OGGI VI DICO CHE… FERRARA, BERLUSCONI MON AMOUR

“Siccome voglio bene al Cav, gli dico: non fare cazzate” (Giuliano Ferrara, il Foglio, 7 aprile).

ATTUALIZZANDO… MODESTA PROPOSTA (SU SILVIO) PER UN PAESE CIVILE

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Una proposta a quelli che amano o vorrebbero amare Silvio Berlusconi: leggete l’editoriale di Giuliano Ferrara, oggi sul Foglio. Non solo è uno scampolo, come sempre, di ottimo giornalismo e di eccellente comunicazione, ma è un riferimento prezioso – se fate fatica a staccarvi dall’ex onnipotente, capire qualcosa, restare avvinti.

Per quanto mi riguarda, la mia modesta proposta è questa. Berlusconi è stato condannato, e va bene. E’ stato estromesso dal Senato, e va bene. Ha evitato altre condanne probabili grazie alla prescrizione, e va bene o va male secondo i punti di vista. Ma dietro di lui c’è un’ingente parte d’Italia che ha votato per lui, lo ha seguito e lo segue. Dunque: per rispetto di questi milioni di italiani e della indiscutibile leadership di Silvio, gli sia consentito di fare la sua parte politica (comizi, televisione, quant’altro necessario), senza restrizioni… Che vada ai servizi sociali o agli arresti domiciliari, non mi importa. Importa che la sua voce – voce di milioni, ripeto, di italiani – non sia soffocata. Siamo o non siamo un Paese che vuole diventare civile?

 

 

NOMINE PUBBLICHE. DIZIONARIO PERTINENTE E IMPERTINENTE

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Punto numero uno. Ci sono le voci pubblicate dai giornali, alcune per sciatteria e routine, altre per strategie. Quasi sempre sono infondate. Punto numero due: le nomine le farà Renzi (con consigli preziosi di Del Rio) e Renzi dovrà vedersela solo con una parte del suo partito, e con Berlusconi. Altre volte, per arrivare a compromessi sulle nomine, c’era ben altro caos.

Ecco il punto su un primo elenco di nomi, cercherò di aggiornare il mio diario, giorno per giorno.

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DOMENICO ARCURI. Primo, per rispetto dell’ordine alfabetico. I risultati di Invitalia sono, in apparenza, seduttivi. Il suo rapporto con D’Alema “tiene” e questo ha qualche peso anche su Renzi, visto che D’Alema si estende a Padoan. L’oggetto è ancora misterioso. Ambizioso, decisionista. Se nel giro delle nomine non sarà premiato, è intenzionato a orientarsi verso il privato.

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BANCHIERI. Semplifico. Nel settore si trova qualsiasi tipo di personaggi: uomini di potere, politici, politicanti, avventurieri della finanza, volpi e conigli… Vorrei citare solo due nomi che, secondo informazioni di fonti di cui mi fido, sono stimati per professionalità e sapienza nell’arte bancaria: Pier Francesco Saviotti e Bruno Pezzoni. Tutti e due sono schivi, non amano i riflettori, detestano la burocrazia, si concentrano sul bene della loro banca (e di conseguenza del Paese). E stanno bene dove sono: Saviotti è amministratore delegato del Banco Popolare e Bruno Pezzotti amministratore delegato del Credito bergamasco (gruppo Banco popolare). Hic manebimus optime, è il loro motto. Ma chissà… Sui banchieri (di alcuni, come Gaetano Miccichè e Giovanni Zonin) ho sincera stima mi dilungherò presto.

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FRANCO BERNABE’. Rieccolo. Uscito tempestosamente da Telecom, silenziosamente in un angolo, rispunta nel momento giusto. Per le Poste o per Finmeccanica! Renzi può accettare l’idea del ritorno di un manager per tutte le stagioni, per di più tagliando la testa (così si dice) a decine di altri? Quanto al merito, penso che Effebi ne abbia molti in saccoccia.

