovo Pontefice possa raddrizzare un po’, anzi gran parte delle cose oscure che hanno provocato una preoccupante distanza tra il governo ecclesiastico terreno e chi crede e confida nei valori di Cristo. Penso sinceramente che dalla personalità, dall’autorevolezza del nuovo Papa possano derivare cambiamenti profondi nel mondo. Sarà un Papa politico? Sarà conservatore o progressista? Aprirà un contatto, in piena trasparenza, con il popolo, non solo cattolico? Con riferimento alla prima citazione, torno a sostenere ancora una volta (e mi fa piacere ripeterlo ogni giorno, perché ne sono assolutamente convinto) che una priorità di cui dovrebbero farsi carico i cardinali in Conclave sia la pubblicizzazione dell’inchiesta voluta da Ratzinger, affidata a tre decani e per ora richiusa nella cassaforte dell’ex Pontefice. Mi auguro che il nuovo Papa apra quella cassaforte e non abbia timore di divulgare quel documento. In ogni caso, nella società di oggi, è assai probabile, se prevarrà il silenzio, che si scateni una ridda di presunti scoop, indiscrezioni, insinuazioni, pettegolezzi. I segreti dice un antico proverbio cinese si tengono in due, perché se uno tradisce l’altro immediatamente ne è consapevole. Con tutto il rispetto, il documento segreto del Vaticano è conosciuto dal Papa, da tre cardinali, e non saprei dire quali e quanti assistenti vicini all’indagine, o quante persone informate, sia pure parzialmente. È prevedibile, quindi, che si diffondano illazioni, inattendibili o non credibili, senza il sigillo papale.

La seconda citazione è presa da un libro di un autore, Henry Miller, che amo molto. Miller era un uomo inquieto, tormentato, disordinato. E tuttavia in quelle poche righe trasmette meravigliosamente il desiderio, per non dire l’esigenza che coglie tutti gli umani, di un minimo di serenità quando ci troviamo di fronte a situazioni, come si dice oggi, stressanti. Ebbene, da oggi e per un mese – senza neanche considerare eventi imprevedibili – in Italia assisteremo a lotte politiche feroci, probabilmente confuse, per la nomina di un premier capace di trovare una maggioranza, per un progetto di una pur minima stabilità di governo, per la nomina del presidente della Camera e del Senato, infine per la designazione del presidente della Repubblica. Intanto, il mondo segue con legittima trepidazione e con fondate preoccupazioni, l’esito del Conclave. Tutto ciò che so, e cioè quanto mi arriva da persone meglio informate di me, è che l’attesa non dovrebbe essere lunga. Il nuovo Papa dovrebbe essere eletto entro due, tre giorni al massimo. E subito dopo la nomina si scateneranno inesorabilmente le interpretazioni sul significato dell’elezione e su quanto farà, o non farà, il successore di Pietro, e nuovo capo della Chiesa nel terzo millennio.

Aspettando tutto questo, e forse di più perché siamo abituati a non negarci nulla, mi è capitato di rileggere Miller del 1928 e mi sono immediatamente immedesimato nella necessità di un attimo di serenità: nel sonnellino, nel chiacchierare di sciocchezze, sgranocchiare olive, addentare un salame… Eviterei solo il Pernod, con precedenza a una buona birra gelata.

 

WALL STREET JOURNAL, ADREANI DEFENESTRATO?
Secondo il WSJ, universalmente considerate autorevolissimo, potrebbero esserci presto novità sul vertice e sulla guida della pubblicità Mediaset. Secondo una nota, i figli di Berlusconi (i nomi non sono citati, ma presumibilmente si tratta di Marina e Pier Silvio) spingono per esonerare Giuliano Adreani, dai suoi incarichi ai vertici di Publitalia e da un ruolo di cruciale importanza che Adreani ricopre dal 1996. Sempre secondo il WSJ Berlusconi avrebbe frenato i suoi eredi. Non basta: il quotidiano americano riferisce che Fedele Confalonieri avrebbe affermato che non esiste alcuna “protezione” di Berlusconi nei riguardi di Adreani. E lo stesso Adreani e Stefano Sala, che da alcuni mesi lo ha affiancato, e dovrebbe essere il successore, interpellati hanno risposto col classico “no comment”.

Sui giornali italiani, nessun riferimento all’indiscrezione del WSJ. Si riferisce però della crisi del Gruppo Mediaset, con 35 dirigenti licenziati e altri 150 a rischio.

 

COMUNICATORI. UNA LETTERA INTERESSANTE, FIRMATA MA RISERVATA
Un intelligente comunicatore, che ricopre un ruolo interessante e delicato, mi ha inviato alcune osservazioni sui comportamenti migliori da seguire, nella sua professione. Su mia richiesta, per altro estesa a tutti i comunicatori di buona volontà, che abbiano interesse al pamphlet che vorrei prima o poi scrivere sulla comunicazione.

La lettera è firmata, ma il nostro collega mi chiede di non rendere pubblico il suo nome; la ragione è evidente, e coerente, basterà leggere l’ultimo punto della lettera:

“Caro Cesare,
eccomi con le mie banalità.
In ordine sparso:

– rispondere sempre a tutti i giornalisti, non negarsi MAI;
– non smentire una notizia vera, molto meglio il ‘no comment’;
– essere riconoscenti, con dei fatti, con i giornalisti che verificano con te prima di pubblicare;
– non litigare mai con il giornalista che ha scritto una palese balla sulla tua azienda: lo chiami, gli dici che apprezzi sempre il suo lavoro e poi gli spieghi le tue ragioni;
– sapere SEMPRE tutto quello che l’azienda sta facendo;
– intuire al volo quello che i tuoi capi vogliono dire o fare;
– far cambiare idea ai tuoi capi quando lo ritieni necessario, anche a costo di dar loro un dispiacere;
– restare dietro le quinte, non apparire MAI (rappresenti l’azienda e i tuoi capi, non te stesso).  Non c’è tutto, ma spero sia meglio di niente… Abbracci”.

 

PAROLE, PAROLE/SPIEGHIAMO I NEOLOGISMI


No comment. 
Letteralmente niente, nessun commento. Espressione elusiva, pronunciata in occasione di interviste, conferenze-stampa o apparizioni in pubblico, in risposta a una domanda che si vuole evitare.

 

12/03/13

 

cesare@lamescolanza.com