Chuck Berry, Norberto Bobbio, Ivanoe Bonomi, Martina Navratilova, Martina Navratilova, Gianfranco Ravasi, Jean Claude Van Damme, Heinrich Von Kleist
MORTI: Charles Babbage, Alfred Binet, Thomas Edison, Antonio Meucci, Alfredo Oriani, Andrea Zanzotto
POESIE… IL DOMANI DI BOSSO
Io li conosco i domani che non arrivano mai – Conosco la stanza stretta – E la luce che manca da cercare dentro
– Io li conosco i giorni che passano uguali
– Fatti di sonno e dolore e sonno
per dimenticare il dolore
– Conosco la paura di quei domani lontani (Ezio Bosso)
IL SORRISO… IO NON SONO LEI!
“Chi è lei?” – Di sicuro non sono lei che me lo chiede (Dario Cassini a Alessandro Ferrucci, Il Fatto).
STRONCATURE, DA ANTEPRIMA…
Prévert
Il primo saggio di Houellebecq si intitolava Jacques Prévert è un coglione (1992) [Montefiori, Lettura]
Proust
Ken Follett sostiene che l’incipit della Recherche è orribile [D’Orrico, Lettura].
Moana
«Moana Pozzi? È l’attrice porno che mi ha deluso di più. Era una donna estremamente intelligente, estremamente piacevole, con cui si conversava che era una meraviglia, ma sul set per le scene di sesso era una statua, una cosa veramente indescrivibile. Per riuscire a tirar fuori qualche emozione, bisognava lavorarci tantissimo. Come attrice a mio avviso non valeva nulla» [Mario Salieri a La Zanzara su Radio 24, Dagospia].
Dalì
«Per me l’artista del Novecento più sopravvalutato è senza dubbio Salvador Dalí. Una buona tecnica, ma nulla di più. Poi, be’, ce ne sarebbe un altro ma non vorrei sembrare riduttivo, perché il discorso è complesso: è Marc Chagall. Per dirla in rozza sintesi: credo che la sua bellissima e umanissima storia personale sia più forte della sua pittura» [Fulvio Caroli a Roberta Scorranese. Corriere della sera].
Pieraccioni
Pieraccioni agli esordi aveva girato un corto, intitolato La donna che scompare, «una boiata». Venne a casa sua Nanni Moretti e glielo mostrarono. Alla fine Moretti, cortesemente, disse: «Beh, insomma, la strada è lunga» [Finos, La Repubblica].
La dolce vita
«Film confezionato con gli elementi più deteriori della pornografia», «Pattumiera cinematografica», «La sporca vita del culturame sinistro», «Povera vita, povera capitale», «Il Centro cattolico cinematografico lo bolla tra i film esclusi», «Verso il sequestro del film?», «Forse il Papa lo vedrà», «Lo scrittore Staino ne chiede il sequestro», «Basta! Basta!» (titolo su «L’Osservatore Romano») «La nobiltà e la borghesia accusano il regista», «Il Centro cattolico chiede il licenziamento in tronco del critico del “Quotidiano”» (a cui il l’opera era piaciuta), «Il critico del “Quotidiano” licenziato su due piedi» (prime reazioni all’uscita de La dolce vita). Il critico del Quotidiano era Mario Verdone, padre di Carlo Verdone. Aveva scritto: «Le prime qualità del film sono nella fantasia sfrenata, nell’ambientazione scavata con lo stesso ardire e la stessa succulenza di uno Stroheim e di uno Sternberg nel modo sorprendente della evocazione, come una favola surreale di Hoffmann; ma tutto quel che Fellini ci mostra è rigorosamente vero, còlto in alcuni ambienti della Roma notturna…». Parole per cui rimase senza lavoro [Carlo Verdone, Lettura].
OGGI VI DICO… LA SCELTA
“Possiamo scegliere quello che vogliamo seminare, ma siamo obbligati a mietere quello che abbiamo piantato.” (Proverbio cinese)
“La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.” (Theodor Adorno)
“Ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere.” (Jean-Paul Sartre)
“Possano le tue scelte riflettere le tue speranze, non le tue paure.” (Nelson Mandela)
“A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.” (Totò)
IN MORTE DI JOLE SANTELLI
Ricordo Jole Santelli, che non aveva paura mai di nulla, neanche della sua malattia. E dedico il mio ricordo alla Jole presidentessa della Regione Calabria, morta a Cosenza – a 51 anni – alcuni giorni fa, nella notte tra mercoledì e giovedi. Avrei voluto consegnarle, a febbraio, il mio Premio Socrate,una manifestazione annuale per festeggiare i personaggi italiani più meritevoli. Mi rispose, malinconicamente, che non avrebbe potuto essere presente. Non le chiesi spiegazioni e mi preoccupai: come molti sapevo, anche se lei non ne parlava volentieri, del tumore che l’aveva aggredita da qualche anno e le tormentava la vita. Ho letto, nei numerosi e affettuosi necrologi, che Jole “lottava” contro questo tumore. Ma la riflessione dovrebbe essere più profonda: lottava per vivere, con la speranza di non consentire che la grave malattia le alterasse la vita. Come quasi tutti i calabresi, era tenace, combattiva e riservata.
LA SPERANZA, LA LOTTA PER VIVERE
Qualche tempo fa ho letto, con emozione, e ammirazione, una sua (rarissima) confidenza. In una intervista a ‘Il Fatto quotidiano’: “Quando una persona subisce un attacco così violento alla propria vita, quando il dolore fisico si fa radicale e incomprimibile, allora quella persona ha due strade: deprimersi e farsi portare via dalla corrente, scegliere che il destino scelga per lei. Oppure attivarsi, concentrarsi e soprattutto ribellarsi”.
“NON AVEVA PAURA DI NULLA”
Santelli rivelò di aver chiesto il permesso al suo oncologo, prima di accettare la candidatura al vertice della regione Calabria, (elezioni poi vinte nello scorso gennaio). E ho una sicurezza: ha fatto e avrebbe fatto molto, concretamente, a favore e a sostegno dei calabresi. L’ha ricordata bene Silvio Berlusconi: “Era coraggiosa, non aveva paura di niente, neanche del tumore”.