“Imparano più i popoli da una sconfitta, che non i re dal trionfo” (Giuseppe Mazzini)
ATTUALIZZANDO…. OVUNQUE NEL MONDO…
…e nella storia. C’è poco da attualizzare. Basta volgere lo sguardo indietro nella storia o, ai tempi nostri, dovunque nel mondo. Forse potrebbe essere consentita una correzione, o meglio un aggiustamento: non sempre i popoli imparano, ma sempre i re, i capi, i dittatori quando trionfano hanno già un piede nel burrone.
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IL POTERE CHE CAMBIA IN ITALIA…L’ESPRESSO, REPORTAGE DI EMILIANO FITTIPALDI
Ottima la ripartenza,dell’Espresso, dopo il cambio della direzione. Imperdibile una documentatissima carrellata di Emiliano Fittipaldi su lobby vecchie e nuove e soprattutto, con nomi e cognomi, sui potenti che hanno rottamato, intorno a Renzi, il vecchio Palazzo per occuparne quasi tutte le stanze. Troverete il pezzo di Fittipaldi su www.lamescolanza.com. Qui mi limito a sintetizzare: c’è una Trinità a fianco di Renzi; composta da Luca Lotti, detta “Lampadina”; dall’imprenditore Marco Carrai, quello che diede un appartamento a Renzi con privilegi e uso probabilmente trascurabili, ma non del tutto chiariti; e infine l’avvocato Alberto Bianchi, “lo zio saggio”, che allevò Matteo Luca e Marco e, sia pur senza un nome altrettanto evangelico, li educò alle finezze del potere. Troppo difficile sintetizzare il reticolato rottamato, che si sta del tutto smagliando, e quello che si sta formando, e anzi già si è formato, alla corte di Renzi. Buona lettura.
EVVIVA. NIKI GRAUSO ASSOLTO DOPO 14 ANNI
L’editore sardo Niki Grauso è stato assolto (dopo 14 anni!) da un’accusa di calunnia, dopo essere già stato assolto da un’accusa più pesante, estorsione di un miliardo nel quadro del rapimento di Silvia Melis. Non voglio neanche entrare nei particolari e nei dettagli: qui mi interessa sottolineare che non può essere una giustizia giusta, quella che impone una via crucis di tre lustri, prima di stabilire una sentenza e liquidare il dubbio di gravi imputazioni. Accuse che hanno pesato come un macigno sulla schiena di un uomo come Grauso, sia pure forte e combattivo. Dovrebbe scrivere un libro, Niki, e raccontare la sua odissea. Quale risarcimento potrà mai dargli conforto?
TROTZSKJ, LA RIVOLUZIONE E’ LONTANA
Un amico che ha letto la storia, ma soprattutto le idee e le convinzioni del leggendario rivoluzionario russo, mi ha detto – con evidente sollievo – che in Italia siamo ben lontani da una possibile ribellione popolare. Trotzskj se ne intendeva. In Italia, dice il mio amico, per fortuna siamo ancora ben lontani dalle condizioni di miseria, dalle ineguaglianze tra i cittadini, dai soprusi, dalle ingiustizie (vedi sopra), ovvero dalle condizioni estreme che propiziano l’esplosione di una rivoluzione. Moriremo dorotei?
RAI IN PRIMA SERATA, UN FILM PORNOGRAFICO. “CALL GIRL”
Ho scritto al presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, al direttore generale Luigi Gubitosi e, per conoscenza, al direttore di Rai 4 Roberto Nepote, a Costanza Esclapon direttora della comunicazione (persona sensibile e intelligente) e a due personaggi, Antonio Affinita e Antonio Marziale, abitualmente impegnati a vigilare con le loro associazioni sulla qualità dei programmi televisivi, anche a difesa dei minori. Ho voluto segnalare a loro quando già riportato sul nostro nuovo sito, Il Decoder.com, dedicato 24 ore su 24 al mondo della televisione: incredibilmente, martedì scorso, un film – “Call girl” – di produzione svedese, è stato trasmesso in prima serata da Rai 4, nonostante molte scene di indiscutibile violenza pornografica. In pochi giorni, è il secondo infortunio in Rai – dopo la bestemmia sfuggita al pur bravo e solitamente prudente Tiberio Timperi, in un programma familiare del mattino. Con l’aggravante di un’incuria imperdonabile: il programma era registrato, ma né gli addetti al montaggio, né alcun altro addetto al programma è riuscito a tagliare l’epiteto, pronunciato ben due volte. Conosco bene la sincera convinzione di Tarantola e Gubitosi, la loro determinazione a far sì che l’azienda pubblica si attenga ad alta qualità, e a criteri, per l’informazione ma anche per il trattenimento, di valore etico irrinunciabile. Quindi il problema diventa un altro: visto che la linea editoriale è al di sopra di ogni sospetto, quali sono gli ostacoli, i limiti, i problemi per farla concretamente rispettare, per vigilare sui palinsesti e sui contenuti?
FAUSTO BERTINOTTI, TRA GRAMSCI E LANDINI
In Gran forma a “L’aria che tira”, su La 7, Bertinotti cita Antonio Gramsci, definendolo “un grande intellettuale”, per esaltare una sua frase: “Quando tutto è, o sembra perduto, quello è esattamente il momento di ricominciare, da capo.” Successivamente, richiesto di un giudizio su Fausto Landini, leader della Fiom, non esita: “E’ un amico fraterno: meraviglioso leader della Fiom, lo vedrei bene come capo di un sindacato unico, democratico.”
CORRIERE, ELOGIO DI DUE EDITORIALISTI
Dal momento che sono un vecchio pignolo, e dunque non rinuncio facilmente alle mie convinzioni, anzi vi insisto, mi permetto di elogiare due editorialisti del Corriere della Sera, Michele Ainis e Antonio Polito: nonostante il cambiamento del formato del giornale, con pagine più piccole, da tabloid, riescono a contenere i loro articoli (a differenza di tanti altri, da Ernesto Galli della Loggia ad Angelo Panebianco, e via andare) in prima, senza obbligare i lettori a cercare il seguito nelle pagine interne. Buon esempio di rispetto per il pubblico, di continenza, di capacità di sintesi.
cesare@lamescolanza.com
24.10.14