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FLAVIO CATTANEO. Per ambizione è il numero uno. Non c’è incarico che lo appagherebbe, forse neanche l’Eni. Ha qualche problemuccio politico all’origine della sua esagerata carriera. Ma nel riposizionamento ci sa fare.

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LUIGI GUBITOSI. A mio parere resterà alla Rai, com’è giusto: per completare, nei contenuti finalmente, le iniziative validamente sviluppate per quanto riguarda i conti. Gli attribuiscono opportunità per trasferirsi alle Poste, ma non mi sono arrivati riscontri.

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MAURO MASI (Consap). Si può discutere come si vuole, ma l’ex direttore generale della Rai, ora alla Consap, ha un riferimento non contestabile nel suo curriculum: i suoi bilanci sono in ordine, il segno finale è positivo. Che lo confermino o lo spostino in un altro (più importante) ruolo, si vedrà. Importante è tenere a mente i dati oggettivi. Quanto alle battute sulla sua simpatia per le donne, sono affari privati (chi non vorrebbe esserne bersaglio?).

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MAURO MORETTI (Ferrovie). Mi è sembrata sgarbata la sua replica al (saggio) proposito governativo di ridimensionare i guadagni dei manager – di proporzionarli ai risultati, suggerirei per parte mia. Non è nel giro delle nomine perchè è già stato riconfermato. Ma se fossi Renzi (e per fortuna di Moretti e di tanti non lo sono, esprimo solo opinioni), lo sostituirei. E’ intollerabile che un manager di Stato abbia questa arroganza verso l’istituzione/governo. Vuole andare all’estero? Ci vada, magari prendendo non un aereo, ma qualche treno periferico – così toccherebbe con mano la realtà dei servizi ferroviari. Mezza Italia, quella che soffre e lavora, è indignata. L’altra mezza si accontenta dei Frecciarossa, specchietto per le allodole e per la cosiddetta “immagine”, il trucco con cui si manda in rovina il nostro Paese.

 

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ALESSANDRO PANSA (Finmeccanica). Da un giorno all’altro, l’amministratore delegato di Finmeccanica è sparito dall’elenco dei papabili: non se ne parla, oppure si scrive che lo faranno fuori. Perchè? Misteri della comunicazione e delle varie lobby che ci volano attorno, a volte come gabbiani, a volte come aquile, a volte come corvi, a volte come piccioni alla ricerca di cibi. Non svolazzo, per quel che mi riguarda. Pansa è entrato in condizioni terrificanti, in un’azienda entrata nel mirino della giustizia. Ha bonificato, ha ricostruito, ha messo in ordine le cose. Non lo conosco. So solo che è figlio di Gianpaolo (un mio mitico riferimento, in giornalismo) e che tutti e due detestano, pur amandosi, che i loro nomi vengano accostati. Ma buon sangue non mente… Pansa ha lavorato egregiamente, in tandem con il presidente De Gennaro. Mi chiedo perchè dovrebbe essere esonerato. Basterà dire che il titolo Finmeccanica in tredici mesi della nuova gestione ha guadagnato il 70 per cento.

 

MASSIMO SARMI (Poste). Secondo le ultime (ma quanto attendibili?) vorrebbe andare all’Alitalia. E’ il più longevo per reincarichi, tra tutti, se non erro. E’ una colonna del vecchio Sistema, dovrebbe essere il primo nel mirino della rottamazione, ma davvero Renzi si muoverà a colpi di machete? La qualità conta. E Sarmi è ricco di qualità, anche se appartiene a un’altra Italia.

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PAOLO SCARONI (Eni). Potrebbe (dovrebbe, a mio parere: il mio giudizio è ottimo) restare come presidente all’Eni, magari con la promozione del direttore generale ad amministratore delegato. E’ stato oggetto di attacchi micidiali, ma ha gestito bene il suo impero. Eliminarlo sarebbe un errore, di fatto: un’avventura. In questa fase politica, poi: basta citare gli ottimi rapporti con Putin, per dirne una, nel pieno del caso Ucraina e di possibili terremoti nel settore dell’energia.

 

 

cesare@lamescolanza.com

 

07.04.14