Martin Castrogiovanni, Edmondo De Amicis, Alphonse de La Martine, Carrie Fisher, Riccardo Fogli, Dizzie Gillespie, Eleonora Giorgi, Beniamin Netanyahu, Alfred Nobel, Giuseppe Pinelli, Cesare Previti, Marina Ripa di Meana.
MORTI: Pietro Aretino, Jack Kerouac, Horatio Nelson, Arthur Schnitzler, Francois Truffaut.
POESIE…ER GATTO DI TRILUSSA
“Un gatto, che faceva er socialista
solo a lo scopo d’arivà in un posto,
se stava lavoranno un pollo arosto
ne la cucina d’un capitalista.
Quanno da un finestrino su per aria
s’affacciò un antro gatto: – Amico mio,
pensa – je disse – che ce so’ pur’io
ch’appartengo a la classe proletaria!
Io che conosco bene l’idee tue
so’ certo che quer pollo che te magni,
se vengo giù, sarà diviso in due:
mezzo a te, mezzo a me… Semo compagni!
– No, no: – rispose er gatto senza core
io nun divido gnente co’ nessuno:
fo er socialista quanno sto a diggiuno,
ma quanno magno so’ conservatore!”
(Trilussa)
MILANO, METROPOLI DELLE POLPETTE
Ne “Il riposo della polpetta” Massimo Montanari, professore di Storia dell’alimentazione all’università di Bologna, raccomanda non solo di far riposare l’impasto della polpetta (badando di non schiacciare troppo i poli), ma di far riposare in genere qualunque impasto, in modo da averlo poi più morbido, più bello. Quanto alle polpette, la vera metropoli di questo piatto deve considerarsi Milano, dove si fanno i mondeghili, polpettine croccanti all’esterno e cremose all’interno, grazie a bollito e carne d’arrosto [Leo, Linkiesta].
ELIOGABALO, TERRORISTA
«Eliogabalo alimentava i suoi cani con fegato d’oca. Teneva, tra le sue checche, leoni e leopardi ammaestrati da bravissimi domatori e li faceva arrivare di colpo già alle prime portate, e nessuno sapeva che fossero ammaestrati, e si sdilinquivano in terrori ridicoli» (Alberto Arbasino)
IL SORRISO… IL TONNO DI WOODY
“Ci divertimmo moltissimo in Spagna quell’anno, viaggiando e scrivendo. Hemingway mi porto’ a pescare i tonni e io ne presi quattro scatolette”. (Woody Allen)
OGGI VI DICO… I BUONGUSTAI
“Non bisogna preoccuparsi di ciò che si mangia, ma con chi si mangia.” (Epicuro)
“Quando è impegnato nel mangiare, il cervello dovrebbe essere il servitore dello stomaco.”
(Agatha Christie)
“Nulla sarebbe più faticoso che mangiare e bere se Dio, oltre che una necessità, non ne avesse fatto un piacere.” (Voltaire)
“Soltanto gli idioti non sono buongustai.”(Guy de Maupassant)
“Macaroni… m’hai provocato e io te distruggo! Macaroni, io me te magno!” (Alberto Sordi)
CUCINA, LO STORICO MENU DEL RE
Cucina e/o amore, il menu trionfale per festeggiare Vittorio Emanuele II. È opportuno non fare confronti tra la bontà della cucina è la qualità dell’amore. Lo so: qualche giorno fa ho lanciato una paradossale provocazione, ho scritto che la buona cucina, che non si logora nel tempo, batte l’amore e il sesso, destinati invece a logorarsi e a esaurirsi. Ho sbagliato. E il lettore Alessio Scuppa giustamente mi ha scritto: “Caro Cesare Lanza, lei è sempre più simpatico per i temi familiari che tratta e non mi perdo nessuna sua scommessa. Perchè non tutti e due, cucina e letto? Dalla mia esperienza posso dirle che la sintonia affettivo-sessuale si abbina spesso a quella in cucina…”
CONFESSO, NON SONO UN ESPERTO
Rispondo: caro mio, ogni tanto per divertimento mi atteggio come un esperto, ma in realtà non ne capisco granchè (né di fornelli né di lenzuola, appassionato sì – questo non lo nego). Leggo molto sui due argomenti, però. Quindi, lasciatemi divagare.
UN MENU TUTTO FRANCESE
Il mio amico Gian Antonio Stella ha ricordato Il menu servito a Vittorio Emanuele II quando si decise a prendere possesso di Roma, nuova capitale d’Italia, il 2 luglio 1871: «Potage à la Londonderry, Petites Croustades à la Normande Aiguillettes Villeroy, Poisson de Mer à l’Américane Sauce Homard, Filet Boeuf à la Westphalienne, Canards à la Jardinière, Filets de Sôles à la Montpellier…». Tutta cucina francese!Gli unici piatti italiani serviti al primo re d’Italia furono le Poulardes à la Piémontaise garni Truffes blanches e un Gateau Napolitain. (Tra parentesi: il re era un buon amatore, ma escludo che dopo quella cenetta riuscì a esibirsi con successo a letto).
PIÙ STAI A TAVOLA E PIÙ PAGHI
Un’altra citazione? L’osteria Vagh in Ufezzi di Bologna ti fa pagare non in base a quanto consumi, ma in base a quanto tempo stai a tavola. Stop, per oggi. Aspetto nuove lettere e prossimamente vi parlerò anche di amore (senza riferimenti alla cucina…).