Gabriel Batistuta, Domenico De Masi, Boris Eltsin, Clark Gable, Guglielmo Oberdan, Renata Tebaldi.
MORTI: Buster Keaton, Gian Carlo Menotti, Mary Shelley, Wislawa Szymborska.
TELECRONISTI E BEVANDE
Preferisco il wiskaccio di Nicolò Carosio, il radiotelecronistapiù amato nella storia del calcio, al the di Fabio Caressa. Nicky resterà ineguagliato nella storia delle radiocronache. Ho ricevuto una simpatica lettera di rimprovero dal signor Emilio Corradi di Varese: “… ho letto con piacere le sue divagazioni sul whisky… ma come ha fatto a dimenticare il “wiskaccio” dell’ intramontabile Carosio”. Rispondo e mi scuso con contrizione: questioni di spazi, sia sul whisky sia su Carosio sono stati scritti, e altri ne scriveranno, libri affascinanti e ricchi di aneddoti. Adoro Nick, per me resterà indimenticabile: purtroppo l’ho conosciuto quando la sua carriera (tormentata da molte ingiustizie) era al tramonto e la mia appena all’inizio. Mi affido ad alcuni aneddoti che mi hanno raccontato giornalisti più anziani di me. Si esercitava nel retrobottega di un piccolo negozio di radiofonia e un giorno scrisse all’Eiar (la Rai durante il fascismo) per offrirsi come radiocronista. Gli risposero con un telegramma: «Disposti accettare sua offerta preghiamola confermare telegrafo sua venuta primo maggio Torino, rimborso lire 250 totali. Cordialità». Per superare il provino s’inventò di sana pianta un Juventus-Bologna pieno di gol. Piacque. Eraeducato, moderato, ma anche un innovatore, ironico, contro corrente. La differenza rispetto ai suoi (piccoli) eredi di oggi? Lui confidò alla fine di una giornata gelida, di sognare un buon whiskaccio ed ebbe, per questo, anche qualche problema di fronte alle ipocrisie dei suoi tempi. Oggi il telelecronista più quotato è Fabio Caressa. Carosio celebrò il whisky, Caressa, sobrio e prudente, ogni due per tre dice che l’arbitro (poverino, inconsapevole) “manda tutti a prendere un the caldo negli spogliatoi”. Basta questo, direi, per stabilire la differenza di classe, stile e soprattutto personalità.
OGGI VI DICO… IL THE
“C’è chi piange sul latte versato, e chi si consola sorbendosi un tè”
(Roberto Gervaso)
“ll tè è una delle principali forme di civiltà in questo Paese.”
(George Orwell)
“Una donna è come una bustina di tè: non puoi dire quanto è forte finché non la metti in acqua calda.”
(Eleanor Roosevelt)
“Se questo è caffè, la prego di portarmi un po’ di tè; ma se questo è tè, la prego di portarmi un po’ di caffè.”
(Abraham Lincoln)
“Un tè allo zenzero fortifica la vista interna, allarga la capacità dell’occhio sepolto, fa dire allo spirito dov’è entrato: io posso.”
(Guido Ceronetti)
DUBAI SARÀ IN DECLINO?
Il fondatore di Dubai pensa che i bisnipoti torneranno come i nonni a camminare col cammello. il fondatore è anche un acuto filosofo? Dubai, capitale di uno dei sette emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti, è un simbolo di ricchezza, modernità e benessere: un po’ come fu, per intenderci, Montecarlo nel secolo scorso. Sul mare, si trova a sud del Golfo Persico. Il significato del nome, nell’antichità, non fu romantico:“strisciare, lucertola, piccola locusta…”Oggi conta su tre milioni e mezzo di abitanti ed è famosa in tutto il mondo, gemellata con 39 città del pianeta, l’ultima è Stresa. È il sinonimo di unarealtà moderna, ricca e globalizzata in grado di evolvere nel tempo e guardare a nuovi ambiziosi traguardi di crescita economica e di sviluppo: perciò tanti manager la scelgono come un ideale quartier generale e un numero crescente di investitori stranieri punta sul suo futuro. E così Dubai è entrata nell’immaginario collettivo come una meta che consente straordinarie opportunità. Quasi tutti pensano che la ricchezza provenga dai pozzi di petrolio: in realtà la maggior parte dei 100 miliardi di dollari di entrate dello Stato provengono da settori diversi: immobili, compagnie aeree, compagnie di trasporto e altre attività industriali e finanziarie. Ebbene, di recente hanno intervistato il fondatore di Dubai, Sheikh Rashid, sul futuro del suo paese, e lui ha risposto: ′′ Mio nonno camminava con il cammello, mio padre camminava con il cammello, io cammino in Mercedes, mio figlio va in Land Rover, e mio nipote andrà in giro in Land Rover. Ma al mio bisnipote gli toccherà tornare a camminare con il cammello……” Perché? “I tempi difficili creano uomini forti, gli uomini forti creano tempi facili. I tempi facili creano uomini deboli, gli uomini deboli creano tempi difficili… Molti non capiranno, ma bisogna crescere guerrieri, non parassiti…”.
cesare@lamescolanza.com