RICORRENZE… 25 FEBBRAIO

Josè Maria Aznar, Anthony Burgess, Aldo Busi, Enrico Caruso, Benedetto Croce, Gianluigi Donnarumma, Carlo Goldoni, George Harrison, Paolo Mieli, Flavia Pennetta, Rosa Perrotta, Auguste Renoir, Bobby Riggs, Teo Teocoli.
MORTI: Alberto Sordi, Tennessee Williams.

 

L’INDISCREZIONE… ALBERTO SORDI, “UNA VITA DIFFICILE”

Sonego voleva che Silvio Magnozzi, il protagonista di “Una vita difficile”, non accettasse i soldi che un editore era disposto a dargli per il suo romanzo. Era secondo lui una questione di principio. Sordi contrarissimo, si rifiuta di girare la scena perché secondo lui Magnozzi i soldi li deve accettare. La produzione si ferma. Finché Dino Risi si rassegna e chiama Sonego per fargli riscrivere quel punto della sceneggiatura. Sonego non ci sta, ha tutta un’altra idea del personaggio. Allora Sordi sbotta: «E daje, Rodolfo. E lasciami pijà ‘sti soldi! Ma che te frega se Magnozzi prende i soldi?» [Piccolo, Corriere della sera].

OGGI VI DICO… L’UMORISMO

“Ogni vero umorista è un critico di se stesso.” (Luigi Pirandello)

“L’immaginazione è una qualità che è stata concessa all’uomo per compensarlo di ciò che egli non è, mentre il senso dell’umorismo gli è stato dato per consolarlo di quel ch’egli è.” (Oscar Wilde)

“Non esiste nulla di volgare che, espresso in modo spiritoso, non diventi umoristico.” (Johann Wolfgang von Goethe)

“L’umorismo è solo un’altra difesa contro l’universo.” (Mel Brooks)

“Scoprire di far ridere è come scoprire di essere la figlia del re.” (Monica Vitti)

IL SORRISO… IL GRANDE TOTÒ

“A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi
della coscienza o da quelli della fame”. (Totò).

 

 

 

 

ATTUALIZZANDO… SCHERZARE SULL’EPIDEMIA

Anche di fronte al virus dell’epidemia cinese gli italiani non rinunciano a cazzeggiare…È così.
Noi italiani siamo – tra tanti pregi e altrettanti difetti – anche inguaribilmente “cazzari”. Mi ero ripromesso di non scrivere del coronavirus: giustamente i giornali e le televisioni sono pieni di notizie e di opinioni (numerose anche le chiacchiere, superflue), non ho proprio nulla di aggiungere.
Solo questa riflessione: anche in situazioni drammatiche, come l’epidemia che arriva dalla Cina, molti italiani hanno una costante tendenza a scherzare e fare battute.

A ROMA STAMO TRANQUILLI…

Esempi? Ne propongo pochissimi: basta consultare i social network, che ne sono pieni. C’è chi tira in ballo Fabrizio Corona e gli fa dire “questa volta almeno io non c’entro niente”. C’è il disoccupato che ha un’idea: aprire un chiosco per vendere amuchina nel lodigiano (e non solo) per fare affari d’oro. Ha riscosso un certo successo la provocazione del napoletano pronto ad “affittare” un cinese – con diverse tariffe – a chi voglia trovare un tavolo libero e godibile al ristorante o per non avere folla accanto in metropolitana; e così via. E spunta il romano: “Prima i cinesi, mo i lombardi. Ma non è che sto virus attacca chi lavora troppo? Se è così, a Roma stamo tranquilli”.

IL RAP (IRRESISTIBILE) DI GIORGIA MELONI

Questa attitudine a cazzeggiare non riguarda solo l’epidemia. Qualche tempo fa Giorgia Meloni (parlando di migranti) in un comizio a San Giovanni gridava la sua italianità. Qualcuno ne ha tratto un rap (debbo dire irresistibile) che impazza dovunque. “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana…”. E il mio nipotino, di tre anni, tempestato come tutti dal rap, canticchia: “Sono Giorgia, sono una nonna, sono una madre, sono egiziana…” Impossibile non sorridere. Per scaramanzia, o per sdrammatizzare gli incubi.

 

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